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L'intervista: La fortuna aiuta Preidler l'audace - Il giovane talento austriaco si racconta

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Georg Preidler sul podio del Palio del Recioto - Ufficio stampa Team Hoppla © Foto Scanferla

Chi segue con grande attenzione il mondo degli Under 23 si sarà sicuramente già annotato il nome di Georg Preidler, austriaco di Waldstein classe 1990 che quest'anno ha ottenuto proprio in Italia due successi pesanti, la classifica finale della Coppa delle Nazioni Toscana e pochi giorni dopo il Palio del Recioto. Georg è un ragazzo cordiale, disponibile e sempre con un bel sorriso stampato in faccia e lo abbiamo incontrato in albergo durante il Giro d'Austria, corsa in cui ha assaggiato per la prima volta il mondo dei professionisti terminando con un più che onorevole 27° posto, dopo aver rivisto assieme a lui e alla squadra gli highlights della tappa.

Iniziamo subito da questo Giro d'Austria, quali sono le tue impressioni?
«Quando avevo 15, 16 o 17 anni questa corsa era un sogno per me, la guardavo e pensavo a quanto sarebbe stato bello essere lì in gruppo. Già essere al via per me è una soddisfazione immensa e un'emozione indescrivibile».

Però questa emozione non ti ha bloccato, nella terza tappa ti abbiamo visto anche all'attacco...
«Tutte le tappe sono state molto impegnative, si andava fortissimo dall'inizio alla fine ed il livello era davvero alto: correre al fianco di campioni che hanno vinto il Tour de France, il Giro d'Italia e la Vuelta è stata un'esperienza fondamentale per me. Quel giorno verso Prägraten stavo abbastanza bene e ho deciso di provarci anche perché secondo me è molto meglio arrivare 50° dopo essersi fatti vedere che non finire 20° dopo essere stato nascosto tutto il tempo: ero riuscito anche a rientrare sui fuggitivi ma poi l'ho pagata, anche questo mi aiuta a crescere».

Parliamo delle tue caratteristiche fisiche: vai bene in salita ma non ci sembri uno scalatore puro.
«È vero, io mi ritengo un corridore abbastanza completo: in carriera mi è capitato di vincere le classifiche di miglior scalatore (ad esempio al Giro di Turingia di quest'anno, ndr) e negli anni scorsi sono riuscito a fare anche delle buone cronometro nelle corse Under 23, anche da prime dieci posizioni. Tra i professionisti però è tutta un'altra cosa».

Georg Preidler - Foto Team-radlandtirol.atSembra il profilo perfetto per un corridore che punta ai Grandi Giri, realizzato il sogno dell'Austria adesso quali sono le corse che più ti piacciono?
«Penso che il Tour de France o il Giro d'Italia sono un po' il sogno di ogni corridori perché sono le gare più importanti al mondo; se devo scegliere, però, dico il Giro, ci sono salite durissime, i tifosi sulle strade sono mossi da una passione senza pari e poi io adoro l'Italia, soprattutto per le gare ed il cibo».

Quest'anno ti sei fatto conoscere alla grande dal pubblico italiano vincendo due corse molto importanti.
«Sì, nel giro di pochi giorni ho vinto il Toscana Terra di Ciclismo, una prova della Coppa delle Nazioni, e il GP Palio del Recioto. Queste sono state due vittorie incredibili e che mi hanno dato una grande forza per continuare a fare sempre meglio».

Le due vittorie, però, hanno un fattore in comune...
«La fortuna! In effetti tutte e due le volte mi è andato tutto bene: in Toscana il mio avversario diretto è caduto vicino al traguardo dell'ultima tappa e sono riuscito a vincere per la somma dei piazzamenti. Al Recioto invece è stata una giornata strana perché alla partenza non stavo troppo bene e così avevo deciso di provare ad andare in fuga fin dall'inizio per vedere come andava: non avevo molte aspettative perché di solito in Italia le corse sono così, subito ti lasciano andare e poi negli ultimi giri ti vengono a prendere; quel giorno però andavamo forte e vedendo che avevamo ancora quattro minuti di vantaggio ho cominciato a crederci. Sull'ultima salita siamo rimasti in due e l'americano che era in fuga con me (Warabasse, ndr) andava fortissimo e io facevo fatica anche solo per stargli a ruota: da soli, però, sarebbe stata una faticaccia perché da dietro stavano rimontando e così ci siamo messi d'accordo per andare assieme al traguardo e giocarcela allo sprint anche se sapevo che avrei quasi sicuramente perso. In discesa, però, lui è caduto e così ho tirato dritto».

Solo merito della fortuna?
«Merito anche della fortuna, ma se non sai farti trovare al posto giusto al momento giusto puoi essere fortunato quanto vuoi che comunque non vinci. In Toscana eravamo rimasti solo in due a pari tempo in classifica e se nelle tappe precedenti avessi perso anche un solo secondo non ce l'avrei fatta; al Recioto uguale, fossi rimasto in gruppo probabilmente mi sarei staccato e non sarei arrivato neanche nei primi dieci. Spesso sono proprio delle piccole cose a trasformare una buona gara in una vittoria: è per questo che credo che bisogna sempre provarci, non si sa mai quello che può accadere».

E adesso sempre in Italia ci sono gli Europei, vuoi mica vincere anche lì?
«Non sarebbe male, eh? Mi hanno detto che il percorso è duro e questo mi fa piacere però in squadra ci sarà anche Matthias Brändle e cercherò di correre per lui non solo come gregario ma anche come amico visto che ho un ottimo rapporto con lui: so che si è preparato bene e lo aiuterò finché avrò forze».

Immaginiamo che le tue belle prestazioni abbiamo acceso anche l'interesse di diverse squadre.
«Sì, ci sono stati alcuni contatti, anche di squadre importanti, ma è ancora presto per dire cosa farò nel 2012. Di sicuro mi piacerebbe venire a correre in Italia ma so che non è facile, il mio amico Nerz mi ha raccontato molto sul suo inserimento alla Liquigas, e io non voglio neanche fare una scelta in base alla nazionalità del team in base a quello che riterrò meglio per me».

Preidler al Giro d'Austria © Cicloweb.itAnche tu sei nato nel 1990, per il ciclismo sembra un'annata piena di talento: c'è qualche segreto?
«(ride) Proprio non ne ho idea! Rispetto ai vari Sagan, Matthews, Phinney o Kwiatkowski io devo ancora crescere parecchio; alcuni di loro li ho anche affrontati un paio di volte, in una tappa della Coppa delle Nazioni Juniores in Repubblica Ceca venni battuto proprio da Sagan e Kwiatkowski».

Come è il rapporto tra l'Austria e il ciclismo?
«Purtroppo ora come ora non è troppo buono, si risente ancora dello scandalo doping che ha coinvolto Kohl al Tour de France del 2008: qui da noi la gente segue soprattutto i grandi eventi e questo di certo non ha aiutato. Adesso però abbiamo un gruppo di giovani corridori dal potenziale interessante e penso che tra tre o quattro anni la situazione sarà molto migliore: Brändle e Denifl corrono già in squadre importanti e sono i più conosciuti ma anche Krizek, che ha appena vinto il campionato nazionale, è molto giovane; poi mi piace segnalare anche il mio compagno di squadra Florian Gaugl, ha appena 20 anni ma sembra veramente un grande talento».

A proposito di compagni di squadra, come ti trovi al Tyrol Team?
«Molto bene, questo è un gruppo in cui un giovane corridore può crescere senza grosse pressioni: non è un caso se della quarantina di Under 23 che ci sono in Austria in quindici siamo proprio qui; la squadra ha un'età media bassissima e oltre ad uno staff molto preparato possiamo contare anche su un compagno di grande esperienza come Harald Totschnig. Certo, non è un team con il budget della Katusha o della Sky quindi non è sempre facile correre con continuità in giro per l'Europa però a volte la Federazione ci aiuta e per noi Under 23 c'è anche la possibilità di entrare in un programma di collaborazione con i corpi militari».

C'è qualche ciclista attuale o del passato che consideri come un idolo?
«Un idolo forse no, ma ad esempio un corridore che stimo molto è Ivan Basso. Poi ammiro davvero tanto Matthias Brändle, ha solo un anno in più di me ed è già riuscito a disputare corse prestigiose e fa parte di una delle squadre più forti al mondo: come già detto con lui ho uno splendido rapporto e spero di riuscire ad arrivare anche io ad alto livello».

Oltre al ciclismo hai altri interessi o pratichi altri sport per tenerti in forma durante l'inverno?
«Quando non mi devo allenare mi piace molto fare sci di fondo o delle lunghe camminate su e giù per i nostri monti. Sono anche un grande amante della musica, tutti i tipi di musica: mi sa che per gli Europei mi servirà una bella carica!»

Sebastiano Cipriani

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