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Tour de France 2011: Lavaur nobilita Cavendish - Mark si rifà su Greipel, terzo Farrar. Da domani Pirenei

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Mark Cavendish, alla terza vittoria nel Tour 2011, fa il bel gesto e abbraccia l'acerrimo rivale Greipel © BettiniphotoAlla lunga, malgrado un Tour che nei primi giorni sembrava (e a tratti era) molto intrigante, siamo arrivati lo stesso col fiato corto alla vigilia delle montagne. Nelle ultime tappe, a cavallo del riposo di lunedì, lo svolgimento è stato abbastanza ripetitivo, e lo spettacolo che ne è conseguito è stato un po' inferiore rispetto alle attese (malgrado la fuga di sabato e la vivacità di Gilbert), e se le maggiori emozioni sono state date dalle tante cadute che hanno fatto fuori troppi protagonisti, il bilancio non può essere in attivo.

Anche quella di oggi, da Blaye-les-Mines a Lavaur, è stata una tappa più o meno fotocopia delle ultime: stavolta la fuga è partita (sotto l'ormai consueta pioggia che ha bagnato a tratti il percorso) dopo 13 km, ancora una volta 6 uomini, nel dettaglio Rubén Pérez (Euskaltel), Delage (FDJ), Valentin (Cofidis), Grivko (Astana), Boom (Rabobank) e Engoulvent (Saur). Il gruppo non ha lasciato più di tanto fare, concedendo agli attaccanti non più di 4'20" di vantaggio massimo (toccato dopo 42 km, a 125 dal traguardo): ben sapevano, gli esperti del plotone, che lì davanti c'era gente nata già con la divisa da passista (vedi Boom, tanto per fare un nome).

Mentre i 6 si dividevano passaggi Gpm (a Boom su Grivko quello di 3a categoria dopo 28 km, a Delage quello di 4a al km 135) e traguardo intermedio di Gaillac al km 85 (Delage su Engoulvent e Boom), il plotone, controllato da HTC e Garmin, con qualche inserimento dei Lampre nell'ultima fase della tappa, dava battaglia giusto in occasione del citato sprint intermedio: a Gaillac Cavendish ha battuto Rojas, Ventoso, Greipel e Gilbert, dimostrando che per la maglia verde anche una volata intermedia per il settimo posto ha una sua importanza (in realtà chi ha seguito questo Tour dall'inizio lo sapeva bene).

Nell'attesa del ricongiungimento finale, ci si rendeva intanto conto, in gruppo e davanti alle immagini della corsa, che tale ricongiungimento non sarebbe stato così semplice. Se a 30 km dal traguardo il margine era ancora di 1'30", ai -10 i sei di testa avevano ancora 30" da amministrare: facendo due conti, cedendo 30" ogni 10 km come fatto nel tratto precedente, i fuggitivi sarebbero arrivati al limite: per scongiurare questo rischio, gli HTC di Cavendish si sono praticamente svenati, ma almeno sono riusciti nell'impresa di riprendere gli attaccanti, 5 di essi ai 4 km, e un contropiedista (sempre Boom, che già era stato il più attivo della fuga) ai -2.

Sull'infinito rettilineo che portava all'ultima curva a destra (posta ai 450 metri), la HTC ridotta ai minimi termini ha giocoforza lasciato il pallino alla Garmin, che non si è certo tirata indietro. Ma tanto, a un Cavendish col dente avvelenato dopo la sconfitta di ieri, bastava appena un apripista, nella persona del fidatissimo Renshaw. È stato Geraint Thomas a uscire in testa da quella curva, ma a centro strada la coppia HTC ha stretto i tempi e l'ultimo (in quest'occasione unico) vagone del treno si è spostato ai 250 metri, lanciando Mark a tutta velocità (malgrado il fondo stradale bagnato). Cavendish ha preso il largo, Greipel si è attivato con un attimo di ritardo (ma in realtà è stato sorpreso dall'anticipo dell'avversario) e non è riuscito, come aveva fatto invece ieri, a scavalcare il britannico. Secondo e primo ieri, primo e secondo oggi, con Farrar che a Lavaur ha fatto terzo.

Da domani saranno Pirenei e avremo di che parlare e scrivere e cronacheggiare (Contador sta bene o sta male? Andy attaccherà o attenderà? Basso terrà o colpirà? Evans? Cunego? Gesink?...). La sarabanda dei velocisti, invece, tornerà a far casino in sole altre due occasioni, entrambi domenicali: il 17, tra Pirenei e Alpi a Montpellier; e il 24, nella passerella conclusiva dei Campi Elisi. Da difendere, per Cavendish, non solo lo scettro di miglior velocista del Tour (e quindi del mondo: per Mark terza vittoria in questa Grande Boucle), ma anche la maglia verde appena conquistata sorpassando Rojas. Per l'inglese 16 punti sullo spagnolo, 20 su Gilbert e addirittura 87 su Greipel e 88 su Hushovd. Per la maglia gialla di Voeckler, invece, oggi nessun pericolo; domani Thomas sarà comunque tra i protagonisti: in difesa, ma protagonista.

Marco Grassi

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