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Campionato Italiano Under 23 su strada 2011: Come trotterella Trentin! - Matteo si impone su un generoso Aru, 3° un ottimo Fedi | Cicloweb

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Campionato Italiano Under 23 su strada 2011: Come trotterella Trentin! - Matteo si impone su un generoso Aru, 3° un ottimo Fedi

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Matteo Trentin Campione d'Italia Under 23, sul podio tra Fabio Aru e Andrea Fedi © BettiniphotoAvete presenti le annate perfette, ossia quelle in cui attraversi uno stato di forma strepitoso, pedali con facilità irrisoria anche su percorsi particolarmente impegnativi, insomma quelle annate in cui come si dice in gergo "non la senti neanche"? Bene, il 2011 ciclistico di Matteo Trentin corrisponde in pieno a questa definizione. Non pago di due successi prestigiosissimi come il Gran Premio Liberazione e il Trofeo Alcide De Gasperi, uniti ad una tappa del Giro delle Pesche Nettarine, alla Bolghera e al Giro del Pratomagno, il corridore trentino (nomen omen verrebbe da dire) ha confezionato questo pomeriggio l'ennesimo capolavoro andando a vincere il titolo italiano in quel di Melilli.

Non sarà sfuggito ai più attenti neppure il fatto che il giovane della Brilla Pasta Montegrappa è praticamente a tutta dall'inverno scorso, in cui si è dedicato come ogni stagione con ottimo profitto al ciclocross. Proprio quel ciclocross che gli aveva già fatto assaggiare il tricolore nelle categorie giovanili e di cui è divenuto inevitabilmente uno dei nostri migliori rappresentanti. E che indubbiamente ti insegna oltre che a migliorare la propria tecnica di guida in bici anche ad andare costantemente al limite in un lasso di tempo relativamente breve, tanto che chi su fango e sterrati ci sa andare può poi un giorno trarne benefici anche sul pavè. Non è un caso che la splendida annata di Trentin sia stata impreziosita, oltre che dalle vittorie sopracitate, anche da un 5° posto nel Giro delle Fiandre conquistato da Salvatore Puccio, che lo aveva visto attivo protagonista nel finale di gara. Così pure oggi un piccolo richiamo di Nord vi è stato anche nella caldissima Sicilia, con quei 300 metri finali lastricati in cui Matteo si è andato a prendere la vittoria e che chissà...magari proietteranno ad un Nord ben più prestigioso, infarcito di muri e pavè in un futuro neppure troppo lontano, imparando da quei gran califfi che di certe classiche se ne intendono (già da agosto sarà stagista con la Quick Step, prima di un passaggio al professionismo che potrebbe avvenire già nella prossima stagione). In attesa di ciò il ragazzo di Borgo Valsugana può comunque godersi una doppietta memorabile (Liberazione e titolo italiano Under 23) finora mai riuscita a nessuno.

Per un Trentin al settimo cielo di contro non si può non spendere ancora una volta qualche parola per Fabio Aru: il giovane sardo probabilmente penserà di esser stato vittima di chissà che sorta di maleficio, quello che puntualmente vede avversari di qualsiasi sorta mettergli la ruota davanti dopo una condotta di gara in cui la sua voglia di vincere ed il dispendio di energie sono direttamente proporzionali alla sua generosità. Quale occasione migliore di oggi poi per onorare la memoria di Anita Tironi, venuta proprio quest'oggi a mancare senza che potesse applaudire ancora una volta i suoi ragazzi che inseguivano un sogno tricolore? Niente da fare, neppure questa, all'ennesima conclusione di scatti fatti di rabbia, grinta, voglia di rompere finalmente il ghiaccio, è stata la volta buona. Restano ancora una volta gli applausi, la convinzione di essere sempre lì a giocarsela ma Dio solo sa che ulteriore toccasana psicologico costituirebbe il centrare la prima, agognata, vittoria nella categoria.

La gara prende il via da Canicattini Bagni, dove in mattinata Matteo Busato ha fatto suo il titolo tra gli Elite Senza Contratto. Sono in 116 a prendere il via alle 14.30, orario in cui la calura fa sentire ancora tutti i suoi effetti. I primi due giri ricalcano praticamente la prova disputata poche ore prima e trascorrono praticamente in tranquillità, senza che nessun allungo si renda degno di essere messo a referto. Così, trascorsi un'ottantina di chilometri di gara, gli indugi vengono rotti proprio dal siciliano Gazzara, uno degli uomini su cui la Trevigiani fa maggior affidamento per questa prova, che scatta portandosi appresso Mattia Moresco e Andrea Fedi. In una decina di chilometri l'accordo del terzetto si fa subito buono ed il loro vantaggio supera i trenta secondi su un drappello composto da una trentina di unità e di due minuti nei confronti di tutti gli altri. Nonostante il vantaggio scenda a poco più di venti secondi, i tre continuano ancora con convinzione nella loro azione, finchè verso la conclusione del primo dei quattro giri di circuito finale che prevede in ogni passaggio l'ascesa verso il paese di Melilli (con un primo tratto impegnativo, con pendenze che raggiungono anche il 7%), non nasce quella che diviene l'azione decisiva: Moresco si stacca dai due compagni d'avventura ma da dietro nel frattempo rinvengono Aru, Trentin e Penasa. Col passare dei minuti la situazione si stabilizza ed il vantaggio del quintetto raggiunge i 46" nei confronti di un drappello di contrattaccanti, vale a dire Osele, Barbin, Tedeschi, Nichele e Barabesi mentre il resto del gruppo continua a perdere terreno e rischia di veder praticamente compromessa la gara. In questa fase balza all'occhio la situazione della Zalf: il team veneto ha optato per un'avanscoperta del giovane Penasa ma quanto avrebbe potuto incidere la presenza di un Colbrelli o di un Boem (quest'ultimo peraltro in eccellenti condizioni di forma) se proprio si voleva lasciar coperti Agostini e Battaglin per farli scatenare magari negli ultimi chilometri? La scelta, posto che Penasa ha offerto comunque una validissima prova che per poco non lo faceva salire sul podio, in questo senso finirà col non pagare. Ai -25 Gazzara riesce a riportarsi sui quattro battistrada da cui aveva precedentemente perso contatto ed il vantaggio della testa sale così nuovamente a 48 secondi. Tutto fino a venti chilometri dal traguardo, quando Aru rompe gli indugi e scatta, seguito prontamente da Trentin mentre sia Penasa che Fedi non riescono ad accodarsi; inizia così un tiramolla tra le due coppie al comando, con Aru e Trentin prima sui 40, quindi poi a 24, 13 ed appena 8 secondi ad appena cinque chilometri dal traguardo, con la situazione quindi decisa a rimescolarsi e le ascese verso Melilli che ormai si fanno sentire. La corsa ormai è ristretta a questi pochi avventurieri, non vi sarà bis di Agostini, nè Battaglin, Moser e Cattaneo (altri attesissimi protagonisti) indosseranno la maglia tricolore.

L'azione del duo di testa, che sembrava poter scemare a vantaggio degli inseguitori, ritrova vigore proprio nell'ultimo frangente e così i 24 secondi di margine che entrambi guadagnano nuovamente costituiscono una distanza di sicurezza tale da restringere a loro due la lotta per il successo. Proprio nel momento in cui Fedi e Penasa perdono ulteriore terreno si accende il duello salendo verso il traguardo: Aru ci prova con una stilettata ai -2 dall'arrivo ma Trentin non si fa sorprendere, è ancora il sardo poi a riprovare costringendo nuovamente alla risposta il trentino. Si supera ormai il triangolo rosso dell'ultimo chilometro e Aru prova ancora una volta nel tentativo di evitare quell'epilogo in volata che avrebbe già un vincitore designato ma ai 400 metri Trentin spegne nuovamente (e definitivamente) le speranze del giovane in maglia Palazzago. Si entra nel tratto lastricato ed è lì che Trentin assesta il colpo di grazia, imprimendo lo scatto necessario per alzare le braccia e bardarsi di tricolore. Aru giunge secondo a 4", sconfitto ma a testa alta per l'ennesima volta in questa stagione stregata per lui sotto il profilo dei piazzamenti. Ben più distanziati gli altri: Andrea Fedi corona una gara generosa e animata da una fuga durata diversi chilometri con la medaglia di bronzo a 1'10", cinque secondi più tardi giunge un Penasa anch'egli esausto per lo sforzo profuso. Fuori dal podio anche la Trevigiani che piazza un Barbin convincente anche quest'oggi in quinta posizione a 1'27", prima che Tedeschi (6° a 1'54"), Barabesi (7° a 1'55"), Nichele (8° a 1'57"), Villella e Foppoli (9° e 10° a 2'31") completino la top-ten di giornata.

Epilogo avvincente ma di certo non sorprendente per questa giornata, in cui Trentin naturalmente felicissimo e soddisfatto per essere giunto in condizione ottimale all'appuntamento (in questo senso anche il GiroBio è risultato importante per presentarsi al top quest'oggi) può brindare all'ennesima perla stagionale. Al pavè, al ciclocross ed al ciclismo dei grandi ci si penserà prossimamente.

Vivian Ghianni

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