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GiroBio 2011: Agostini e Moser, il futuro è vostro - Promossi e bocciati dopo dieci giorni di corsa

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Il podio del GiroBio con tutte le maglie - Foto da Girobio.com

Mattia Cattaneo - 9.5
Nei pronostici della vigilia era un semplice outsider, tra tanti, ma ha saputo correre con intelligenza, gestendo alla grande il bonus di 2 minuti che gli altri big, probabilmente sottovalutandolo, gli avevano concesso nella tappa garganica. Il vero capolavoro è stato compiuto nella tappa di Gallio, nella quale non ha mai abbozzato neanche un piccolo cedimento. Come caratteristiche ricorda un po' Nibali... 

Winner Anacona - 9
Probabilmente il colombiano della Danton Caparrini è stato più forte pretendente al Giro in salita, ma alla fine ha pagato la famosa fuga di Rodi. Dal giorno dopo ha fatto il diavolo a quattro per cercare di rosicchiare secondi, venendo ripreso a pochissimo dall'arrivo a Benevento e riuscendo nell'impresa a Montecassino, Campo Imperatore e Marostica. Si può dire che gli sia mancata la stoccata finale nella penultima tappa ma ha lottato da leone, portando a casa una bellissima tappa. Tra i suoi un bravo anche a Vincenzo Ianniello (voto 6.5).  

Stefano Agostini - 9
Lo conoscevamo come corridore esplosivo, ma adatto a salite non troppo lunghe e invece a questo GiroBio ha dato l'impressione di essere molto competitivo anche su questo terreno. Due vittorie di tappa, il podio e la maglia di miglior scalatore sono un bottino invidiabilissimo per il tricolore. 

Moreno Moser - 8.5
Stoccata da finisseur, grandi doti da cronoman e spettacolare cavalcata sull'altopiano d'Asiago, con tanto di classifica a punti conquistata. Peccato per la defaillance di Marostica, complice forse anche un giorno di riposo che pare gli abbia fatto più male che bene, senza la quale avrebbe potuto lottare sicuramente per il podio e probabilmente per la vittoria. Cavallo di razza purissima.

Marco Zanotti - 8
In un Giro sulla carta con pochissimi arrivi per sprinter, il desenzanese della Casati piazza due botte prima e dopo le grandi montagne, sfruttando con intelligenza il lavoro di altre formazioni più attrezzate (i bresciani erano solo in quattro alla partenza) e raccogliendo il massimo possibile. Probabilmente un po' sottovalutato dagli addetti ai lavori, è ormai maturo per il tanto sospirato salto di qualità. 

Stefano Locatelli - 5.5
Da tanti era dato come il vincitore in pectore di questo Giro e per buona parte della decade la Colpack (voto 9 per la competitività del collettivo, 5 per la gestione delle risorse) ha corso compatta attorno a lui, sacrificando anche altre pedine importanti come Zilioli, Villella, Zardini che potevano rendersi utilissime se piazzate nelle fughe. Alla fine è solo sesto e il secondo posto di Marostica non può essere consolatorio.  

Fabio Aru - 7
Ancora un passo in avanti per lo scalatore sardo, dopo le belle prove nelle corse a tappe del 2010 e in Coppa delle Nazioni nell'aprile scorso. Manca il podio per pochissimi secondi (e per qualche abbuono a suo sfavore) ma in salita è costantemente con i primissimi, anche se gli manca il colpo del ko. Se, come pare, non passerà professionista, ha ancora un anno e mezzo per farci vedere ottime cose nella categoria. Bene anche Novikau (6.5, un combattente), respinto sì dal tappone, ma capace di sfiorare la maglia nella tappa del Gran Sasso e di chiudere ottavo in classifica.

Salvatore Puccio - 5
Che non fosse il Puccio ammirato in aprile lo si era capito già nelle prime tappe quando in più di un'occasione non aveva concretizzato l'enorme mole di lavoro del Team Hopplà (spessissimo all'attacco con più di un atleta, ma senza acuti, voto 6). Una brutta caduta verso Montecassino dopo l'incoraggiante terzo posto di Benevento può aver tarpato definitivamente le ali all'umbro, capace comunque di un sussulto d'orgoglio a Marostica. Chiude solo 17esimo, troppo lontano per essere vero. 

Zalf Desirée Fior - 8
Un'eccezionale somma di individualità non è bastata agli uomini di Rui e Faresin per portare a casa la classifica finale. Oltre al già citato Agostini un incontenibile Busato (8 anche per il vincitore del Friuli, sempre all'attacco nei primi giorni e capace di reggere degnamente sulle montagne), un Battaglin (6.5, bei miglioramenti in salita ma nessun colpo decisivo) competitivo su tutti i terreni e un Bongiorno (6, è sempre lì ma ci è parso un po' sottotono) forse ancora poco integrato negli schemi avevano tutte le carte in regola per far saltare il banco ma hanno pensato forse più ai traguardi parziali che a provare il colpaccio. Bilancio in ogni caso più che buono.  

Trevigiani - 7.5
Tutto il contrario della Zalf: tutti per uno e uno per tutti. Con Cattaneo in maglia, non si sono sottratti alle responsabilità della corsa, macinando chilometri su chilometri in testa al gruppo e trovando - per onor del vero - per strada anche qualche ottimo alleato. Alla fine portano a casa anche la cronometro con Jakub Novak (7, a disposizione del team ma capace di mettere tutti in riga ad Alba Adriatica) e una splendida vittoria di gruppo.

Daniele Cavasin - 7
Abilissimo a sfruttare una delle poche tappe adatte ai suoi mezzi, infilarsi in una fuga orchestrata da altre squadre e a castigare tutti nella volatina ristretta dopo un finale di tappa abbastanza nervoso, cogliendo la sua prima vittoria stagionale.  

Donato De Ieso - 7
Una citazione meritata anche per il portacolori della Vejus, unica formazione meridionale ammessa al GiroBio. Costantemente nei primi dieci di classifica fino al tappone di Gallio, ha sofferto sulla salita verso il Rifugio Barricata e ha dovuto accontentarsi di un comunque onorevolissimo 19esimo posto, al suo primo appuntamento di un certo livello. Per il team beneventano un'ottima vetrina sfruttata alla grande, sperando in una crescita costante del movimento ciclistico meridionale.

Giancarlo Brocci - 8
Al baffo toscano va dato atto di aver costruito una realtà totalmente nuova, accolta con scetticismo, ma capace di andare avanti per la propria strada (cosa già difficile per i tempi che corrono) e di continuare a far parlare ancora tanto. Le idee non gli mancano e il suo staff, per la categoria, è di ottimo livello. 

Giuseppe Cristiano

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