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Giro di Svizzera 2011: Kruijswijk vince, Cunego tiene - E Soler rischia la vita in una caduta

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Prima vittoria in carriera per Steven Kruijswijk © BettiniphotoSteven Kruijswijk non ha un nome facile da scrivere e da pronunciare ma addetti ai lavori e appassionati dovranno impararselo per bene perché questo 24enne olandese promette di ottenere tanti ottimi risultati negli a venire: dopo il suo bel nono posto finale al Giro d'Italia, con un finale in crescita, oggi è arrivata la vittoria nella sesta tappa del Giro di Svizzera con arrivo in quota a Triesenberg. Per Kruijswijk si tratta della prima vittoria internazionale in carriera contanto sia le quattro stagioni passate in formazioni Continental (il 2006 alla Van Vliet, dal 2007 al 2007 alla Rabobank) sia le prime due da vero professionista con la prima squadra della Rabobank. La cosa più bella di Kruijswijk è che sta mettendo in mostra doti di resistenza non comuni per un ragazzo così giovane e alle prime esperienze in corse di così alto livello: se il processo di maturazione continuerà senza intoppi vari ne potremo vedere delle belle.

La giornata però non era iniziata affatto bene perché intorno al chilometro 40, dopo un avvio fatto di scatti e controscatti, c'è stata un bruttissima caduta che, giusto per far capire la gravità del momento, ha costretto gli organizzatori a neutralizzare la corsa per alcuni minuti per consetire un più rapido passaggio delle ambulanze. Secondo le prime ricostruzioni Mauricio Soler sarebbe andato a sbattere contro alcuni spettatori a bordo strada: fortunatamente non sembrano esserci situazioni critiche anche se la diagnosi per il corridore colombiano, vincitore della tappa di Crans, parla di una frattura al cranio, un edema cerebrale, un'altra frattura alla caviglia sinistra e di un polmone collassato: è ricoverato in terapia intensiva e rimarrà sotto osservazione per alcuni giorni; ci dispiace per Soler che sicuramente ha un fisico con un motore molto potente ma non è possibile che finisca sistematicamente a terra in ogni in ogni corsa a cui partecipa rischiando la propria salute (finora tutto sommato gli è andata spesso bene) e quella di chi gli sta accanto.

Appena la tappa è ripartita c'è stata praticamente subito un'altra caduta che ha spezzato il gruppo e solamente al chilometro 74 è partita la fuga buona: Gorka Izagirre, Angel Madrazo e Sylvain Chavanel sono riusciti a guadagnare subito un minutino ed in seguito il loro vantaggio si è stabilizzato attorno ai quattro minuti e mezzo. L'andatura degli uomini della Lampre, però, era molto regolare e meno di trenta chilometri dall'arrivo s'è capito che la formazione italiana non aveva poi un grande interesse nell'andare a riprendere i tre battistrada che, infatti, hanno toccato il loro vantaggio massimo di 4'50" proprio a 27 km dal traguardo. Visto che la situazione rischiava di essere compromessa, almeno per il successo parziale, la Leopard Trek ha messo in testa al gruppo tutta la squadra per aumentare il ritmo.

Il vantaggio, infatti, è calato rapidamente e il lavoro di gregari di Frank Schleck è continuato anche sulla salita finale verso Triesenberg: mentre il basco Izagirre rimaneva da solo in testa alla corsa dietro, sotto la spinta di Maxime Monfort, si formava un gruppetto di 12 uomini in cui erano presenti tutti i primi dieci della classifica generale con l'aggiunta del nostro Giampaolo Caruso, 13° alla partenza. L'andatura imposta da da Monfort era molto regolare e per diversi chilometri la situazione è rimasta immutata; il primo a perdere contatto da questo drappello è stato Danilo Di Luca attorno ai meno sei ma al suo posto è riuscito a rientrare lo svizzero Mathias Frank che era caduto a poco più di 20 km dall'arrivo e che è riuscito a fare un gran bel numero facendo la salita finale a tutta.

La tappa non si anima neanche quando viene ripreso Izagirre eppure nel gruppo di testa c'erano ben tre Leopard (Monfort, Fuglsang e Schleck) e tre Rabobank (Kruijswijk, Mollema e Ten Dam) che avrebbero potuto inventarsi qualcosa per mettere in difficoltà Damiano Cunego. Ai meno tre s'è staccato Danielson a causa di un salto di catena e dopo poche centinaia di metri è arrivato finalmente il primo scatto, ad opera di Bauke Mollema: al corridore della Rabobank ha risposto prontamente Damiano Cunego che sullo slancio ha provato l'azione in contropiede; la pedalata del veronese, però, non aveva la stessa efficacia di quella dell'altro giorno ma è stata sufficiente per mandare in grande crisi Tejay Van Garderen. Alla fine è lo stesso corridore della Lampre a subire il controscatto da parte di Kruijswijk che si è involato tutto solo quando mancavano 2400 metri all'arrivo. All'inseguimento hanno provato a mettercisi prima Caruso, poi lo stesso Cunego ed infine anche Leipheimer ma nessuno è riuscito ad avvicinarsi.

Negli ultimi 800 metri l'americano della RadioShack è riuscito a staccare Cunego per il secondo posto ed oltre all'abbuono gli ha rosicchiato anche altri 9" in classifica generale. Letteralmente affondato, invece, Tejay Van Garderen che ha perso addirittura 2'15" da Kruijswijk (1'57" da Cunego) in meno di tre chilometri. Per Cunego quindi il bilancio della giornata è in attivo perché ora in classifica generale ha un vantaggio di 1'23" e 1'36" sui due giovani talenti della Rabobank, Mollema e Kruijswijk rispettivamente, e di 1'41" su Frank Schleck; considerando la cronometro finale qualche pericolo potrebbe venire da Levi Leipheimer che è quinto a 1'59", un margine che ci sembra difficile poter colmare in 32 km. Qualche insidia potrebbe venire dalla tappa di domani con arrivo, in salita, a Serfaus in Austria: l'ascesa finale è breve e ripida, sulla carta molto adatta a Damiano che rischia però di ritrovarsi senza compagni di squadra già a metà tappa, dopo la scalata Flüelapass; certo, se Leopard e Rabobank correranno come oggi Cunego può stare veramente tranquillo.

Sebastiano Cipriani

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