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Giro Bio 2011: Agostini non è certo un abatino - A Montecassino vittoria Zalf, Cattaneo scalza Busato | Cicloweb

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Giro Bio 2011: Agostini non è certo un abatino - A Montecassino vittoria Zalf, Cattaneo scalza Busato

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Il podio della quarta tappa del GiroBio con Stefano Agostini tra Winner Anacona ed Enrico Battaglin © Cicloweb.itCome spesso accade quando ci si trova di fronte a tappe come quella odierna, l'affermazione più gettonata sembra essere sempre la stessa: la tappa non ci dirà chi vincerà il Giro ma ci dirà sicuramente chi non lo vincerà. L'ascesa verso l'abbazia di Montecassino infatti non permetteva di realizzare distacchi importanti ma unita alla dura ascesa di Bocca di Selva a metà corsa poteva restare nelle gambe di qualcuno, che inevitabilmente si trovava poi costretto a mollare la presa oppure limitare i danni il più possibile. In tutto questo il GiroBio quest'oggi ha avuto la sua bella tinta tricolore per mano di Stefano Agostini, giunto a questa corsa col chiaro intento di conquistare almeno un successo di tappa, come dimostrato anche nella tappa di ieri. Naturalmente non può che gioire anche la Zalf, che se da un lato si vede spodestata delle insegne del primato da Cattaneo può consolarsi col primo successo parziale di questa edizione.

Dopo la partenza da Pietrelcina, il primo vero tentativo di giornata si sviluppa dopo il Gpm di Campolattaro (su cui transita per primo proprio Agostini) e lancia in avanscoperta il ceco Novak, Doneddu e Barabesi (chiaro quindi l'intento delle loro formazioni di costringere altri a tirare in gruppo): l'azione prende un margine superiore ai 30 secondi ma lungo l'ostica ascesa di Bocca di Selva il gruppo, dove si segnala il Team Colpack di Locatelli sempre nelle prime posizioni, riassorbe i tre e permette a Stefano Agostini di aggiudicarsi il secondo gran premio della montagna del giorno. Nel tratto di discesa si registra un primo momento chiave con la caduta di Salvatore Puccio, uno dei pretendenti al successo, che si rialza dolorante e rientra con un pò di fatica in gruppo. L'atleta di Petrignano poi non riuscirà a tenere le ruote dei primi sull'ascesa finale, terminando con un ritardo di 57" dal vincitore, con la speranza che le botte non presentino il conto più salato domani nel primo vero tappone di questo Giro. La situazione di gara intanto resta in continuo divenire, con Agostini e Barabesi ancora determinati a cercare la fuga buona ed altri contrattaccanti che via via si portano in testa: prima è la volta di Tsatevich, Graziato, Betti, Gorodnichev, Owsian e Trentin, poi anche Mammini col già citato Agostini va sulla testa, quindi Gazzara e Zilioli, prima che dal gruppo (nel frattempo distante sempre non più di 30 secondi) giungano anche Lasca, Barbin, Pantò, Mucelli, Lupori, Kosyakov, Anzalone, Anacona, Fiorenza, Polivoda, Quintero Artunduaga, Tedesco e Galligani. Sono così in 22 al comando, con alcuni uomini da tenere particolarmente in considerazione, ragion per cui il vantaggio sul gruppo continua ad essere esiguo (anche per il gran lavoro operato dai Colpack di Locatelli). A circa 20 chilometri dal traguardo poi la situazione cambia ulteriormente: restano dapprima in dieci in testa (Polivoda, Barbin, Zilioli, Agostini, Mammini, Gorodnichev, Owsian, Pantò, Betti e Anacona), poi vengono raggiunti anche da Busato, che si muove quindi in prima persona, Fanelli e Quintero. Non occorre molto tempo affinchè la situazione muti nuovamente, visto che Lasca e Lupori, ovvero i due portacolori della Bedogni, riescono anch'essi a raggiungere la testa della corsa prima dell'ultimo traguardo volante di giornata fissato a Cassino mentre da dietro anche la nazionale russa inizia a farsi vedere sensibilmente in testa. 

Ormai non resta che l'ascesa non impossibile verso Montecassino dove sono Agostini, Anacona (ottima la sua prova) e Zilioli i più determinati a fare la selezione e giocarsi così il successo di tappa. A meno di 5 dall'arrivo il vantaggio del terzetto nei confronti del gruppo dei migliori, composto da circa 40 corridori, sfiora i 30 secondi mentre il resto dei battistrada viene man mano riassorbito. Il pur bravo Zilioli non riesce più a reggere il ritmo di Agostini e Anacona e così ai meno 3 è costretto ad alzare bandiera bianca. Appare ormai chiaro che i giochi per il successo restano ristretti alla coppia al comando, tuttavia in gruppo Moreno Moser (finora meritatamente in maglia bianca) appare molto pimpante, meno sicuramente Busato che perde contatto e procede col suo passo verso il traguardo. Superato il triangolo rosso il vantaggio del duo di testa è ormai rassicurante e così si giunge allo sprint dove il maggior spunto veloce del campione italiano Agostini ha la meglio sul generoso Anacona, che però può sicuramente consolarsi con un la convincente prestazione odierna che lo rilancia nei discorsi riguardanti il podio o, perchè no, il successo finale. A 9 secondi la festa a metà della Zalf (in quanto Busato si è staccato ed accusa 50" di ritardo al traguardo) viene completa da Enrico Battaglin che coglie la terza posizione regolando Moser e Locatelli, mentre a 11 secondi giungono Aru, Di Serafino, Monguzzi, Cattaneo, De Ieso (bravo il giovane campano), Ciavatta, Bongiorno e D'Elpidio. Detto di Busato e di Puccio, scorrendo l'ordine d'arrivo si notano distacchi via via più importanti: a parte Zardini, staccato di 15", si notano il russo Zakarin a 50", Miletta a 58", Pizzaballa a 1'24", il polacco Owsian a 1'27", Cecchinel a 1'32", Marchetti a 1'54", Pantò a 2'02", Sintsov a 3'11" per giungere a Zanco e Stocco (quest'ultimo protagonista di un tentativo di fuga), protagonisti nell'edizione passata, che hanno tagliato il traguardo a 4'05" e che a questo punto dovrebbero correre completamente in appoggio agli altri leader.

Mentre per Agostini oltre alla vittoria di tappa (la quarta stagionale per lui) giunge la soddisfazione di vestire la maglia verde di miglior scalatore, la generale vede ora al comando Mattia Cattaneo, ancora in buona condizione dopo il vittorioso Giro delle Pesche Nettarine: per lui ora 22 secondi di vantaggio sul bielorusso Novikau e 24 su Matteo Busato, tutti oltre il minuto gli altri. Una verifica importante la si avrà però domani sul duro arrivo di Campo Imperatore, a oltre duemila metri di quota, dove anche le condizioni climatiche potrebbero giocare un ruolo fondamentale.

Vivian Ghianni

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