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Criterium del Delfinato 2011: Finalmente riecco il Purito - Primo JRO, Wiggins difende bene la maglia gialla

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Seconda vittoria stagionale per Joaquím Rodríguez - Foto Marca.com

Salita sconosciuta, il Collet d'Allevard, ma abbastanza temuta dal gruppo per le sue pendenze. Niente cicloalpinismo, ma lunghi tratti duri, anche un km con pendenze al 12%, con una media dell'8.4%. "Più dura dell'Alpe d'Huez" è il commento più ardito. E quando le pendenze sono dure, Purito si alza sui pedali e fa vedere di che pasta è fatto. È Joaquim Rodriguez a vincere in solitario la sesta tappa del Criterium du Dauphinè, tornando al successo dopo aver alzato le braccia in questa stagione per la prima volta a Zumarraga nel giro dei Paesi Baschi quattro secondi posti piuttosto pesanti, l'ultimo nella tappa di Saint Pierre de Chartreuse. 

La cronaca: Non prende il via Roche, per le conseguenze della caduta di ieri. La prima parte di gara è molto intensa, molti uomini vogliono prendere il largo ma nessuna fuga riesce a guadagnare margine dopo i primi 3 gpm. Sulle prime due cȏtes di quarta categoria passa in testa Leonardo Duque, rafforzando così la sua maglia a pois da eventuali attacchi nella seconda parte. Tra i più attivi si segnalano Gesink e Przemyslaw Niemiec, che scollina in testa al Col des Aravis, la vetta più alta della tappa di oggi. È però in fondo alla discesa della suddetta salita che si forma la fuga importante, con otto uomini protagonisti: Gautier (Europcar), Trofimov (Katusha), Casar (FDJ), Garate (Rabobank), Finetto (Liquigas), Amador (Movistar), Seeldrayers (Quick Step), Egoi Martinez (Euskaltel), alcuni di questi già attivi in precedenza. Da questo momento in poi è il team Sky a sobbarcarsi l'inseguimento, non lasciando molto spazio ai fuggitivi, nonostante il meglio messo in classifica, Casar, abbia 5'41" di ritardo da Wiggins: il vantaggio massimo è di 3'45", raggiunto in vetta al Col de Tamie. La lunga ma pedalabile ascesa del Col du Grand Cucheron fila liscia, come era lecito aspettarsi: i fuggitivi collaborano serenamente mentre dietro il gruppo viaggia ad un andatura regolare ma sostenuta, con Ivan Basso che fa capolino nelle prime posizioni. Ad animare la corsa ci pensa una mandria di mucche: sì , stiamo parlando di un gruppo di bovini che a 22 km dall'arrivo si pianta in mezzo alla strada nel momento più sbagliato, facendo cadere un po' di corridori, i più sfortunati sono Jeannesson e Landa Meana con il basco costretto poi al ritiro: il gruppo si fraziona e alcuni dei corridori ben messi in classifica, come Rilbon, sono costretti a spendere energie per recuperare ai piedi della salita. Un'episodio che ricorda una Gent-Wevelgem di 11 anni fa, quando 2 cavalli, spaventati dagli elicotteri, stesero Erik Zabel. Strano però che degli animali così mansueti e docili abbiano avuto l'ardire di attraversare la strada, nonostante il precedente passaggio di mezzi e fuggitivi.

Per i fuggitivi le speranze di successo tramontano già sulle prime rampe del Collet d'Alevard: solo Garate tenta un'ultima fiammata. Poi si mette in testa Edvald Boasson Hagen e in un chilometro riduce il gruppo a una quindicina di unità, tra la sua andatura forsennata e le pendenze già al 9%. La prima vittima illustre è Brajkovic, ma anche Hermans, Taaramae, Rui Costa e Moncoutie non riescono a tenere questo ritmo. A meno di 7  km dal termine accelera un redivivo Gesink. Un accelerazione di Rodríguez lo ferma. Poi tocca a Vinokourov che viene seguito da Rodríguez, il quale riesce a rilanciare e a piazzare un serio affondo, che alla fine risulterà decisivo. In questo marasma Wiggo soffre ma rimane sempre coi migliori, evitando di rispondere a qualsiasi attacco; la trenata di Boasson (al quale sarebbe dovuto seguire Uran, che però oggi ha beccato una giornata storta) aveva la doppia funzione di mantenere l'andatura regolare e mettere in difficoltà quegli uomini di classifica che non avrebbero sopportato queste pendenze. Anche Evans tenta un attacco, che poi pagherà per tutta la salita. Vinokourov viene ripreso ai meno quattro, mentre Rodríguez continua la sua cavalcata con un margine che oscilla tra i 30" e i 40" su un gruppetto composto da Gesink, Van Den Broeck, Vinokourov, Wiggins e un sorprendente Kern, autore di una prestazione totalmente senza precedenti (almeno prima di questo Delfinato): le uniche credenziali in salita del corridore transalpino riguardano un secondo posto nella classifica scalatori della Vuelta 2008. Eppure il corridore della Europcar, posseduto dallo spirito di Francisco Mancebo (del quale ricorda la scarsa compostezza in salita, anche se va detto che Francisco in questo è di un'altra categoria), mena sui pedali con la tipica generosità del ciclista francese in testa al gruppetto, per migliorare il suo 12° posto in classifica. Evans invece paga e deve farsi il resto della scalata con Peraud e Chris Sorensen.

Purito regge bene gli ultimi quattro chilometri e può alzare le braccia, anzi solo un dito al cielo, una dedica a Xavi Tondo. A 30" si piazza secondo Robert Gesink, scattato nel chilometro finale, e a 39" Van Den Broeck, con Kern a poca distanza. Wiggins arriva a 53", pagando solo 4" a Vinokourov dopo un lungo tira e molla, mentre Evans si stacca anche dai due compagni degli ultimi chilometri, ma perde 1'08" e dunque mantiene il suo secondo posto. Poi, il vuoto: dopo uno strepitoso (anche oggi) Voeckler 10° a 1'58", arrivano i battuti, con Brajkovic che paga 3'55" e scivola al 9° posto. 27° e primo degli italiani Ivan Basso a 4'28", che fino all'azione di Rodríguez era però riuscito a tenere il gruppo dei migliori.

Vittoria netta per Bradley Wiggins e per la sua squadra oggi, nella prova più difficile: non destano grosse preoccupazioni i diretti rivali in classifica in un confronto diretto, visto il vantaggio e la condizione dimostrata. Nella tappa di domani, breve quanto dura, l'unico modo per mettere in difficoltà Wiggins sarà attaccare già sulla Croix de Fer, perchè su La Toussuire in caso di corsa morbida i distacchi saranno risicati. Da questo punto di vista si può temere allora un cavallo pazzo come Vinokourov, o lo stesso Kern ora 5° a 2'52", che con Voeckler forma un duo temibile: quasi impossibile per uno dei due vincere il Delfinato, ma accendere la corsa per un podio e far saltare Wiggo potrebbe essere nei loro piani.

Nicola Stufano

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