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Giro d'Italia 2011: Garzelli, il sogno è svanito. Per ora - Grande la prova di Stefano nel tappone

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Stefano Garzelli, impegnato nel tappone del Gardeccia di cui è stato protagonista © BettiniphotoCi ha provato nella tappa più dura di questo Giro, e ci riproverà ancora sia per difendere quella maglia verde che adesso indossa sia perchè vuole conquistare la nona tappa in carriera al Giro, la corsa che lo ha lanciato nel 1997 e consacrato nel 2000. Grande protagoniosta della tappa regina di questa edizione del Giro è stato infatti un indomabile Stefano Garzelli, piegatosi solo al Gardeccia e a Nieve. Ci si aspettava in questa tappa l'attacco del varesino che a quasi 37 anni si è infilato nella fuga buona insieme a tanti altri corridori desiderosi di sfruttare le proprie doti di grimpeur e una classifica che difficilmente avrebbe disturbato i migliori.

A spiccare il volo con Garzelli, quindi, anche gente del calibro di Di Luca e Sella tra gli italiani, ma anche Popovich, Nieve, Sastre, Tshopp e Weening. Tutta gente avvezza ad alzare le mani in segno di vittoria sui traguardi dei grandi Giri. Peccato che tra questi ci fosse anche Johnny Hoogerland, il corridore che con uno scatto poco ponderato sul Giau ha costretto Garzelli a venire allo scoperto troppo presto. Si perché il buon Stefano non è riuscito a stare calmo e dopo aver ripreso Hoogerland e scollinato solitario sulla Cima Coppi, è andato avanti da solo per una sessantina di chilometri.

Mentre il gruppetto dei fuggitivi della prima ora andava alla deriva e il gruppo maglia rosa si dava battaglia a distanza di parecchi e rassicuranti minuti, il portacolori dell'Acqua & Sapone scendeva dal Giau, passava dai Serrai di Sottoguda, attraversava Malga Ciapela e scalava tutto solo la Marmolada, teatro di mille battaglie vissute da protagonista durante la sua lunghissima carriera. In cima alla terribile salita, lassù dove si sfiora il lago Fedaia e ci si tuffa attraverso delle gallerie verso Canazei, il Garzo ha accarezzato il sogno di trionfare di nuovo al Giro con la stessa strategia vincente dello scorso anno: andare piano nella tappa dello Zoncolan e dare tutto nella tappa successiva.

A Plan de Corones era andata così ma oggi, mentre Hoogerland, Di Luca e Sella venivano risucchiati dai giganti del Giro, un giovane navarro ha interrotto ma non rinviato il suo sogno. Mikel Nieve, che quando Garzelli trionfava nel primo Giro del nuovo millennio con l'aiuto di Pantani aveva solo 16 anni, durante tutta la galoppata di Garzelli è infatti rimasto idealmente agganciato al varesino con un ritardo sempre oscillante tra i 45" segnati sul Giau e i 38" della Marmolada. Una minaccia reale visto che l'euskaldun aveva dimostrato il giorno prima sullo Zoncolan di essere un osso duro. E così, senza obblighi di assistenza verso l'ex capitano Anton, naufragato lungo il viaggio verso la Val di Fassa, superata la settima ora di corsa il già vincitore di una tappa alla Vuelta è andato a riprendere e saltare il generoso corridore di Cenghialta e Gini che comunque ha resistito al ritorno di sua maestà Contador, sfilandogli oltretutto la maglia verde che ora proverà a difendere fino a Milano.

Ma l'obiettivo principale per Stefano resta comunque la conquista di una tappa, l'ennesima tappa. L'ultima settimana riserva ancora tante occasioni e Garzelli cercherà di regalarsi ancora un successo, degno premio per un atleta che, dopo aver attreversato tre decenni in bici, non smette ancora di lottare.

Marco Fiorilla

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