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Giro d'Italia 2011: L'Etna di Nibali, Visconti e Scarponi - Le rivalità tra gli italiani

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La volata per il terzo posto con Garzelli che supera Nibali e Kreuziger © Bettiniphoto«È stato bello andare in fuga in questa tappa a cui tenevo molto. Sentire la gente che ti incita è stato emozionante, anche se molti mi gridavano "Vai Vincenzo!"...». Giovanni Visconti, simbolico numero 150 della corsa, la maglia tricolore sulle spalle, in fuga sulle strade della sua Sicilia. Sale verso l'Etna, lui, nato a Torino, palermitano d'origini e toscano d'adozione - vive a San Baronto.

Essere in testa alla corsa sulle strade di casa e con una maglia tanto importante sulle spalle avrà sicuramente fatto morire d'invidia l'eterno rivale, Vincenzo Nibali: messinese, atteso alla grande prova oggi e, pure lui, toscano d'adozione, ma di Mastromarco. Una piccola guerra tra borghi nonché tra atleti, che non sono nemici ma, a dirla tutta, proprio simpatici non si stanno.

Visconti ci ha provato, per nulla sazio dopo la bella vittoria di ieri del compagno Oscar Gatto. Giusto così. Nibali avrebbe voluto tentare il colpo; il piano, un piccolo sogno, era vincere sull'Etna ed indossare la maglia rosa davanti al pubblico amico, quello che, al Processo alla tappa, gli porta un vassoio di cannoli («sono buonissimi ma ora non posso mangiarli»).

Come s'è visto, c'è stato uno stratosferico Contador in mezzo e Vincenzo è rimasto scottato dal vulcano. Corre il Giro per vincerlo ma avrebbe dato l'anima per vestire la rosa quassù sull'Etna, nella tappa che partiva dalla sua Messina. Invece non ha mai dato l'impressione di essere in grado di contrastare Contador. Ha trovato un paio di scatti dettati più dall'orgoglio che dalla consapevolezza di poter accorciare il distacco, niente di più. È stato acclamato prima, durante e dopo la tappa dai suoi sostenitori, che stasera avranno il muso un po' più lungo ma la speranza di assistere ad un riscatto del messinese.

Due scatti, quelli di Nibali, che ci portano ad alcune considerazioni. Il fattore campo - meglio, terra - esiste eccome, altrimenti, con tutta probabilità, lo Squalo dello Stretto sarebbe salito sì a ritmo elevato ma senza dar un briciolo di spettacolo ai suoi fans, insomma. Vincenzo ha tutta la tensione che grava sulle giovani spalle di chi, per la prima volta, corre il Giro da capitano unico.

La Liquigas costruita intorno a lui anche oggi non è parsa impeccabile (già attorno ai -12 era rimasto senza compagni in gruppo) e questo potrebbe essere fondamentale nell'economia delle tre settimane. Infine, il fatto che Vincenzo non abbia risposto immediatamente allo scatto di Contador può essere, paradossalmente, un segnale non così negativo. Potrebbe indicare che il top della forma, Vincenzo, non l'ha ancora raggiunta, puntando ad essere al meglio già dalle prossime tappe.

Senza perdere troppo da Contador che, ad oggi, è di un'altra categoria, s'intende. Lo scenario opposto non sarebbe un bel vedere per i "nibaliani", costretti ad assistere ad altre batoste da avversari più in palla. A bocce ferme, e sempre escludendo Contador, Nibali è il primo degli uomini di classifica.

Chi fermo, oggi, non c'è saputo stare ed ha pagato, è invece Michele Scarponi. Forse per eccesso di sicurezza, forse per ansia da prestazione, è andato dietro allo scatto di Contador, non capendo che da lì a poco sarebbe sprofondato in un clamoroso fuorigiri. «Scarponi ha provato a seguire Contador e si è visto che ha pagato dazio», ha rimarcato nel finale di tappa Nibali, facendo notare la differenza di atteggiamento tattico tra lui, saggio ed attendista, ed il marchigiano, istintivo ed alla fine rimasto con una gamba su ed una giù.

Ora, se Nibali potrebbe essere in crescita, consapevole della propria (potenziale) forza, Scarponi - lo ribadiamo - dà l'impressione di chi, avendo raggiunto il picco di forma, teme di veder volare davanti a sé i minuti, specie nell'ultima terribile settimana. La risposta giungerà, inevitabilmente, nei prossimi quindici giorni. Nibali avrà modo di rifarsi, Scarponi - si spera - imparerà dall'errore commesso oggi, Visconti ci riproverà da lontano.

Già, Visconti. Oggi abbiamo assistito ad uno scatto d'orgoglio da parte sua. Si dice che "quando arriva la corsa di Visconti càpita sempre qualche imprevisto" o che "nel momento chiave di una tappa si squaglia". Ebbene, in questa frazione non ha vinto nemmeno un traguardo volante ma non importa. Voleva onorare la tappa, la sua Sicilia, gli amici e la gente che è scesa in strada ad incitarlo. Anche quelli che gli urlavano "Vai Vincenzo!", perché questa era la domenica della Sicilia e dei siciliani.

Francesco Sulas

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