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Giro d'Italia 2011: Petacchi-Scarponi, una Lampre per due - La convivenza tra i due capitani è finora perfetta | Cicloweb

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Giro d'Italia 2011: Petacchi-Scarponi, una Lampre per due - La convivenza tra i due capitani è finora perfetta

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Intorno a Scarponi e Petacchi una Lampre-ISD molto solida © BettiniphotoTra le squadre dei favoriti per la classifica finale del Giro d'Italia, non se ne trova quasi nessuna che non sia interamente dedita al capitano designato per la classifica: la Liquigas è tutta intorno a Nibali, non parliamo poi della Saxo Bank con Contador, e lo stesso discorso vale per la Geox di Denis Menchov; in altre formazioni (l'Astana, la Katusha) c'è qualche uomo che potrà fungere da battitore libero (Kiserlovski di qua, Di Luca di là), ma non si discute l'impegno dei gregari (anche di lusso) per i capitani Kreuziger o Rodríguez.

In questa che è una regola di questo Giro, c'è una sola formazione che fa eccezione, ed è la Lampre-ISD, divisa tra due capitani che evidentemente hanno pari dignità, ovvero Petacchi e Scarponi. In queste prime tappe gli uomini di Orlando Maini hanno lavorato per AleJet, nelle prossime (a partire da domani) inizieranno a farlo per l'Aquila di Filottrano. Di sicuro, non sarà facile gestire le energie per supportare al meglio i due capoccia della squadra, ma quel che abbiamo visto nella tappa di Fiuggi è abbastanza esplicativo dei movimenti dei blu-fucsia.

La Lampre, nel lungo inseguimento del gruppo ai cinque (poi quattro, poi tre, poi uno) fuggitivi di giornata, si è guardata bene dall'intervenire, lasciando che fossero altri team a fare il lavoro sporco. Del resto, Petacchi una vittoria ce l'ha già, in carniere, in questo Giro; al contempo, di occasioni per gli sprinter non ne restano poi tante (dopo quella di oggi, appena tre: Tropea, Teramo e Ravenna). È quindi addirittura matematico che tocchi ad altri remare contro le consuete fughe di giornata. Oggi è stato il turno della Farnese Vini, forse un po' illusa dallo splendido piazzamento di Oscar Gatto ieri a Orvieto (a Fiuggi invece il trevigiano ha balbettato: solo 37esimo anche se era nel gruppo buono), nonché dell'Androni (per Ferrari, ottimo terzo alla fine) e della Movistar (che in Ventoso aveva il candidato perfetto per un successo, che infatti è arrivato).

Solo negli ultimi 10 km i Lampre si sono mossi per dare una mano a Petacchi: prima Niemiec, poi Marzano, hanno controllato i vari scatti che si sono susseguiti nell'acceso finale della sesta frazione, ma non si può proprio dire che i due abbiano speso granché nell'impegno di tamponare ora Millar, ora Bakelandts. Per il resto, ad AleJet è (quasi) bastato il solito uomo di fiducia, quel Danilo Hondo che in genere pilota molto bene il 37enne spezzino, ma che sul traguardo laziale se l'è per una volta perso. Poco male, Alessandro ha dimostrato di poter fare anche da sé, riuscendo parzialmente a sbrogliare una situazione resa ingarbugliata dal sorprendente, rabbioso allungo di Di Luca negli ultimi 500 metri della tappa. Poi, anziché la vittoria, è arrivato un secondo posto che comunque gratifica Petacchi e ne rafforza la maglia rossa di leader della classifica a punti.

Scarponi, dal canto suo, oltre a portare a casa un buon sesto posto di giornata (che non gli serve a niente se non a un morale che potrà essere rinfrancato dalla conferma di essere in ottima condizione), conserva praticamente intatta la batteria di gregari che torneranno utilissimi già domani sul primo traguardo in quota, a Montevergine, un traguardo su cui il marchigiano potrà lasciare un'impronta profonda, visto che avrà l'occasione di mettere in fila, in una volata ristretta e adatta a lui, quei 15-20 uomini di classifica che si giocheranno il successo di tappa.

Il tutto, in uno scenario di squadra che si annunciava quasi fosco (visti i problemi della Lampre alla vigilia del Giro), e che invece fin qui pare vicino alla quadratura del cerchio: un team sereno in cui finora i big non si sono pestati i piedi, ma semmai si son dati mutua serenità. Ecco l'importanza, per Petacchi, di aver già messo la firma su un successo. Dice: e se a Parma fosse stato Cavendish a vincere? Ma i fuoriclasse, come gli amici, si vedono nel momento del bisogno. E Petacchi, si sa, è un fuoriclasse; se poi possa essere, per Scarponi, anche un amico, lo scopriremo in seguito: perché un'altra cosa che si sa è che le vittorie (condivise) sono un ottimo modo per rinsaldare i legami all'interno di una squadra.

Marco Grassi

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