Tour of Turkey 2011: Kenny Robert, cilindri al massimo - Van Hummel vince ad Alanya

dal nostro inviato

L'ultima tappa del 47° Tour of Turkey non riserva grosse sorprese, arrivo allo sprint e vittoria nella generale per Alexander Efimkin come da pronostico. A dire il vero però una piccola sorpresa ce l'ha riservata il velocista olandese Kenny Van Hummel che ad Alanya è riuscito a mettere la propria ruota davanti a tutti i velocisti del gruppo. Il 28enne corridore olandese, reduce dalla vittoria alla Ronde van Drenthe, proprio all'ultima occasione utile si è tolto una bella soddisfazione dopo i due podi ottenuti nelle prime tappe che facevano il paio ai piazzamenti dello sscorso anno in Turchia. Lo sprint è stato di gran lunga il più incerto di quelli disputati durante questo Giro. Il corridore della Skil Shimano ha infatti vinto di un soffio su un Greipel in nettissima rimonta negli ultimi metri tanto che il tedesco dopo l'arrivo ha chiesto più volte di rivedere lo sprint non accettando il primo responso della classifica. Il nervosismo di Greipel nasce anche dal fatto che la vittoria è sfumata per via di un leggero contatto con Petacchi (3° posto per lo spezzino che alla fine è rimasto in gara per difendere la maglia della classifica a punti), cosa che gli ha fatto perdere quella mezza pedalata che poteva valere la vittoria in rimonta su Van Hummel, il più lesto a infilarsi davanti dopo che il compagno Veelers era partito lungo. Il quarto posto di Farrar rende ancor di più onore all'onesto velocista di Rudi Kemna, arrivato al 15° successo in carriera.

Nella Top Ten è finito anche Giorgio Brambilla, ottavo, mentre Guardini è rimasto un po' chiuso e non ha potuto fare lo sprint arrivando 22° dopo aver fatto tirare la squadra per tutto il giorno. Determinante per lui anche la caduta a 2 km dall'arrivo di Miyazawa che ha coinvolto diversi corridori. La Farnese Neri, prima di smarrirsi nel finale dominato dai treni di Omega Pharma, Astana, Saxo e Veranda's, si è presa l'onere di controllare la corsa a favore del proprio velocista chiudendo sulle diverse fughe nate oggi. Già al km 8 ci hanno provato Ermeti (Androni), Goris (Willems), Seubert (NetApp), Laganà (De Rosa), Martinez (CR), Ortega (Andalucia) e Akdilek (Manisasport), poi al km 40 è andata via per un po' una fuga con addirittura Petacchi, Navardauskas (Garmin), Chiarini (Androni), Goris (Willems), Piscopiello (De Rosa), Lobato (Andalucia) e Kasa (Manisaspor). Ripresi poco prima del primo dei cinque passaggi sulla linea d'arrivo, è partita la fuga più importante di oggi con il nostro Benenati, De Haes (Omega Pharma), Drucker (Veranda's), Huguet (Skil), Bajc (Manisaspor) e Andonov (Konya). Le squadre turche hanno così onorato questo Tour of Turkey con un'altra tappa tutta all'attacco e Bajc della Manisaspor è stato l'ultimo ad arrendersi insieme ad Huguet a 10 km dall'arrivo dopo aver allungato sui compagni di una fuga che mai era riuscita a oltrepassare i 2 minuti di vantaggio.

Ben protetto dai propri compagni il russo Alexander Efimkin ha così vinto la classifica generale, conquistata con la tenacia di chi è sulla breccia da anni ma ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto. Il corridore del Team Type 1 del Team Manager Davidenko con Podenzana in ammiraglia è tornato infatti alla vittoria dopo 4 anni di astinenza, conquistando un'altra breve corsa a tappe dopo la Settimana Lombarda e il Giro del Capo. Una iniezione di fiducia per il corridore ex Barloworld, Quick Step e Ag2r che nella nuova squadra americana sembra aver trovato la giusta dimensione e nuovi stimoli per far bene perchè, come ha ripetuto più volte in questi giorni in conferenza stampa, lui e i suoi compagni corrono non solo per sé stessi ma anche per gli altri e per veicolare un messaggio più importante delle vittorie che si spera col tempo possano far crescere il progetto e far fare al team il salto nel circuito Pro Tour.

Per i colori azzurri il Giro di Turchia che va in archivio non ha portato il successo finale come accaduto lo scorso anno ma ben cinque vittorie di tappa su otto, con i nostri interessanti giovani ben in evidenza. Risultati che fanno ben sperare per il Giro d'Italia ormai alle porte e per il futuro del nostro movimento chiamato a un difficile ricambio generazionale.

Marco Fiorilla