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Giro di Romandia 2011: Il mastino Evans non molla un metro - Crono a Zabriskie, Cadel leader in classifica

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Una buona crono e la vetta della classifica del Romandia per Cadel Evans © BettiniphotoCom'era ampiamente nelle previsioni, la cronometro "lunga" del Romandia ha rivoluzionato la classifica della corsa a tappe svizzera. Il buon Pavel Brutt ci aveva anche sperato (visto il grande impegno che ha messo nella prova contro il tempo di Signal-de-Bougy), ma più di un'84esima posizione di tappa non è riuscito ad andare: e non sono tanto i 2'25" pagati al vincitore di giornata, un redivivo Dave Zabriskie, a pesare nella prestazione del russo, quanto il minuto e più di ritardo da molti dei protagonisti della classifica.

Zabriskie primo, dunque: l'americano ha coperto i 20 km della prova in 27'57", e ha preceduto di appena 2" un campioncino di cui tra pochi giorni sentiremo parlare abbatanza, ovvero quel Richie Porte che, a un anno di distanza dalla maglia bianca conquistata al Giro d'Italia 2010, tornerà sul "luogo del delitto": dapprima non annunciato nel roster della Saxo Bank che sarà al via della corsa rosa, l'australiano di Tasmania sarà invece accanto ad Alberto Contador tra non più di una settimana.

Terzo, quarto e quinto oggi sono tre vecchie conoscenze del cronometro, a partire da Lieuwe Westra, 28enne olandese che proprio nelle cronometro ha costruito i suoi migliori piazzamenti dell'anno nelle gare a tappe (secondo a La Panne, terzo in Algarve), proseguendo con Bradley Wiggins, che lascia 17" a Zabriskie e conferma di non essere ancora vicino alla forma migliore, e concludendo con un Tony Martin che, tra alti e bassi, è riuscito a difendersi egregiamente in classifica e ora, avendo sfruttato discretamente la carta a lui favorevole della prova contro il tempo, è riuscito a risalire la generale fino al secondo posto.

Il tedesco non è però riuscito a recuperare tutto quello che pagava a Cadel Evans, a cui è bastato l'ottavo posto a Signal-de-Bougy (a 44" da Zabriskie) per conquistare la vetta della classifica proprio davanti a Martin, da cui ora lo separano 18".

Se Talansky e Kruijswijk, autori di due belle prestazioni, confermano di essere degli ottimi prospetti in chiave grandi giri (ci sbilanciamo un po', ma i due meritano fiducia), e - relativamente all'americano - si fanno vedere in top ten (Talansky è nono della generale), c'è sempre un grande vecchio che non si stanca mai di faticare e ottenere risultati: Alexandre Vinokourov nemmeno lo doveva fare, questo Romandia, e se ne esce con un successo di tappa (a Neuchâtel), un terzo posto (a Romont) e - se tutto va bene domani - con un podio finale: il che, a 37 anni, è un bottino strepitoso per un corridore che va verso il ritiro (già posticipato di un anno nel 2010) e che ci mancherà terribilmente quando abbandonerà il ciclismo pedalato.

Vino è terzo della generale (a 19" da Evans), e precede il primo italiano della classifica, ovvero Marco Pinotti, già autore di un ottimo Romandia nel 2010, e salito fino al quarto posto oggi, con una cronometro in cui il bergamasco non ha brillato in assoluto (14esimo al traguardo), ma relativamente ai rivali di classifica sì. Con Cunego 16esimo della generale (Damiano ha perso qualche posizione, come da pronostici) ma vincitore di una tappa, possiamo dire che l'Italia della transizione tra le grandi classiche e i grandi giri (ovvero proprio quella che vediamo all'opera in questi giorni) passa da un voto assolutamente scadente, a un 6.5 di incoraggiamento: il nostro movimento, brutalizzato nelle corse di un giorno, dimostra di avere ancora qualche freccia al proprio arco nelle gare a tappe.

Domani il Giro di Romandia vivrà il suo consueto epilogo ginevrino, in una tappa che partirà da Champagne e che, malgrado qualche salita nei primi due terzi di percorso, dovrebbe alla fine sorridere ai velocisti (la categoria più bistrattata di questa edizione), visto che dall'ultima vetta al traguardo ci saranno 60 km, abbastanza per permettere praticamente a tutti di recuperare. In ogni caso, Evans farà bene a non sottovalutare la possibilità di agguati e trovate estemporanee da parte di qualche avversario, se vuol portare a casa quello che sarebbe il suo secondo Giro di Romandia (dopo il successo del 2006). Di sicuro l'australiano, nel suo percorso di avvicinamento al Tour, obiettivo cardine della sua stagione, sta sbagliando pochi colpi: l'infortunio delle scorse settimane non pare averlo rallentato più di tanto, e a questo punto la Grande Boucle può dirsi certa di aver ritrovato uno dei suoi protagonisti degli ultimi anni.

Marco Grassi

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