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Parigi-Roubaix 2011: Ingiudicabile la corsa di Boonen - Le pagelle: Quickstep iellata

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Roubaix particolarmente sfortunata per Tom Boonen © BettiniphotoJohan Vansummeren - 10
Lo spilungone belga ha coronato il sogno di una vita potendo contare su una squadra (8 stavolta meritatissimo per la Garmin-Cervélo) fortissima e che ha giocato al meglio le proprie carte, cercando giustamente di evitare il faccia a faccia con Cancellara che li avrebbe potuti vedere sconfitti. Johan è stato lesto a capire l'importanza dell'azione promossa da Boom a cavallo della Foresta di Arenberg e, una volta raggiunta la testa della corsa, ha corso con piglio, tenendo cucita la corsa e poi affondando con decisione il colpo nel punto più logico per chi è il più avvezzo a questi percorsi, il Carrefour de l'Arbre. Chapeau!

Fabian Cancellara - 8
Poco da fare, se sei il più forte ma hai una squadra debole (5 per l'inconsistente Team Leopard), gli avversari hanno gioco relativamente facile a metterti nel sacco, anche se ti chiami Cancellara. Con accanto il solo O'Grady dopo Arenberg, una volta perso anche il fidato australiano, Fabian non ha potuto far altro che sperare che qualcuno facesse - magari involontariamente - il suo gioco, riportandosi a poca distanza dal gruppo di testa, per poi sferrare l'attacco su qualche settore di pavé. Ma così non è stato, i battistrada sono sempre stati a distanza di sicurezza e, pur portando un paio di attacchi, non ha mai trovato gente disposta a dargli una mano sostanziale. Nel finale, con un sussulto d'orgoglio è andato a prendersi di forza il podio. E con quelli di Fiandre e Sanremo sono tre. Non vince, ma anche stavolta c'è andato vicinissimo.

Thor Hushovd - 7.5
A più riprese dà l'impressione di essere, se non al livello di Cancellara, giusto un pelo sotto, che di questi tempi è già una gran cosa. È sempre il più lesto a rispondere agli allunghi dello svizzero e qualche volta prova anche in prima persona a scuotere le acque. Un po' controversa la gestione della situazione prima del Carrefour, quando prima non collabora con Cancellara per riportarsi sul gruppetto di testa, poi invece decide di usare Rasch e Vanmarcke per ridurre il gap e infine - questa volta senza dubbio giustamente - lascia ancora agli altri l'iniziativa quando gli arriva la notizia dell'attacco di Vansummeren in testa alla corsa. In ogni caso, quisquilie tattiche a parte, protagonista di una grande prestazione, in futuro il sogno Roubaix non gli è affatto precluso.  

Alessandro Ballan - 7
Un sesto posto finale che forse non gli dà pieno merito per quanto fatto vedere in corsa. Partito con la spada di Damocle dell'inchiesta mantovana sulla testa, risponde presente non appena la corsa dei big si infiamma, sul settore di Mons-en-Pévèle, riuscendo ad accodarsi a Cancellara, Hushovd e Flecha. Una decina di chilometri dopo stessa scena, stessi attori (meno Flecha), con un altro generosissimo sforzo del veneto che si riporta in scia alla coppia svizzero-norvegese. Giusta a nostro avviso anche la scelta di non aiutare Cancellara nelle operazioni di ricongiungimento, troppo più forte lo svizzero e il ricordo del 2008 è ancora vivo (allora c'era Boonen al posto di Hushovd, i tre erano in testa alla corsa e l'allora corridore della Lampre dovette accontentarsi della terza piazza). Forse gli è mancato George Hincapie (4, mai nel vivo della corsa, probabilmente non solo a causa di una foratura)   

Juan Antonio Flecha - 5.5
Lo spagnolo ci aveva abituato a prestazione di spessore a queste latitudini e la prova di oggi non è proprio quello che ci aspettavamo da lui. Dopo aver risposto alla prima sgasata di Cancellara, si scioglie alla seconda botta dello svizzero e lo rivediamo solo in occasione della scazzottata con Boom, dopo che a fatica era riuscito a rientrare nei piani alti. Alla fine un nono posto che poco aggiunge alla sua carriera.

Quick-Step - n.g.
Difficile assistere ad una tale sequela di eventi sfortunati tutti a danno di una sola squadra. Tom Boonen rimane per diversi minuti ad aspettare che qualcuno gli sistemi la bicicletta nella Foresta di Arenberg e poco dopo fora Sylvain Chavanel. Quando sembra che la situazione possa ristabilirsi con il rientro dei due capitani nel gruppo dei big, due cadute (prima il belga e poi il francese) pongono fine ad ogni velleità della squadra belga. Stavolta, almeno, la tattica c'entra poco...  

Manuel Quinziato - 7
La prestazione è certamente positiva, non lo si può negare, ma visto come stavano andando le cose, cominciavamo ad ingolosirci, pensando al bolzanino capace di lottare quantomeno per un posto sul podio. Così non è stato perché, dopo essere stato tra i più attivi prima nel gruppetto di contrattaccanti (con Boom e lo stesso Vansummeren) e poi dei battistrada, permettendo dietro alla BMC di non spendere energie, a Manuel sono mancate le forze sul più bello. 

Lars Boom - 7
È stato bello vedere proprio lui prendere di petto la foresta e portar via un gruppo in caccia dei battistrada. Purtroppo una foratura non gli ha permesso di completare l'opera ma l'orange non si è perso d'animo, resistendo ancora nel gruppetto dei big fino al velodromo. Il 12° posto è un bel punto d'inizio per costruire la scalata alla vetta. Straordinaria la corsa del compagno Maarten Tjallingii (8 al di là del risultato), capace di emergere al termine di una prova massacrante e corsa tutta all'attacco

Omega Pharma-Lotto - 6.5
Hanno messo la corsa nel miglior modo possibile per loro, ritrovandosi ad avere tre uomini nel gruppo davanti. Dolorosa ma necessaria la scelta di sacrificare Boucher e Greipel in favore di Roelandts anche se alla fine l'ex-campione belga non riesce a conquistare il piazzamento sperato ed è solo 14°. Comunque hanno fatto vedere cosa vuol dire fare la corsa e non subirla, pur non disponendo della stella.

John Degenkolb - 7
Più che le comunque ottime prestazioni degli altri due HTC Lars Bak e Bernhard Eisel (7 pure a loro per la bella corsa e la top-10 portata a casa) ci fa piacere sottolineare quella del 21enne tedesco, che poco più di 6 mesi fa si metteva al collo l'argento di un Mondiale Under 23 e oggi ha avuto la personalità di inserirsi nell'azione decisiva (subentrando tra l'altro in un secondo momento) e di resistervi a lungo, chiudendo poi dignitosamente in 19esima posizione. Appuntiamoci il suo nome, ne risentiremo sicuramente parlare.  

Filippo Pozzato - s.v.
Messo fuori gioco da una brutta caduta a meno di 60 km dall'arrivo, non era comunque apparso brillantissimo fino a quel momento. Senza dubbio sta attraversando un momento non facile della sua carriera...


Giuseppe Cristiano

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