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Milano-Sanremo 2011: Goss the Boss - Corsa strepitosa, l'australiano piega 7 big. Cancellara e Gilbert sul podio

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Una delle Milano-Sanremo più belle e combattute degli ultimi anni se la aggiudica Matthew Goss, primo australiano a vincere la Classicissima di Primavera. Vittoria quindi di un velocista ma l'epilogo non è stato quello di uno sprint a ranghi compatti: sul lungomare Italo Calvino si sono presentati, infatti, appena otto corridori e Goss è stato bravissimo a rimanere coperto fino all'ultimo nonostante abbia corso da solo praticamente gli ultimi 80 km. Assieme al giovane Goss, che a metà 2010 ha fatto un vero e proprio salto di qualità, sono saliti sul podio due campionissimi: la seconda posizione, infatti, è di Fabian Cancellara mentre al terzo posto è arrivato Philippe Gilbert. Continua la maledizione del lungomare per gli italiani con Ballan, Pozzato e Scarponi che chiudono rispettivamente quarto, quinto e sesto. Da notare che Matthew Goss è arrivato alla Sanremo passando dalla Parigi-Nizza mentre negli ultimi anni il vincitore si era sempre preparato alla Tirreno-Adriatico.

Al Castello Sforzesco di Milano, dove è posto il raduno di partenza il pubblico è come sempre molto numeroso e prima del via c'è il tempo per le lacrime e per l'omaggio di Takashi Miyazawa (Farnese Vini-Neri) al suo Giappone. Al chilometro 12 è lo stesso Miyazawa ad entrare nella fuga che caratterizza tutta la prima parte della corsa: con lui ci sono anche De Marchi, Ignatiev e Sijmens ed il gruppo concede a questo quartetto un vantaggio massimo di 13'30". Il primo ad uscire dalla galleria del Passo del Turchino è Alessandro De Marchi, neoprofessionista della Androni, mentre lungo la discesa il gruppo ha cominciato a ridurre il suo distacco nonostante forature o piccoli problemi che hanno coinvolto Hushovd, Cavendish e Ballan.

Sull'Aurelia il gruppo continua a recuperare e più si avvicina la salita de Le Manie, più sale l'andatura e a Spotorno il vantaggio dei quattro battistrada è di appena 3'15". A 700 metri dalla svolta a destra che segna l'inizio dell'ascesa c'è il primo colpo di scena della corsa: una caduta coinvolge il campione del mondo Thor Hushovd (con lui anche Van Summeren, Langeveld, Matthews, Kiryienka e altri) e la Liquigas prova a sfruttare l'occasione mettendo in testa al gruppo Valerio Agnoli. Per lunghi tratti Hushovd si trova ad inseguire da solo e appena ritrova il compagno Van Summeren a dargli una mano entra in crisi, un po' per il dolore, un po' per l'intenso sforzo solitario.

In salita in testa alla corsa rimangono solamente Ignatiev e De Marchi mentre in gruppo l'andatura non è forsennata e si verificano diversi attacchi anche se nessuno sembra particolarmente convinto. Proprio in cima alle Manie, però, inizia a piovere ed i corridori si trovano a dover affrontare l'insidiosa discesa con un asfalto viscido e scivoloso: a farne le spese in un tornantino verso destra è Oscar Freire che perde aderenza e finisce a terra procurandosi diverse escoriazioni.

Anche a causa del rallentamento causato da Freire il gruppo si spezza e appena tornati sull'Aurelia è la Katusha a forzare a tutta per mettere più secondi possibili tra la prima e la seconda parte del plotone. La fuga di De Marchi e Ignatiev, di fatto, finisce qui perché il russo viene richiamato per tirare visto che nella prima parte sono rimasti appena una cinquantina di uomini mentre dietro ci sono Hushovd, Freire e Cavendish. Assieme la Katusha trova anche la collaborazione di BMC, Omega Pharma, Quick Step e Liquigas mentre nella seconda parte nessuno riesce ad organizzare un inseguimento convinto e in men che non si dica il gap decolla fino a 2'10" quando i chilometri ancora da percorre sono 70.

Nel lungo tratto di Aurelia tra Albenga e la Cipressa, quello caratterizzato dai famosi "Capi", il secondo gruppo si sveglia un po' e sono soprattutto la Rabobank, la Farnese e la Saxo Bank a lavorare e a riuscire nel tentativo di rosicchiare qualche secondo: dopo il Capo Berta il distacco è sceso fino a 1'10" anche perché davanti è soprattutto un encomiabile Vladimir Gusev a tenere alto il ritmo mentre altri hanno cominciato a risparmiarsi in vista della Cipressa. All'uscita di Imperia gli inseguitori recuperano ancora fino a riportarsi intorno al minuto di ritardo.

Appena inizia la salita della Cipressa dal primo gruppo scatta Valerio Agnoli e guadagna qualche metro: il primo a riportarsi sul corridore della Liquigas è Alessandro Ballan e così l'azione del corridore laziale si trasforma in un forcing per tenere alto il ritmo e impedire al secondo gruppo di rifarsi sotto. Ci prova anche Offredo e tra coloro che si muovono per chiudere sul francese c'è anche Philippe Gilbert. Nel secondo gruppo invece è Michele Scarponi a lanciarsi da solo a tutta e allo scollinamento il marchigiano s'è portato ad appena 29" dai battistrada mentre dietro di lui si sono formati tanti gruppetti tra i 50" ed il minuto e mezzo.

In discesa nessuno prende in mano la situazione nel primo gruppo: sono tanti gli scatti e in testa alla corsa si forma un quartetto con Chainel, Offredo, Van Avermaet e O'Grady. Greipel decide di mettersi a disposizione del compagno di squadra Gilbert ma l'andatura cala un po' e a 15 km dall'arrivo Michele Scarponi riesce a rientrare sul gruppo coronando così la sua impresa che risulterà forse la più spettacolare da diversi anni a questa parte nella Classicissima. Il gruppetto di testa, grazie alla presenza di due uomini della FDJ, procede a tutta e a 11 km dal traguardo il vantaggio è di 30" mentre alle loro spalle sono sempre meno gli uomini che possono mettersi a tirare: Roelandts e Greipel sono gli unici a farlo.

Sulle prime rampe del Poggio il primo a cedere tra i fuggitivi è Chainel che in pianura s'era sacrificato per il compagno di squadra Offredo mentre nel gruppo degli inseguitori è Lastras a fare il ritmo. A 8.6 km dall'arrivo scatta Van Avermaet mentre dietro la situazione è bloccata ed il distacco rimane intorno ai 28": ci prova timidamente Nibali, ci riprova Lastras e a circa 7.5 km dalla fine è di nuovo lo Squalo dello Stretto a scattare e stavolta riesce a fare il vuoto a riportarsi su O'Grady e Offredo. Allo scollinamento del Poggio Van Avermaet passa con 9" di vantaggio sugli inseguitori su cui sono riusciti a riportarsi anche altri favoriti.

In discesa cade Marco Marcato ma è soprattutto l'azione di Fabian Cancellara a togliere le speranze al belga della BMC. In fondo alla discesa il vantaggio di Van Avermaet è praticamente annullato grazie al forcing di O'Grady. In pianura l'andatura è forsennata: scatta prima Offredo, ai meno 2.4 è il turno di Cancellara e ai meno 1.9 si muove anche Gilbert a all'ultimo chilometro gli otto uomini in testa sono allungati ma compatti. Ai 900 metri prova a partire lungo Nibali ma alla fine è volata: Scarponi prova a sorprendere tutti partendo lungo ma alla fine sbuca fuori l'unico vero velocista rimasto nel primo gruppo, l'australiano Matthew Goss, che fulmina tutti e si aggiudica la Sanremo.

Sebastiano Cipriani

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