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Tirreno-Adriatico 2011: Farrar s'inceppa, Haedo colpisce - Gran lavoro di Hushovd. Terzo Oss

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Juan José Haedo manda baci al pubblico di Perugia dopo la terza tappa della Tirreno-Adriatico © BettiniphotoC'è fermento in gruppo. Merito della primavera che anticipa finalmente qualche carezza sull'Italia dopo tanto inverno; o merito di percorsi in cui un dentello più o meno vicino al traguardo non manca mai; oppure, e forse questo è il fattore principale, ci sono in gruppo talmente tanti fuoriclasse, che la battaglia vien bella da sé.

Non è del resto spettacolo di tutti i giorni vedere tanti corridori provare a darsele di santa ragione su una salitella non selettiva come quella di Perugia (vetta a 25 dal traguardo) o nella discesa e pianura immediatamente successiva. Né possiamo dire di vedere in ogni corsa numeri come quello del Campione del Mondo Thor Hushovd, una scheggia che ha portato Tyler Farrar a giocarsi il secondo sprint consecutivo.

Il primo attaccante della giornata era stato un outsider, Daniel Sesma, in fuga solitaria fino a 30 km dal traguardo, e senza mai avere reali speranze di resistere fino all'arrivo. Sulla salita di Perugia è stata un'azione di Boom (primo leader di questa corsa) e Wegmann ad accendere la miccia, quasi un riflesso pavloviano per i gialli della Farnese, subito schizzati in testa al gruppo per rendere dura la vita a quei velocisti meno dotati nelle arrampicate. E in effetti, sul ritmo di Failli prima, e sull'attacco di Visconti poi, abbiamo visto un Farrar e più ancora un Cavendish in affanno.

Ma mentre la prima linea fingeva di esplodere, con Niemiec e Poels iper-reattivi nel rispondere al campione nazionale italiano, e Madrazo pronto a partire poi in contropiede (primo al Gpm su Nuyens e Andy Schleck), lo spianare della salita in vista della cima permetteva a chi era in fondo al gruppo (o praticamente staccato) di respirare e prepararsi al recupero in discesa.

Non che nella picchiata siano mancati i tentativi: Castroviejo con Chérel, poi - in maniera appena accennata - Visconti, poi un attivissimo Txurruka. Tutti puntualmente ripresi, sorte identica a quella incontrata da Beppu e Schär (mossisi ai -15) e ancora da Madrazo (ai -14).

Ricompattato il gruppo, tutto sembrava concorrere per un bis della Garmin-Cervélo: Hushovd a riparare dal vento Farrar era un'immagine in effetti impressionante. Rafforzata dalla concomitante assenza degli HTC, ancora presi a rianimare Cavendish in coda al plotone; dalla presenza del solo Hondo insieme a Petacchi; dall'invisibilità di avversari chiamati Boonen o Freire; dal disgregamento operato in casa Saxo Bank da una caduta di Cancellara al primo passaggio da Perugia (nulla di grave per Fabian, ma diversi compagni che l'hanno supportato nel suo rimettersi in sesto).

Ma proprio gli uomini di Riis hanno dimostrato di averne più che gli altri: infatti, appena superato il momento problematico di Cancellara, sono stati bravi a raggiungere la testa del gruppo già lanciato, e a contendere ai Garmin il comando delle operazioni. Il tutto, fidando su un Haedo che ieri si era piazzato al terzo posto in quel di Indicatore. Il trenino Saxo, in effetti, è ben riuscito a spodestare dalla testa del gruppo gli uomini al servizio di Farrar, tra una rotonda e l'altra del tortuoso finale.

«Lesa maestà!», avrà pensato Hushovd sulla penultima rotonda di giornata, ai 500 metri, mentre tirava giù un dente e partiva per una progressione esaltante, grazie alla quale tutto solo faceva un boccone del treno Saxo, trainando Farrar sino alla posizione ideale per sprintare. Il problema è che l'americano non aveva la gamba di ieri, e addirittura ha faticato per non farsi staccare dal blasonato compagno di squadra in quel frangente; sull'ultima, l'atto di forza di Thor ha avuto il suo coronamento, con tanto di buco formatosi tra i primi 6 e il resto della compagnia: all'immissione sul rettilineo finale, alle spalle dell'iridato c'erano nell'ordine Farrar, poi uno sveglissimo Daniel Oss, quindi Renshaw (ancora bravo a sopperire alle amnesie di Cavendish), Haedo (favorito dal fatto di trovarsi già davanti quando è partito il norvegese), e, grazie a uno sprint anticipato con cui ha chiuso sul drappello d'avanguardia, Petacchi.

Quando Hushovd si è spostato, a poco più di 200 metri, Farrar ha fatto l'unica cosa che poteva fare: è partito senza indugi. E per diversi metri ha sinceramente creduto di poter ripetere la piccola impresa di 24 ore prima, visto che riusciva a tenere a bada Oss, e che Renshaw era piuttosto lontano. Il problema per Tyler è stata la splendida rimonta di Haedo, che in un lampo durato 50 metri si è bevuto gli stessi Renshaw e Oss, per andare poi a mettere la sua ruota davanti a quella della maglia azzurra. Oss ha salvato il terzo posto, mentre Petacchi, probabilmente un po' provato dal dover chiudere il buco dei 250 metri, è risalito fino al quarto posto. Comunque una buona conferma da parte dello spezzino, a fronte di tanti appartenenti alla categoria dei velocisti che sono risultati fin qui invisibili.

Per Haedo un successo fortemente voluto e meritato, un risultato che tra l'altro, grazie all'abbuono, issa l'argentino al secondo posto della generale, a 5" da Farrar. Alle loro spalle il gruppo della Rabobank e poi via via tutto il resto delle scorie lasciate in classifica dalla cronosquadre; domani a Chieti dovremmo comunque avere una prima sgrossatura della graduatoria.

Dalla cronaca alle dichiarazioni, così hanno parlato i protagonisti dello sprint al termine della tappa. Haedo: «Sapevo di star bene e la squadra mi ha dato fiducia lavorando per me negli ultimi chilometri. Finora la Saxo Bank ha vinto poco e ogni vittoria per noi è importante per dimostrare ai nostri detrattori che non siamo una squadra finita con la partenza del "gruppo Leopard", né siamo Contador-dipendenti. Sto attraversando un ottimo momento di forma, in salita sono migliorato parecchio e penso di poter disputare la Sanremo, che ho corso solo nel 2007, anche con qualche ambizione».

Farrar: «Ancora una volta devo un grosso grazie a Thor per avermi pilotato al meglio nel finale, è sempre un onore avere a propria disposizione la maglia iridata! Purtroppo all'ultima curva ho perso qualche metro da chi mi precedeva, ho dovuto faticare un po' per chiudere il buco e ciò mi ha impedito di esprimermi al meglio in volata. Per la Sanremo, non mi fido di corridori come Freire e Cavendish che non si sono piazzati in queste volate, sono quasi sicuro che entrambi saranno lì davanti a lottare per il primo posto».

 

Marco Grassi

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