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Parigi-Nizza 2011: Finale thrilling, lo risolve Goss - L'australiano batte Haussler ed è anche leader

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Matthew Goss, vincitore della terza tappa della Parigi-Nizza © BettiniphotoCi aspettavamo sì un bell'antipasto di lotta tra i big della classifica, in questa terza tappa della Parigi-Nizza; ma se la salita su cui avremmo dovuto assistere a un po' di spettacolo si rivela più dolce del previsto, non rimane che rinviare le attese di maggior pathos alle prossime frazioni, e accontentarsi di una volata di gruppo, la seconda (e mezza) in tre giorni. Non che ciò ci disturbi oltremisura, visto che comunque anche la Cosne-Nuits ci ha offerto diversi spunti di cronaca e riflessione.

Spunti non banali, se ad esempio parliamo di una fuga a cinque partita al km 5 (autori: Biel Kadri, Jussi Veikkanen, Cédric Pineau, Romain Hardy, Cyril Gautier), passata da un vantaggio massimo di 4'35" al km 65 (a 137 dal traguardo), e rimasta a resistere fino ai 21 dallo striscione conclusivo. Tra i 5, Veikkanen è stato quello che ci ha provato con più forza, tentando un triplice allungo sulla Côte de Bécoup, GPM a 23 km dall'arrivo, ma salita che finiva in realtà un paio di chilometri più su. Il finlandese, che nel frangente ha pure trovato un minimo di collaborazione da Hardy, si è però dovuto arrendere al rinvenire del gruppo.

Un rinvenire anticipato dall'azione garibaldina di Voeckler, all'assalto dai -21, rientrato per primo sui primi, e involatosi in compagnia di un Kadri dalle insospettabili riserve di energie (dopo quei 180 km di fuga...). L'azione a due tra Voeckler e Kadri è stata per un certo tempo quasi entusiasmante, col gruppo che rinculava sulla discesa che portava al piano finale, e il margine tra il duo di testa e gli altri che addirittura cresceva: 10, poi 15, poi 18" quando mancavano 15 km al traguardo.

Ma i team dei velocisti, ricompattatisi dopo i contrafforti di Bécoup, non hanno voluto ancora una volta cedere il proscenio a chicchessia. E infatti, dopo una resistenza via via meno convinta, a 5 km da Nuits-Saint-Georges c'è stata la resa di Thomas&Biel. Onore a loro, comunque, e giacché andiamo benedicendo, onore pure a Sylvain Chavanel che, tra un dietro-macchina e l'altro, è riuscito a non pagare alcunché a una foratura che l'aveva staccato dal gruppo lanciato a 10 km dalla conclusione.

Lo sprint, dunque: la Katusha ha dimostrato di credere molto in Galimzyanov, piazzando Ivanov a tirare per un chilometro buono tra i -2 e il triangolo rosso degli ultimi mille metri. Ma a quel punto la Liquigas (che aveva già impegnato Agnoli in un forcing sulla salita, allo scopo di staccare qualche rivale di Sagan: missione fallita) è riemersa prepotentemente, e ai 700 metri ha prodotto praticamente un buco tra i primi 17 e il resto del gruppo. Ma tra una curva e una controcurva, il plotone si è nuovamente raggruppato, mentre Sagan, deputato alla stoccata decisiva, cadeva malamente sull'ultima svolta a sinistra.

Geraint Thomas è parso potersi avvantaggiare del parapiglia causato dallo scivolone dello slovacco (che si è portato appresso diversi colleghi, il più malridotto dei quali è risultato essere Maes), ma il britannico ha traccheggiato troppo, voltandosi di qua e di là e nulla opponendo al notevole ritorno di un Matthew Goss che a quel punto ha fatto polpette dei rivali, superando sul traguardo Haussler, Galimzyanov, Rojas, lo stesso Thomas e Henderson. Un po' di Italia presente con Gavazzi e Agnoli ottavo e decimo all'arrivo, grandi cambiamenti in classifica con Goss prende anche la maglia detronizzando De Gendt (ora secondo a 2"), e tenendo a distanza Haussler e Henderson (terzo e quarto della generale a 6" dall'australiano dell'HTC).

Domani tutto cambierà nuovamente, o forse no: la tappa di Belleville si presta a qualche buona azione da lontano, ma allo stesso modo si presta a un altro volatone. Se chi attacca avrà gambe, potrà fare la differenza; altrimenti, Goss sarà felice di mettere in palio il titoletto conquistato bravamente oggi.

Marco Grassi

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