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La presentazione: Bravi, tenaci e pure Bellini - I ragazzi dell'Androni fanno parlare di sé

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Un'immagine della presentazione Androni © Umberto ZolaMancherà la punta di diamante - il leader Scarponi è approdato alla Lampre - ma l'organico è quadrato, forse più dell'anno scorso. La nuova creatura di Gianni Savio, al 27esimo anno tra i professionisti, promette spettacolo. Promette e mantiene, dovremmo aggiungere, visto che, ad oggi, sono già cinque i successi degli atleti della Androni Giocattoli, tra i quali spiccano le due volatone di Ferrari e la classifica finale del Tour de Langkawi, dominato dal neoprofessionista Monsalve. Niente male per una squadra che non è nemmeno nel Pro Tour. E qui si tocca un tasto dolente. Perché, se le regole dell'Uci non rasentassero la follia, Savio e soci dormirebbero sogni più tranquilli. Invece, dopo una stagione brillante coronata dal titolo di Campione Italiano a squadre, la Androni Giocattoli non sa ancora se potrà partecipare al Giro d'Italia (Tour e Vuelta sono tabù, sempre per le regole di cui sopra). «Rispettiamo le gerarchie ed attendiamo con fiducia e serenità l'invito ufficiale al Giro - ci dice un diplomatico Gianni Savio - forti dell'accordo preso con Zomegnan e la RCS». Di che si tratta? È lo stesso direttore sportivo a spiegarcelo: «Dopo la vittoria del titolo di Campione Italiano a squadre, gli organizzatori del Giro ci hanno confermato la nostra partecipazione alla corsa rosa. Un invito subordinato, però, al conseguimento di tre parametri: la licenza di squadra italiana, il passaporto biologico dei corridori ed il mantenimento di un organico all'altezza della stagione precedente. Ora, sui primi due punti niente da dire, siamo in regola. Sul terzo, non c'è più Scarponi, ma con la campagna acquisti che abbiamo fatto sono convinto che la squadra sia addirittura più forte di quella dell'anno scorso. Ed i risultati lo dimostrano: a gennaio abbiamo partecipato a quattro competizioni in tre continenti, centrando sempre il podio finale».

La Bianchi dell'Androni Giocattoli 2011 © Umberto ZolaIn effetti la Androni Giocattoli versione 2011 - che in ammiraglia vedrà protagonisti anche il "solito" Marco Bellini, Giovanni Ellena e Roberto Miodini - è variegata. Il nome più noto è Rujano, lanciato proprio da Savio, maglia verde e terzo finale al Giro 2005, poi persosi per strada ed ora ritornato all'ovile. «Dopo i fasti di sei anni fa José è stato consigliato molto male da chi lo assisteva e ci siamo lasciati in modo burrascoso - spiega Savio - Da allora non è più riuscito a fare il risultato in Europa. Poi lo scorso anno mi ha chiamato Hernán Alemán, patron della Gobernación del Zulia, la squadra in cui correva nel 2010. Mi ha detto che José voleva tornare con noi. Abbiamo parlato con il corridore e l'abbiamo trovato maturato. È un talento naturale come pochi, con la nuova mentalità può ottenere grandi risultati». Al suo fianco, ottimi scalatori capaci di centrare vittorie di tappa e di classifica - su tutti il già citato Monsalve e José Serpa - professionisti in cerca di riscatto - Emanuele Sella dopo la squalifica per doping e il velocista Crescenzo D'Amore ritornato alle gare dopo tre anni di assenza - e giovani di belle speranze come Alessandro De Marchi ed Antonio Santoro. E poi ancora Francesco Ginanni e Roberto Ferrari, primo italiano a vincere nel 2011. «Con questi corridori potete vincere su ogni percorso», è il battesimo di Felice Gimondi. Basterebbe la caratura del personaggio per convenirne.

Gianni Savio sulla vicenda Contador
«Non sono a conoscenza di tutti gli elementi utili ad esprimere un giudizio, non ho letto le carte, perciò mi astengo dal commentare. Ho però una sensazione: che avesse ragione McQuaid quando disse che la Spagna è tra i Paesi che non combattono con decisione il problema del doping».

José Rujano: «Contento di esser tornato»
José Rujano con Gianni Savio © Umberto ZolaEra il 2006 quando José Rujano, un terzo posto finale con classifica degli scalatori annessa al Giro 2005, lasciò a malo modo il team di Gianni Savio, il suo scopritore, per approdare alla Quick Step. Da allora, un lungo peregrinare da una formazione all'altra, durante il quale lo scalatore venezuelano non è più riuscito ad imporsi nelle corse che contano. Numerosi successi, ma tutti in Sudamerica, niente tappe a Tour, Giro o Vuelta. Per ritrovare l'antico spunto, il figliol prodigo è tornato. Nuovamente con Gianni Savio, nella Androni Giocattoli: «È una squadra molto forte e sono davvero contento di esserci ritornato. Siamo seguiti benissimo ed ho lavorato duramente in questo avvio di stagione. Sono convinto che sarà un 2011 positivo. Obiettivi? Se ce lo faranno correre, finire nei primi dieci al Giro d'Italia sarebbe un buon risultato. Potessi sperare, direi che punto al podio. Vedremo».

Francesco Ginanni vuole la Sanremo
«Il grande obiettivo di quest'anno è la Milano-Sanremo. L'anno scorso ho pedalato bene, ho preso le misure e sono arrivato settimo. Quest'anno correrò per vincere. E poi, se verrà, il Giro». Come si vince una Sanremo? «Restando coperti fino all'ultimo, senza farsi notare e spendere energie inutilmente. Bisogna centellinare le forze fino alla volata». Sono in molti a paragonare il tuo stile a quello di Freire, sornione, non lo vedi mai e poi ti piazza la stoccata improvvisa. «È un paragone che condivido. Abbiamo caratteristiche simili ed il suo modo di correre è anche il mio».

Roberto Ferrari battezza il 2011
Primo italiano a vincere nel 2011, Roberto Ferrari s'è fatto trovare pronto con l'appuntamento delle volate. Punti al record di Cipollini? «Magari. È un paragone al momento improponibile, ma sono contento di come è iniziata la stagione. L'anno scorso per vari motivi ho fatto solo venti corse e sono comunque riuscito a vincerne tre. Quest'anno mi sto applicando bene e i risultati si vedono». Due belle vittorie al Tour de San Luis, te le aspettavi? «Ho sfruttato al meglio le occasioni che mi sono capitate, riuscendo a centrare tutti gli obiettivi che ci eravamo prefissati, ad eccezione del secondo posto al Gran Premio Costa degli Etruschi». Che ruolo ha avuto il cambio di casacca in questo exploit? «Qui siamo seguiti al 100%, c'è professionalità in ogni dettaglio. Ho cominciato a fine novembre lavorando sulla potenza, poi è seguita la preparazione per tenere bene in salita. Non ci sono solo volate, bisogna anche scollinare». Chi ti tira la volata? «L'ultimo uomo è Giairo Ermeti, ottimo anche in pista. Poi dipende da come si sviluppa la corsa». I prossimi obiettivi? «Voglio vincere una tappa al Giro di Sardegna, e poi bissare il successo dell'anno scorso al Giro del Friuli».

Emanuele Sella in lacrime
Commovente l'incontro con Sella, ritornato in una formazione italiana di vertice dopo lo stop per doping. "El Salbaneo" ringrazia la Androni per la fiducia e scoppia in un pianto liberatorio. Quasi non riesce a rispondere alle domande, tanti sono i pensieri e le emozioni che gli frullano in testa. Non dev'essere stato facile passare dalle glorie delle grandi tappe del 2008 al dramma della positività all'Epo-CERA. Ma è la legge dello sport, e del ciclismo in particolare. Il conto di chi sbaglia è salato. Lo sa bene il vicentino: «Si sbaglia, si paga e si riparte. Non avete idea di cosa ho passato in questi anni. Ci ho messo tanto, tanto tempo a ritrovare il sorriso. Ogni mio ringraziamento va a Gianni Savio e alla Androni, che hanno creduto in me. Ora darò tutto me stesso per ritornare al Giro e dare una mano ai miei compagni. Se poi ci sarà l'opportunità di fare il risultato, sarò lì pronto a centrarlo». Le premesse ci sono: un paio di settimane fa si è classificato al terzo posto del Tour de Langkawi, vinto dal compagno di squadra Monsalve, esordiente tra i pro' sul quale sarà bene puntare gli occhi.

Umberto Zola

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