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L'intervista: «Stop ingiusto ma liberatorio» - Valverde tra squalifica, rientro e vita senza corse | Cicloweb

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L'intervista: «Stop ingiusto ma liberatorio» - Valverde tra squalifica, rientro e vita senza corse

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Alejandro Valverde potrà tornare alle corse dal 1 gennaio 2012 - Foto Alejandrovalverde.esLa scorsa settimana a Maiorca aggregato agli allenamenti e al ritiro della Movistar c'era anche Alejandro Valverde che, nonostante la squalifica che lo terrà lontano dalle corse fino a fine 2011, ha voluto cogliere l'occasione per allenarsi con i suoi ex (e chissà, forse anche futuri) compagni di squadra. La sua presenza, seppur con un abbigliamento "anonimo" non è passata inosservata e, anzi, ha portato molto bene al suo corregionale e amico José Joaquín Rojas che dopo 16 mesi è tornato al successo nel Trofeo Deiá, proprio nel giorno in cui Alejandro ha seguito la corsa dall'ammiraglia della squadra.

Alejandro, per prima cosa come stai?
«Bene, sto bene. Sono abbastanza in forma, mi sto allenando bene, faccio le cose con grande cura e adesso sono venuto a Maiorca per fare un po' di chilometri con i miei compagni e posso festeggiare anche la vittoria di Rojas che se la meritava da molto tempo; è un bel giorno per la squadra e sono molto contento per Rojas perché è un amico e so quando ha dovuto lavorare per ottenere questo successo».

Come è il ciclismo visto dall'ammiraglia?
«È molto diverso, a dire la verità avrei preferito essere lì sulla biciclitta a pedalare con gli altri però è divertente; poi adesso con l'abolizione delle radioline ci sono un sacco di corridori che vanno e vengono ed è un po' diverso rispetto a prima».

Hai visto molte differenze senza radioline?
«Mi è sembrato tutto meno controllato e ho visto un po' più di pericolo rispetto a prima: ci sono tanti corridori che vanno su e giù e anche quando c'è una foratura ho visto tutti un po' più agitati».

Anche se adesso non stai correndo sei a favore o contro le radioline?
«Io sono a favore del loro uso perché credo che prima di tutto siano un sinonimo di maggior sicurezza. In tutti gli sport, ma anche in tutti gli aspetti della vita, si cerca sempre di migliorare e perfezionare le cose e nel ciclismo avevamo appunto le radio: adesso invece siamo tornati indietro di 20 anni e non credo che sia una cosa bella per il ciclismo».

Adesso che ti stai solo allenando senza correre come stai affrontando questa nuova tappa della tua vita?
«È chiaro che mi piacerebbe essere lì a lottare e a cercare di conquistare delle vittorie però purtroppo non è così, non dipende da me, ma sto affrontando bene quest'esperienza ed è importante perché ho la possibilità di capire cosa mi aspetta quando realmente lascerò il ciclismo. Però ha i suoi vantaggi perché posso fare quello che mi piace».

È difficile continuare ad allenarsi sapendo di non poter correre?
«Sì, è duro, però io mi alleno pensando già a quando rientrerò in futuro, un futuro che per me non è troppo lontano e so che è meglio continuare a fare una vita controllata e a lavorare duro perché sennò dopo diventa ancora più difficile riprendere il ritmo».

E invece vedere i tuoi compagni di allenamento, come ad esempio Rojas o Luis León Sánchez, che vanno alle corse mentre tu sei costretto a rimanere a casa?
«Ad essere sincero era molto più difficile l'anno scorso perché avevo appena ricevuto la squalifica ed ero rimasto un po' spiazzato. Adesso ho accettato un po' di più la situazione, è dura però sicuramente non come prima; ci sono anche aspetti positivi perché ora sono più tranquillo, prima mi cercavano tutti, la stampa parlava spesso del mio caso, c'erano sempre i dubbi e le critiche tanto che non riuscivo quasi più a godermi le mie vittorie. Ora possono prendermi i miei giorni di riposo, posso stare sempre con la mia famiglia e devo dire che è una tranquilità molto diversa da quella che conoscevo prima».

Quella sanzione, però, è stata anche una liberazione per te.
«Sì, credo che sia stata una sorta di liberazione perché era diventato un continuo schiacciarmi, mettermi sotto pressione. A livello sportivo non ho alcun problema, prima se sapevo di aspettare una chiamata ero sicuro che non mi avrebbero detto cose positive; comprendo la sanzione che ho sempre detto, e continuo a dire, che per me è ingiusta però ora sono più tranquillo. Quando ritornerò inizierò da zero quindi devo accettarla per come è arrivata e al mio rientro potrò concentrarmi solo sul lottare per centrare vittorie e obiettivi, che poi sarebbe quello che più mi piace e penso di poterlo ancora fare visto che la forma è buona».

Come sono stati per me gli anni scorsi vissuti in questa incertezza tra quello che diceva la stampa o le telefonate che arrivavano o non arrivavano?
«Gli ultimi tre anni non sono stati facili: c'erano due mesi tranquilli, poi tre mesi brutti, poi altri tre buoni e alla fine era diventato una pressione costante giorno dopo giorno, mentalmente e fisicamente non era facile da sopportare e non potevo neanche rendere al meglio. Anzi, penso che ora solo allenandomi ma con la tranquillità che ho, lo stato di forma è uguale se non anche migliore rispetto a prima e se riuscirò a tornare alle corse con questa tranquillità e senza problemi sono certo di poter tornare quello di prima o addirittura più forte».

Ci hanno detto che stai facendo anche numerosi test sotto sforzo e che forse saresti già al punto giusto, non solo per competere in gruppo, ma anche per vincere.
«Sì, era anche un po' l'obiettivo del periodo che ho fatto qui a Maiorca con la Movistar: ho fatto i test per vedere come era la mia condizione rispetto all'anno passato e hanno confermato che sto uguale se non meglio di un anno fa considerato anche il lungo periodo senza corse. Adesso tornerò a casa contento e con la consapevolezza che sto lavorando bene per tornare non solo a correre ma, come detto, anche a vincere».

Quanti compagni hai lasciato indietro durante gli allenamenti?
«(ride) Il livello della squadra Movistar è molto buono e ci sono corridori che stanno molto bene. Non è tanto staccare o farsi staccare perché c'è chi viene dall'Australia, chi dall'Argentina, altri hanno appena iniziato quindi ci sono diversi stati di forma nel gruppo della squadra. Io vedo che riesco a rimanere con quelli che stanno più bene o che già vincono come Tondo, Rojas, Ventoso o anche Soler che anche lui sta molto bene: se riesco a rimanere davanti con loro vuol dire che la condizione non è poi così bassa».

Visto che qui a Maiorca hai portato fortuna magari ti vedremo più spesso sull'ammiraglia.
«Certo! Tutti i ragazzi erano molto contenti che io fossi lì con loro e anche a me è piaciuto molto seguirli per tutta la corsa fino alla vittoria. Se solo la mia presenza volesse dire sempre una vittoria di Rojas e di un altro della Movistar allora verrei sempre».

Il tuo rientro avverrà tra meno di un anno, a inizio 2012, ma quello che tutti si chiedono è con quale squadra tornerà a correre Alejandro Valverde.
«Beh, ancora non lo so. Adesso sono qui con la Movistar perché è mia ex squadra; con Eusebio e José Miguel (Unzue e Echavarri, ndr) e con tutto il gruppo c'è un ottimo rapporto e mi hanno sempre supportato, si sono comportati bene con me e per questo la mia prima opzione sarà sempre la Movistar; poi ovviamente dovrò ascoltare tutte le offerte e vedere cosa mi viene tanto offerto sia a livello sportivo sia per tutti gli altri aspetti. Bisognerà aspettare ancora un po' anche se non vorrei andare troppo avanti con la stagione per avere una certezza sul mio futuro: per maggio o giugno spero che sia tutto sistemato anche se, lo ripeto, la mia prima opzione sarà sempre la Movistar».

Abbiamo iniziato la stagione con te sospeso e Alberto Contador, l'altro grande idolo spagnolo, anche lui a rischio squalifica: cosa ne pensi del caso di Alberto, da ciclista ma vedendo il tutto da fuori?
«Io più o meno conosco quello che sapete anche voi, leggo tutto sulla stampa e a volte sento quello che dice Alberto. Non conoscendo i particolari posso solo augurarmi che si risolva nel modo migliore possibile e che la decisione sia giusta; però se verrà sanzionato spero che non lasci del tutto il ciclismo perché Alberto è più giovane di me, ha ancora tanto tempo davanti a se e può tornare e continuare a vincere. Alberto ha dimostrato di essere il corridore migliore per un giro di tre settimane e per quello che ha vinto gli anni scorsi sono sicuro che tornerà a farlo anche al suo ritorno. Però ancora non si sa nulla quindi spero solo che non si commetta un'ingiustizia come è stato per me».

Sicuramente avrai una grande voglia di tornare e di misurarti con gli altri. Hai provato un po' di invidia a vederli così da vicino?
«Certo che sì, già essere stare nel hotel con gli altri, fare il ritiro con la squadra e vivere l'ambiente ti pizzica quelle corde; poi quando sali sulla macchina c'è ancora più invidia. Però dall'ammiraglia e anche dalla tv si possono imparare tante cose, si vedono errori che fanno gli altri quindi questo periodo può essere comunque utile per imparare a capire dove dovrò stare attento quando poi toccherà a me essere lì in mezzo».

E quel giorno non ci saranno neanche le radioline...
«Eh, adesso è senza radioline ma non sono così sicuro che il futuro alla fine sia senza radioline».

E allora che passino in fretta questi giorni e che arrivi presto il momento di rivederti in corsa.
«Un saluto e grazie a tutti!»

(Intervista realizzata e gentilmente concessaci da Ainara Hernando © Ciclismoafondo.es)

Sebastiano Cipriani

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