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Mondiali Ciclocross WE 2011: La macchina del fango - Terzo Mondiale di fila per Marianne Vos

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La gioia e la fatica sul volto di Marianne Vos a Sankt Wendel © BettiniphotoDove sta la novità? Perché con questo sono tre, uno dopo l'altro in uno splendido filotto. Quattro in totale nella sua pur giovane carriera. Parli di Mondiali e Marianne Vos risponde "presente". È successo anche quest'anno. Le belle prove del Fenomeno olandese disputate in coda alla Coppa del Mondo ma in testa al gruppo, condite dalla vittoria di Pontchâteau, facevano presagire ad un finale di stagione - stagione sul fango, s'intende - col botto. Così è stato, puntualmente e, diciamolo pure, senza troppe sorprese. Con quattro ori Mondiali all'attivo, tre dei quali ottenuti nelle ultime tre edizioni, la vera macchina del fango è Marianne Vos.

La vedi prima dell'inizio della gara, Marianne. Espressione concentrata, quasi esageratamente cattiva. Il tiepido sole che oggi avvolge e riscalda St. Wendel non riporta certo a quei Mondiali 2005, quando temperature ben più rigide e neve sul percorso accompagnarono Hanka Kupfernagel alla vittoria. Era anche allora la mattina del 30 gennaio, non sappiamo se la passista tedesca sia superstiziosa o meno. Sicuramente oggi crede di poter vincere, Hanka. La trentunenne, nel 2011, è ancora qui, ai nastri di partenza. Non sente le primavere (meglio dire gli inverni?) in più sul groppone ed è proprio lei, l'atleta di casa, che inizia a menare le danze. Inizia a menare, punto.

Durante il primo giro tira il gruppo ancora folto, troppo folto. Basta uno strappetto trasversale (tenetelo a mente) per lasciare indietro una serie di atlete, nomi illustri e non. Tra coloro che restano intruppate vi sono due delle favorite, Marianne Vos e Katie Compton. La Kupfernagel mette subito il turbo e allunga. Per un po' conduce la gara in testa, solitaria. Basta poco per la ricongiunzione: viene a formarsi un gruppo di otto atlete: Sanne Van Paassen, Marianne Vos, Hanka Kupfernagel, Katerina Nash, Pauline Ferrand Prevot, Christel Ferrier-Bruneau, Jasmin Achermann e Katie Compton, rientrata rapidamente sulle prime dopo lo scivolone.

Katie sa che se vuol vincere (e lo vuole eccome) deve sfiancare le avversarie con il suo ritmo infernale. Ha preparato il Mondiale con accuratezza, rinunciando anche a due prove di Coppa del Mondo e perdendo la Challenge per dieci punti. Sa di non potersi lasciar sfuggire anche l'appuntamento clou della sua stagione. Si piazza in testa al gruppo delle otto che sul traguardo sono diventate sei. Ferrand Prevot e Ferrier-Bruneau restano infatti attardate. La Compton spinge sui pedali, scava profondi solchi di fango. Nessun solco invece tra lei e le altre. Per la statunitense è giunto il momento di dare una sgasata. Restano alla sua ruota una sorprendente Katerina Nash e la solita Vos. La vincitrice della Coppa del Mondo, Sanne Van Paassen, non pare in giornata di grazia e resiste ancora per un giro. Si staccherà alla fine del terzo. Più indietro la Kupfernagel, rimasta attardata, cerca di colmare il gap tra sé e la testa della corsa. Concluderà quarta.

Sulla scalinata di metà circuito Compton accelera vistosamente. Vos e Nash stringono i denti ma ritornano sotto, Van Paassen scivola nelle retrovie, perde 14" e deve guardarsi dal rientro imminente della Kupfernagel. Il quarto giro vede ancora Katie Compton tirare il terzetto. La sua azione potente non dà i frutti sperati ed a fine tornata avrà solo ottenuto un maggior vantaggio sulla Kupfernagel, si tratta di 20", con Van Paassen che è stata superata dalla passista tedesca. Con la Compton a tirare ininterrottamente per tre giri si arriva all'ultima tornata.

Finalmente è Katerina Nash che si mette in testa. Katie Compton ringrazia. Marianne Vos invece non pare troppo felice dell'andatura tenuta dalla Campionessa ceca. Il Fenomeno si mette così davanti alle compagne d'avventura. Nessuno si accorge che la sua è un'imboscata in piena regola. Siamo infatti nei pressi del temutissimo gradone di fango da risalire per traverso. Vos, che nelle precedenti tornate è sempre caduta in questo punto, affronta l'ostacolo davanti a tutte, risalendolo a piedi dopo aver accelerato. In questi piccoli grandi gesti sta la superiorità di Marianne. Non solo nell'aver ricevuto da Madre Natura doti atletiche fuori dal comune, ma dal saper interpretare al meglio ogni tipo di corsa, rivoltando sempre la situazione in suo favore. Compton si accorge di quanto sta accadendo, tenta di restare agganciata a Nash e Vos e per fare ciò anticipa la risalita della doom climb, la salitella della morte. Non se lo perdonerà, visto che l'azione della statunitense ne provoca la caduta.

Il tempo di rialzarsi è quel poco che basta a Marianne Vos per sgasare, prendere subito una decina di secondi su Nash e sulla rientrante Compton. La velocità della gara si fa impressionante, così come impressiona ancora una volta Marianne Vos, la cui freschezza pare quella di un'atleta nel giro di riscaldamento. L'inseguimento indiavolato della Compton non porterà a nulla.

Marianne Vos termina l'ultimo giro, il più veloce della corsa (percorso in 6:25"), allargando le braccia sul traguardo, come a dire: «Che ci posso fare se sono la più forte?». Difende a suo modo la maglia iridata conquistata 12 mesi fa in quel di Tabor, mentre una Compton che può infuriarsi solo con se stessa taglia il traguardo con 17" di ritardo. L'argento non vale nulla per la statunitense. Non oggi, almeno. Alle sue spalle la Nash conquista il bronzo. Nella storia dei Mondiali femminili di Ciclocross quella di Katerina è la prima medaglia per la Repubblica Ceca. Seguono Kupfernagel a 42", la svizzera Achermann a 1:10" e Van Paassen a 1:20". Il duo francese Ferrier-Bruneau e Ferrand Prevot conclude invece a 1:42" mentre la giovane belga Sanne Cant paga due minuti tondi tondi. Per i nostri colori il 17esimo posto di Vania Rossi a 3:30" non può offrire scenari futuri confortanti per il movimento, per il quale, inevitabilmente, c'è ancora molto lavoro da svolgere.

La mattinata che si conclude con Katie Compton che mastica amaro, conscia dell'occasione gettata alle ortiche, e Marianne Vos ancora in maglia iridata è l'alba di una nuova stagione. Marianne, da domani, concederà il riposo alla bici da cross, correrà su pista per qualificarsi alle Olimpiadi di Londra 2012 e poi tutte le sue attenzioni saranno rivolte alle gare su strada. Per molte atlete che abbiamo visto all'opera oggi la stagione è finita, per Marianne Vos, dopo questo Mondiale, non siamo che all'inizio di una nuova, vittoriosa annata. Dov'è la novità?

Francesco Sulas

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