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Ciclocross CdM Pont-Château 2010: Pauwellness, che benessere! - Kevin vince, Albert vicinissimo alla Coppa

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Kevin Pauwels esulta davanti a Niels Albert a Pont-Château © Nieuwsblad.be - BelgaGennaio è mese fondamentale per il cross, con i campionati nazionali nella prima parte e i mondiali l'ultimo fine settimana. Ma in questo modo tutto quello che c'è in mezzo, comprese le due prove di Coppa del Mondo di questa domenica e della prossima, assumono connotati particolari, coi corridori intenti a massimizzare al meglio le proprie energie in vista dell'appuntamento clou di fine mese. Soprattutto i belgi, il cui campionato nazionale è di livello altissimo e di valore (sportivo ma anche economico) appena inferiore al Mondiale, arrivano spesso scarichi agli appuntamenti di metà gennaio, per cercare di conservare la gamba migliore in vista della rassegna iridata. Senza contare Zdenek Stybar, che alla prova francese di una Coppa del Mondo che lo vede ormai tagliato fuori dalla lotta per le piazze più importanti (a causa del problema al ginocchio che in dicembre lo ha costretto a saltare ben tre gare della challenge - sulle sei fini qui disputate) ha preferito il più mite clima mediterraneo, optando per una settimana di allenamento a Maiorca.

Se a questo aggiungiamo che il circuito di Pont-Château si è rivelato incredibilmente poco selettivo, veloce ma non tecnico, tutt'altro che duro anche grazie alla bella giornata che ha lasciato il terreno in perfette condizioni, possiamo capire come la corsa si sia rivelata tutto sommato livellata, a parte le prime due posizioni. Sono stati infatti Niels Albert e Kevin Pauwels a monopolizzare la prova, non a caso i due belgi in lotta per la generale della Coppa del Mondo. Ma dietro di loro abbiamo potuto vedere un gruppo piuttosto affollato, praticamente da gara su strada, selezionato più dagli incidenti meccanici e dalle cadute che non dalla reale forza degli atleti.

In partenza è il francese Steve Chainel a scattare in testa e provare addirittura l'allungo. Non si tratta però dell'attacco estemporaneo del corridore di casa galvanizzato dal pubblico, ma il prologo a una corsa in prima linea che segnala il neoacquisto della FDJ come uno dei possibili outsider per Sankt Wendel, a fine gennaio. La partenza di Albert è invece insolitamente buona per i suoi standard, e alla fine della prima tornata il campione nazionale belga (per l'occasione però con la divisa bianca di leader di Coppa) è già al comando, in compagnia dello stesso Chainel, di Pauwels e di un pimpante Sven Vanthourenhout (col contratto alla Sunweb-Revor in scadenza a marzo, e dunque desideroso di mettersi in mostra).

Chi si ritira quasi subito è Bart Wellens, sofferente per una caduta nella gara di Otegem, lunedì scorso. La cosa farà molto parlare in casa belga, dove il selezionatore della nazionale da tutta la stagione sta lasciando, nelle gare di Coppa, Tom Meeusen come riserva, schierando spesso atleti che vanno oggettivamente meno forte del talento fiammingo (non ce ne vogliano i cugini Vanthourenhout o Rob Peeters) o, come nel caso odierno di Wellens, costretti al ritiro dopo pochi minuti per problemi fisici già evidenti alla vigilia.

Ma la corsa va avanti e al terzo giro Albert forza, e il solo Pauwels riesce a riportarsi su di lui. Il duo belga al passaggio sotto il traguardo ha 25" sugli inseguitori, che diventano 45" al quarto giro e un minuto a metà prova. La gara si ritrova praticamente divisa in due: davanti Albert e Pauwels che procedono regolari, con un ritmo che sembra non impegnarli troppo ma in realtà tiene lontanissimi gli avversari; dietro tutti gli altri, spesso indecisi sul da farsi e inclini a ricompattarsi a ogni rallentamento in gruppi numerosi più abituali alle prove su strada. Se sulle prime infatti il gruppetto degli inseguitori è formato da una decina di corridori, fra i quali un Sven Nys parecchio sottotono e un Marco Aurelio Fontana molto attivo, a metà gara alle spalle di Albert e Pauwels troviamo un plotone di quasi venticinque unità. Agli attivi padroni di casa, guidati da Chainel, da Francis Mourey, da John Gadret e pure da Nicolas Bazin, fanno da contraltare alcuni belgi non nella loro giornata migliore, come il suddetto Nys, Peeters o Klaas Vantornout (mentre Sven Vanthourenhout è costretto al ritiro per una caduta). Fra i più pimpanti invece Bart Aernouts e il campione tedesco Philip Walsleben, in un gruppo che comunque si allunga e poi si ricompatta, e permette di vedere relativamente in buona posizione americani, polacchi, inglesi e spagnoli, gente insomma non avvezza alla top ten del ciclocross. Per molti è chiara l'intenzione di sfruttare la particolare situazione per cogliere un risultato di prestigio altrimenti irraggiungibile a livello internazionale, mentre i big rimasti indietro danno più l'impressione di volersi preservare in vista di giornate migliori.

Negli ultimi due giri comunque, sotto l'impulso dei francesi, di Walsleben e di Aernouts, gli inseguitori tornano ad assottigliarsi, fino a rimanere quella decina che erano all'inizio dell'azione di Albert e Pauwels. Mentre il duo di testa si avvia allo sprint per la vittoria, l'ultima tornata riserva una caduta a Fontana, nel momento in cui sembra potersi giocare la terza piazza. Il campione italiano cade in discesa, portandosi dietro Mourey, Walsleben e Vantornout, consegnando la lotta per il podio a quelli un poco più indietro che, altrimenti, non sarebbero arrivati nei primi cinque posti. Per Fontana (che poi giungerà al traguardo lentamente, fra gli ultimi, a oltre 4' dal vincitore) rimane in ogni caso la soddisfazione di un'ottima prova e di una condizione arrivata al top proprio nel mese che conta maggiormente.

Davanti la volata a due non ha storia, e Pauwels raccoglie così un altro successo prestigioso. Fra i beneficiati dalla caduta di Fontana, è Nys ad aggiudicarsi - grazie a uno sprint imperioso - un podio in una gara per il resto modesta. Chainel, quarto, è il migliore dei transalpini, mentre Aernouts, Peeters, Walsleben, Gadret e Bazin finiscono tutti nella top ten, completata da un Enrico Franzoi alla ricerca di riscatto dopo la delusione di Roma di domenica scorsa.

Albert invece, a dispetto del secondo posto, può consolarsi con la classifica generale ormai in cassaforte: pur avendo perso qualcosa nei confronti di Pauwels, gli rimane comunque un margine di 61 punti e, domenica prossima a Hoogerheide, per conquistare la sua prima Coppa del Mondo gli basterà arrivare fra i primi trenta.

Gianluca Colloca

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