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Vuelta a España 2010: Dal secondo posto al secondo giusto - JRO leader grazie al traguardo volante. Tappa a Erviti

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Imanol Erviti festeggia a Vilanova i la Geltrú la sua seconda vittoria di tappa alla Vuelta a España dopo quella del 2008 - Foto www.lavuelta.esSi chiama Imanol Erviti Ollo, tra un paio di mesi compirà 27 anni, e da qualche stagione si propone come bel nome alternativo tra i ciclisti spagnoli; nel 2008 vinse proprio alla Vuelta una tappa, battendo tre compagni di fuga in una volata ristretta; oggi a Vilanova i la Geltrú ha voluto provare invece l'ebbrezza dell'arrivo solitario, ed è riuscito nel suo intento dopo un attacco personale di 20 km, figlio di una precedente fuga a 11 di 90. E l'azione del navarro è senz'altro l'elemento più memorabile di una giornata che rimarrà in mente anche per il minuscolo abbuono grazie al quale Joaquím Rodríguez ha strappato la maglia rossa a Igor Antón.

Ma come non partire, in questo resoconto, dalla bizzarra vicenda che ha visto protagonista la Saxo Bank? L'analcolico Bjarne ha rispedito a casa Andy Schleck e Stuart O'Grady in quanto rei di non aver rispettato il codice di comportamento della squadra. Il motivo? I due avrebbero alzato un po' il gomito ieri sera, dopo cena. A parte il sorriso che nasce spontaneo leggendo ciò, vedrete che spunterà qualche retroscena, tra Andy che smentirà («Sei mojito non hanno mai fatto male a nesuno») e Riis che rincarerà la dose («Non solo trincavano, ma brindavano alla nascita del Team Luxembourg!»); resta da chiedersi quanto sarà motivato Frank, a questo punto, a dannarsi l'anima per ottenere risultati a beneficio del Mangiafuoco danese, in quel che resta della Vuelta.

E quel che resta della Vuelta - detto e certificato che nessuno sentirà comunque la mancanza dell'Andy visto fin qui - ripartiva stamattina da Tarragona dopo il riposo di ieri. E ripartiva di gran carriera, se è vero che la media è stata altissima e, a differenza di varie altre tappe, la fuga non è partita così facilmente. Logico che non si riuscisse ad attaccare: c'era la Katusha che inseguiva tutti, tenendo un ritmo sempre sostenuto, e lo scopo di tanta fatica era da trovarsi nella voglia, da parte di Joaquím Rodríguez, di arrivare da leader nella sua Catalogna.

E non ha perso tempo, JRO: grazie a un grande aiuto dei suoi, è riuscito a sprintare al primo traguardo volante di giornata, a Valls (km 41 sui quasi 176 totali), piazzandosi terzo dietro a due velocisti (Cavendish e Farrar) e strappando così, con quei due secondini di abbuono, la maglia rossa dalle spalle di Antón: ottima mossa, nel caso che il temibile Rat Penat non facesse la selezione prevista.

Raggiunto il primo obiettivo di giornata, la Katusha si è un po' calmata, e la fuga è partita, anche per mezzo di un ventaglio. Davanti prima in 9, poi in 12, con Kadri, Javier Moreno, Erviti, Zingle, Cheula, Finetto, Ten Dam, Lund, Van Avermaet, Le Mével, Mori e Gilbert. Eccolo, il nome di troppo: con Philippe all'attacco, chiaramente la Katusha non poteva lasciar fare (immaginiamo quanto avranno sbuffato i compagni di JRO: avevano appena tirato un attimo i remi in barca, ed eccoli di nuovo a dover inseguire). E così, dopo aver capito che non ci sarebbe stato spazio per l'azione a 12 (che pure aveva raggiunto oltre 2' di vantaggio), Gilbert si è rialzato al km 67, e i suoi colleghi d'attacco hanno preso il largo (un largo relativo, ovviamente): 5'30" il margine massimo, toccato al km 115 (60 dal traguardo, más o menos).

Joaquím Rodríguez ha strappato per un solo secondo la maglia rossa a Igor Antón - Foto www.lavuelta.esCon l'avvicinarsi del già citato Rat Penat (4 km durissimi a poco più di 30 km dalla conclusione), la Katusha si è nuovamente rimessa sotto, e quando Le Mével (il migliore in classifica tra i fuggitivi: 34esimo a 6'36" da Antón), seguendo Javier Moreno, si è avvantaggiato sulle prime rampe del Gpm, il vantaggio sul gruppo dei migliori era sceso a poco più di 2'30".

Con Caruso e Karpets in testa al plotone, JRO confermava le sue intenzioni bellicose (o quantomeno di controllo della corsa), mentre il plotone stesso si scremava progressivamente sui durissimi strappi del Rat Penat. Al Gpm il distacco è sceso sotto i 2', e in discesa la coppia davanti è diventata un sestetto, col rientro di Finetto, Zingle, Ten Dam e poi Lund, prima di vedere anche il ritorno di Erviti, Van Avermaet e Cheula.

Inutile dire che ci si sarebbe aspettati ben di più, dalla salita catalana, che non un attacchino di García Dapena e una breve defaillance di LuisLe Sánchez e Rubén Plaza, ma tant'è: aveva avuto ragione JRO a precorrere tanto i tempi e a capire in anticipo che la frazione si sarebbe facilmente conclusa - se non con la riuscita di una fuga indolore - con una volata a ranghi non compatti ma neanche così ristretti.

Naturalmente gli uomini in avanscoperta non si sono arresi all'idea che il gruppo rientrasse: e una volta riorganizzatisi, gli 8 hanno riportato il vantaggio sopra i 2'30", prima che Erviti tentasse la carta dell'attacco personale, ai 20 dal traguardo. L'attacco di Imanol è stata una sciabolata che gli ha portato subito in dote mezzo minuto di vantaggio sui più immediati inseguitori, mentre il grosso del gruppo, forte di tanti rientri (tra cui quelli di alcuni velocisti), era dato in rimonta. Rimonta tentata anche dalla Liquigas (tra i velocisti della parentesi precedente c'era anche Bennati), che inseguiva (con Finetto) nel drappello in fuga e (con tutti gli altri) nel plotone.

Ma tanto lavorìo su tutti i fronti non ha portato a risultati di rilievo, anche perché Erviti continuava a tenere splendidamente il suo mezzo minuto, anzi, aumentava addirittura il margine su Le Mével e compagni. A Vilanova, di sicuro Imanol se l'è goduta tutta, quella passerella: primo senza discussioni, con Zingle che ha battuto gli altri fuggitivi a 36" di ritardo, e Bennati che si è consolato con la volatina del gruppo, a 1'38". Domani l'arrivo in salita di Andorra dovrebbe finalmente darci un quadro più chiaro della situazione in questa Vuelta. JRO, fin qui forse il più convincente tra i big, forte della sua maglia rossa nuova fiammante riproverà a fare il cavallino rampante: ad Antón e Nibali il compito di rovinare i piani del capitano Katusha.

Marco Grassi

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