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Route de France 2010: Sprint Armitstead, Annemiek sorride - Van Vleuten resiste all'HTC, Bronzini seconda

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Lizzie Armitstead chiude la Route de France con un bel successo - foto Organisation Routes et CyclesSempre meglio non dare nulla per scontato nel ciclismo, soprattutto quando il divario tra chi comanda e chi insegue in classifica generale è misurabile nell'ordine della manciata di secondi. Che poi l'esito finale non venga modificato è altro discorso, ma quest'ultima frazione della Route de France di emozioni ne ha offerte eccome, tanto che poteva essere proprio la tappa conclusiva (con una sola salita, neppure poi tanto trascendentale, posta all'inizio) quella in cui poteva esser fatta la rivoluzione. 

Per qualsiasi buona riuscita di un'impresa audace però è necessaria anche una cospicua dose di fortuna oltre alla virtù ed ora, ad epilogo ormai consumato, possiamo dire che la buona sorte è stata tutta dalla parte della Nederland Bloeit. Chissà cosa deve aver pensato infatti Judith Arndt, riuscita ad entrare in un tentativo di fuga che ha fatto tremare il team olandese quasi per tutto il giorno, nel momento in cui una foratura le ha spento definitivamente qualsiasi sogno di gloria. E che dire del Team Valdarno? Alla squadra di Montedori può senza dubbio andare l'oscar della sfortuna in quanto proprio nel momento in cui la bagarre in gruppo si scatenava, proprio le leader Antoshina e Guderzo (con la Baccaille costretta ovviamente a fermarsi per prestare aiuto) erano vittime di una foratura che le ha di fatto estromesse dalla gara, con la sola Vysotska in grado di giungere all'arrivo. Il gruppo infatti era nel frattempo esploso e per tutte le varie atlete rimaste attardate la corsa è finita lì (solamente in 39 sono giunte al traguardo di Vittel e queste, a meno di casi realmente particolari in cui la giuria magari chiude un occhio, sono situazioni che lasciano sempre un pò perplessi in generale).

Conscia di dover tentare il tutto per tutto, l'HTC-Columbia il modo per rendere la vita realmente difficile alla Van Vleuten se l'era studiato bene, decidendo così di provare a mettere a ferro e fuoco la tappa fin dalle prime battute. Su una salitella posta dopo 5 chilometri infatti è stata Luise Keller la prima a scattare ed una volta ripresa è stata Adrie Visser ad indurre la Nederland alla reazione per rintuzzare il tentativo. A questo punto la corsa è entrata subito nel vivo, visto che Judith Arndt ha deciso di tentare il tutto per tutto lanciandosi in un attacco a cui si sono accodate ben tredici atlete e che a 50 chilometri dall'arrivo poteva vantare un gap di 1'30" nei confronti del plotone. La situazione per la Van Vleuten si è fatta realmente critica, dal momento che nonostante il notevole spiegamento di forze da parte delle proprie compagne, lo svantaggio da colmare è rimasto attorno al minuto per una quindicina di chilometri buoni, ragion per cui la corsa è rimasta in bilico più che mai. In un frangente del genere anche l'aiuto della sorte poteva essere decisivo e la sopracitata foratura della Arndt ha di fatto chiuso la gara in favore del team guidato da Blijlevens: avversaria più pericolosa riassorbita così come le restanti fuggitive, riprese ai -20 dal traguardo vista la mancanza di accordo nel portare avanti il tentativo. L'HTC ha avuto un ultimo sussulto per cercare almeno di conquistare il successo di tappa nel circuito finale, quando ancora una volta Luise Keller ha allungato in compagnia di Sarah Düster ma anche questo tentativo, iniziato di buona lena non ha avuto successo. Ci ha così provato la Armitstead ma il gruppo non ha lasciato spazio e si è così giunti all'ultimo chilometro, dove il lavoro fatto dalla Cervélo si è rivelato perfetto: la Düster è entrata molto forte nell'ultima curva posta ai 750 metri, seguita prontamente dalla Armitstead che ha fatto valere le sue doti di ottima pistard per avere la meglio allo sprint su tutte le altre. Un bel successo per la britannica che suggella nel migliore la conquista della maglia di miglior giovane e la quarta posizione finale. Mastica ancora amaro invece Giorgia Bronzini, ancora una volta relegata alla piazza d'onore dopo quella ottenuta nella seconda frazione, terzo posto invece per la tedesca Lisa Brennauer. A seguire Numainville, Visser, la Van Vleuten ormai certa della vittoria, Vos e Leleivyte mentre qualche secondo più indietro terminano tutte le altre, con la generosa Arndt che chiude nona staccata di tre secondi.

Missione compiuta quindi per Annemiek Van Vleuten che in questo 2010 d'oro per lei porta a casa anche la prima corsa a tappe della carriera, sfruttando alla perfezione le proprie doti in volata per accumulare gli abbuoni necessari per distanziare di quel tanto che bastava le avversarie dirette. Fondamentale comunque l'apporto di Marianne Vos che, nonostante non riesca neppure in questa occasione a primeggiare in una gara a tappe, è riuscita a disputare un'ottima corsa in appoggio alla propria compagna, conquistando anche due successi parziali. Hanno fatto il possibile sia Judith Arndt (staccata di 6") che Olga Zabelinskaya (terza a 20") ma come rimarcavamo ieri la poca selettività del tracciato ha fatto sì che fossero soprattutto gli abbuoni a svolgere un ruolo decisivo sull'esito della gara, visto che anche la cronometro non ha scavato quei distacchi tali da poter distanziare definitivamente le varie contendenti. Di certo con un tracciato più selettivo anche lo spettacolo potrebbe guadagnarne ma in tempi in cui ogni organizzazione di corsa comporta le sue difficoltà (ricordiamo che la Grande Boucle Feminine non si è disputata quest'anno), questo passa il convento. Per l'Italia le note più liete sono venute da Giorgia Bronzini, nonostante la vittoria le sia sfuggita (unica a concludere la corsa assieme ad Eleonora Patuzzo e Marta Bastianelli) mentre per la Guderzo (al mattino la meglio piazzata nella generale) è intervenuta una decisiva foratura ad impedire una dignitosa classifica finale, nel percorso affrontato dalla vicentina verso il tentativo di conferma iridata.

Vivian Ghianni

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