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Volta a Portugal 2010: Arrocco a Torre, Re Blanco è sicuro - Lo spagnolo consolida il primato in classifica

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L'esultanza di David Blanco in cima alla salita di Torre © Uff. stampa della corsaÈ il "solito" David Blanco a imporsi nella tappa regina del Giro del Portogallo, mettendo così una più che seria ipoteca sulla classifica finale della corsa lusitana. Una frazione tutto sommato deludente, che offre poco spettacolo anche per via dei cambiamenti apportati al percorso a causa degli incendi che stanno funestando la regione della Serra da Estrela (e i corridori durante l'ascesa finale vedranno il fumo salire dagli altri lati della montagna). Così gli originari 168 km da Idanha-a-Nova a Torre vengono ridotti a 123, con l'eliminazione dell'Alto de Carrazedo (Gpm di prima categoria) e la salita decisiva affrontata, invece che dal più impegnativo versante di Seia, da Manteigas (più breve - anche se pur sempre di 20 km - e dalle pendenze meno accentuate).

Si può dire però che si tratti del degno apice per una Volta dai toni decisamente bassi, che paga la crisi del movimento portoghese, sofferente per la crisi economica particolarmente accentuata in tutta la penisola iberica, ma anche per motivi suoi intrinsechi. La scomparsa nel biennio 2008-2009 delle tre formazioni leader del ciclismo lusitano - Liberty, Benfica e LA-Mss (ex-Milaneza) - ha da un lato impoverito fortemente il livello del gruppo, e dall'altra lasciato campo libero all'unico altro team di livello, la Palmeiras Resort-Prio. La formazione tavirense è rimasta infatti la sola ad avere a disposizione un buon budget, cosa che le permette di schierare fra le sue fila le due principali star del plotone, il galiziano David Blanco e il sempiterno idolo locale Candido Barbosa, oltre ad alcuni ottimi gregari - André Cardoso, Nelson Vitorino, Ricardo Mestre - che farebbero la loro figura anche in formazioni più blasonate e internazionali.

Così, accorciata e meno dura, la tappa parte con un susseguirsi di attacchi che vedono alla fine sganciarsi un gruppetto di una decina di corridori, fra i quali cerca di mettersi in luce il nostro Matteo Rabottini (Lampre). Oltre a lui troviamo fra gli altri l'ucraino Oleg Chuzhda (Caja Rural), già vincitore di una tappa e fra i più combattivi della Volta, il francese Jimmy Engoulvent (Saur-Sojasun) trionfatore nel prologo, e proprio il succitato Candido Barbosa, alla ricerca dei bonus dei traguardi volanti per conquistare l'ennesima classifica a punti della carriera. Il loro vantaggio tocca i tre minuti, ma alle loro spalle Barbot e LA-Paredes lavorano insieme per ricucire il gap.

A pochi chilometri dall'inizio della salita il gruppo torna dunque compatto, e subito arriva l'attacco di Nelson Oliveira, portoghese della Xacobeo che molto ha fatto vedere fra gli Under 23 e ora è alla ricerca di una sua dimensione fra i pro'. Ma la salita di Torre - pur se affrontata dal versante meno impegnativo - è ancora troppo per lui, e così deve presto lasciar strada a Vladislav Borisov (Amore & Vita), al contrattacco prima insieme a Vitaly Kondrut (ISD) e poi da solo. Durante la prima metà dell'ascesa non succede praticamente più niente: il vantaggio di Borisov si mantiene fra i trenta secondi e il minuto, mentre il gruppo - composto da una quarantina di unità, con tutta la Palmeiras davanti a controllare - procede regolare. Il ritmo lo fa addirittura Barbosa, che già non è (o almeno non più) uno scalatore, e si è pure sciroppato 80 km di fuga. Questo per dire come nessuno sembra avere interesse a fare la corsa dura, e se a Blanco e alla Palmeiras questa situazione va ovviamente bene, è evidente come i suoi avversari non ne abbiano o temano la forza dell'attuale leader e della sua squadra.

Borisov va avanti col suo passo, e per qualche chilometro si ha l'impressione che ce la possa fare, vista l'abulia generale. Né lo impensierisce il terzetto che esce al suo inseguimento, formato dal sinora deludentissimo Santi Pérez (Loulé), da Bruno Pires (Barbot) e dal promettente olandese Tom-Jelte Slagter (Rabobank Continental).
Le cose cambiano ai meno quattro chilometri dal traguardo, quando Vergilio Santos (LA-Paredes) attacca con decisione e si riporta sul fuggitivo. A quel punto però il treno della Palmeiras ha accelerato fino a riprendere la testa della gara, e nessun successo hanno i successivi tentativi del campione nazionale Rui Sousa (Barbot) e Daniel Silva (Loulé), e di David Bernabéu (Barbot). Al penultimo chilometro è ancora Rui Sousa a provare, e stavolta André Cardoso sembra non avere le forze per riportare sotto il suo capitano. E infatti allo striscione dell'ultimo chilometro è Blanco a prendere la testa dell'ormai esiguo gruppetto dei migliori, che viene subito scremato dal suo ritmo. Sousa è ripreso ai 400 metri dall'arrivo e, mentre si aspetta un inedito arrivo in volata sull'Alto da Torre, il galiziano impone un'altra accelerazione che manda in crisi Patrick Sinkewitz (ISD), cosa che risulta decisiva.
Il tedesco è infatti alla sua ruota, e il buco che crea rialzandosi taglia fuori anche Sergio Pardilla (Carmiooro) e Hernâni Broco (LA-Paredes), che forse avrebbero avuto qualche chance di successo se fossero partiti dalla ruota di Blanco, mentre invece non ce la fanno a recuperare i metri persi da Sinkewitz. Sul traguardo è allora il capitano della Palmeiras a bissare il successo di domenica scorsa sull'altro arrivo in salita di Senhora da Graça, precedendo di 5" Broco e Pardilla, di 7" Sinkewitz, di 11" Bernabeu e di 15" Sousa.

Nella generale Blanco ovviamente rafforza la sua leadership, e ora guida con 54" su Broco, 1'04" su Bernabeu, 1'16" su Pardilla e Sinkewitz. Con due tappe interlocutorie domani (Oliveira do Barrio) e domenica (Lisbona), saranno i 32 km contro il tempo da Pedrógão a Leiria di sabato a decidere questa settantaduesima edizione della Volta.
Anche se la lotta sarà tutta per le posizioni di rincalzo, perché - a dispetto di una classifica relativamente corta - non si vede proprio chi possa insidiare David Blanco, che anzi fa solitamente della cronometro il suo punto di forza.

Gianluca Colloca

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