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Tour de Pologne 2010: Greipel, finale in aquaplaning - Nella generale Dan Martin su Bole, Ulissi penalizzato

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André Greipel, vittoria bagnata a Cracovia © Tour de Pologne Finale più canonico di questo non ci poteva essere: il Tour de Pologne si chiude con una volata (quasi) di gruppo vinta dal velocista più forte della comitiva, André Greipel; e Daniel Martin, indisturbato e protetto dai suoi compagni, non ha avuto problemi a portare a termine la missione di conservare la maglia gialla fino all'ultimo traguardo della corsa, quello di Cracovia.

Come dire, quel che spessissimo avviene nei grandi giri, viene riprodotto in scala in quelli piccoli, che pure avrebbero tutto l'interesse a tener viva l'attenzione sulla corsa fino alla fine; tantopiù in un periodo dell'anno in cui non c'è la concorrenza di mastodontici appuntamenti secolari, e in cui ci si potrebbe ritagliare uno spazio di reale appeal. Invece il Giro di Polonia, che mai ci ha realmente entusiasmato, anche stavolta, malgrado un percorso che osava un po' di più rispetto al passato, non ha regalato quel quid tecnico in grado di tenere il pubblico incollato alla corsa.

L'ultima, canonica tappa, dicevamo: maxitentativo di fuga subito rientrato in avvio di tappa (c'erano anche Ballan e Bennati di mezzo), poi il vero attacco della giornata, quello messo a segno da Morajko, subito supportato da Madrazo, quindi anche da Curvers: un terzetto rimasto in fuga fino al circuito finale, sotto la pioggia, e con una lungimirante HTC dietro a tirare per inseguire.

Se ai 30 km il margine per i fuggitivi era di 2'50", ai 20 Madrazo, occhialuto 22enne della Caisse d'Epargne, capendo che il gruppo si rifaceva troppo sotto, ha provato l'assalto all'arma bianca, tutto solo. Ma il plotone, com'è noto, di rado ha pietà, e allora prima sono stati ripresi Curvers e Morajko (a 10 km dal traguardo), poi, all'imbocco dell'ultimo giro del circuito (poco meno di 5 km), anche lo spagnolo.

Il fondo stradale bagnato come poche volte nelle corse di quest'anno, con veri e propri effetti aquaplaning qua e là, ha indotto il gruppo (quel che ne rimaneva: in tanti anche oggi sono risultati doppiati proprio nel circuito finale) a una prudenza che sarebbe bello vedere con maggiore frequenza in gara. La volata, senza giochetti e senza la possibilità di fare troppe manovre, ha semplicemente messo in linea tutti gli sprinter interessati all'articolo; e il più forte, guardacaso, ha vinto.

Non ha avuto bisogno di trovate particolari, infatti, André Greipel, per stabilire la sua supremazia (due tappe vinte questa settimana, e una probabilmente buttata via con un poco sensato attacco da lontano) sugli altri velocisti: partiti ognuno sulla propria corsia, come in una gara di atletica, ognuno ha mantenuto la sua linea nei 200 metri finali; Greipel è stato il più veloce, al centro della strada; ai bordi, da una parte Hutarovich e dall'altra Förster, non sono riusciti ad avvicinare il tedesco, che ha poi dedicato la vittoria alla nipotina appena nata.

Buona notizia per il pedale italico (nel giorno in cui Santambrogio, staccatosi, è uscito di classifica), il piazzamento di Bennati che fino a un certo punto ha lottato spalla a spalla proprio con Greipel, ma a cui è mancato lo spunto per far meglio di un quarto posto comunque incoraggiante in vista della Vuelta e del finale di stagione.

In classifica, una volta assicuratosi che tutti i vari bonus di giornata sarebbero andati ai fuggitivi, Daniel Martin ha dovuto solo sperare che Bole non facesse la magata in volata. E siccome lo sloveno è riuscito ad alzare solo un 28esimo posto, la generale conferma la vittoria dell'irlandese, con 8" su Grega, 10 su Mollema, 20 su Albasini e 21 su Ballan quinto e alla fine unico italiano nella top ten, visto che Santambrogio, come detto, è uscito di classifica, mentre Ulissi, che era nono fino a stamattina (e che sarebbe risalito in ottava posizione dopo la defaillance di Santambrogio), malgrado sia arrivato col gruppo dei migliori, è stato penalizzato di 20" dalla giuria a causa di un prolungato dietro-macchina con l'ammiraglia di Fabrizio Bontempi (multato anche lui): quanto basta per farlo scivolare in undicesima posizione, a 50" da Martin.

Marco Grassi

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