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Tour de Pologne 2010: Marcato svalvolato, Lorenzetto ok - Marco esulta un giro prima, poi Mirco vince

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Doppietta Lampre a Cieszyn con Lorenzetto e Bole - Foto Uff. stampa © ScanferlaIl povero Mirco Lorenzetto avrà sentimenti contrastanti stasera, nei confronti di Marco Marcato. Perché non capita tutti i giorni di vincere una tappa e indossare una maglia da leader in una corsa dal prestigio (forse) crescente, come può essere oggi il Giro di Polonia, e nonostante ciò essere praticamente oscurato dall'impresa di un avversario; ma del resto, senza quell'impresa, la vittoria non sarebbe arrivata, e quindi...

L'impresa di cui parliamo - e sia chiaro che la narriamo con un sorriso divertito sulle labbra che vuol essere solidale e non di sberleffo - l'ha compiuta un Marco Marcato in completa trance agonistica. Tanto in trance da andare in fuga a 18 km dal traguardo (dopo che Hoogerland aveva caratterizzato con una bella fuga - insieme a Rollin e Meyer - la giornata attraverso le varie salite messe a metà tappa), insieme al polacco Marycz; tirare e guadagnare sul gruppo, restando addirittura da solo a 10 km dalla fine, con un tesoro di 30" da salvaguardare nei confronti degli inseguitori; difendere coi denti quel margine anche sulla rampa in sampietrini che portava all'arrivo di Cieszyn; e non accorgersi che, nel momento in cui esultava, felice per questo successo che l'avrebbe ripagato di tanta fatica accumulata nel corso della stagione (e della giornata, ovvio), l'arrivo era ancora lontano un giro.

Un circuito il cui ricordo per il veneto resterà maledetto: 6.8 km da ripetere 3 volte; e invece il corridore della Vacansoleil aveva supposto che due tornate fossero sufficienti, non ha sentito la campanella che segnalava il fatto che mancasse ancora un giro, e ha iniziato a festeggiare. Difficilmente quantificabile lo scorno provato dal ragazzo nel momento in cui si è reso conto che qualcosa non tornava, e dalla moto gli indicavano in qualche modo che avrebbe dovuto proseguire per altri 6 km abbondanti.

Ma sicuramente talmente schiacciante da svuotare completamente le gambe di Marcato, che forse per protesta nei confronti di se stesso e del destino infame e beffardo, ha praticamente smesso di pedalare, anche se in teoria, pur avendo perso metà del margine a causa dell'improvvida esultanza, gli restavano una quindicina di secondi per provare a rilanciarsi. Naufragato nella delusione Marcato (coraggio, Marco!), la tappa ha preso altri binari, diversi dall'assolo. Carrara ha in qualche modo provato a salvare la baracca Vacansoleil, mettendosi in testa e provando a portar via un nuovo gruppetto, ma la cinquantina abbondante di corridori rimasti nel plotone dei migliori (non i primissimi della classifica, a partire dalla maglia gialla Davis) hanno da lì in poi annullato ogni tentativo, compresi quelli di Stannard, Szmyd e Kiryienka.

A un chilometro e mezzo dalla fine, ancora Carrara ha provato ad allungare il gruppo, ma sulla rampa conclusiva il gioco di squadra con Lagutin è sfumato, mentre Geschke provava un allungo e veniva rintuzzato da una coppia Lampre: Lorenzetto e Bole, sveglissimi negli ultimi 500 metri, hanno addirittura fatto un minibuco, riuscendo a prendere in testa la curvetta finale, a meno di 150 metri dalla linea d'arrivo. E tanto è bastato perché i due blu-fucsia arrivassero in parata, con Lorenzetto a prendersi una vittoria comunque meritata (se non altro per il fatto di aver resistito così bene sui saliscendi della frazione, e aver conservato la lucidità per il colpo secco che ha deciso la corsa), accompagnata dalla maglia di leader, che detiene con 7" di vantaggio sul compagno Bole (secondo al traguardo) e 8" su Alessandro Ballan.

Il quale, da parte sua, continua a esibire vivacità, sia sui traguardi intermedi che - in questo caso - in un finale particolarmente adatto a lui (avrà ripensato per qualche metro al Grammont che lo lanciò verso il suo Fiandre?); terzo di tappa, terzo nella generale: un anno fa - corsi e ricorsi storici - fu proprio l'allora Campione del Mondo in carica a vincere il Tour de Pologne: che il riscatto, dopo mesi difficili per i più vari motivi, possa passare ancora una volta dal grande paese baltico?

Marco Grassi

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