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Tour de France 2010: I dieci momenti più significativi - Non solo Alberto-Andy, anche Lance, AleJet... | Cicloweb

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Tour de France 2010: I dieci momenti più significativi - Non solo Alberto-Andy, anche Lance, AleJet...

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Una carrellata di immagini per rivivere - a un giorno della fine del Tour de France - le emozioni, le cadute, le volate, ma anche le delusioni e i rimpianti di tre settimane di corsa.

1. Cancellara tra Rotterdam, Spa e Pauillauc
Cancellara a cronometro © Bettiniphoto Il 'capopopolo' Cancellara a Spa © Bettiniphoto
Era atteso alla prova del nove, dopo le tante voci sulle bici motorizzate di Fiandre e Roubaix e dopo un Tour de Suisse andato un po' a vuoto. La Locomotiva di Berna risponde da par suo aprendo e chiudendo la Grande Boucle con due vittorie nel prologo e nella cronometro. Nel mezzo, l'azione neutralizzatrice di Spa (Hushovd lo ringrazierà all'infinito...) e la splendida cavalcata - con Andy Schleck a ruota - tra il pavé nella tappa di Arenberg.

2. La doppietta di Petacchi e la maglia verde di Parigi
La splendida volata di Petacchi a Reims © Bettiniphoto Petacchi in maglia verde - Foto Uff. stampa Lampre © Bettiniphoto
Forse un po' fortunosa la prima in quel di Bruxelles, con varie cadute nel finale a splancargli una strada che era già stato bravo ad aprire di suo; eccezionale l'anticipo di Reims, con quello sprint lanciato ai 300 metri che ha letteralmente inchiodato sia Cavendish, sia Hushovd. Poi la sfida continua col vichingo norvegese, anche sui traguardi volanti, per riportare in Italia quella maglia verde che mancava da 42 anni (l'unico a vincerla fu Bitossi nel '68) e agguantare Merckx, Hinault e Jalabert nella speciale classifica di coloro in grado di vincere la classifica a punti in ognuno dei tre Grandi Giri.

3. Fränk e Andy Schleck: sul pavé chi cade e chi si lancia
La caduta di Fränk Schleck sul pavé © Bettiniphoto Hushovd, Cancellara, Andy Schleck e Evans lanciati sulle pietre © Bettiniphoto
Chissà come sarebbe stato il Tour de France con Fränk Schleck in gruppo. Invece le ambizioni del campione di Lussemburgo si spengono lungo il primo tratto di pavé francese in quella che per lui ed il fratellino sarà "un attentato alla salute dei corridori" (frase poi rimangiata da entrambi, su pressioni dell'ASO). In ogni caso, uno in terra (e poi all'ospedale, con la clavicola sinistra fratturata in tre punti) e l'altro lanciato in pompa magna da Cancellara, col solo Evans a precederlo - la sera di Arenberg - nella classifica virtuale tra i contendenti alla maglia gialla finale.

4. Le lacrime di Cavendish a Montargis
Le lacrime di Cavendish a Montargis © Bettiniphoto Il sorriso di Cavendish a Parigi © Bettiniphoto
Erano settimane che non ne imbroccava mezza. Dalla caduta con Haussler al Tour de Suisse al dritto di Bruxelles, Cavendish stava vivendo giorni particolari e la vittoria a Montargis, accompagnata da copiose lacrime sul podio, è stata lo spartiacque fondamentali del suo Tour de France (e non solo, forse). Anche senza l'apripista Renshaw (da Bourg-lès-Valence in poi) non ha più subìto sconfitte e a Parigi ha festeggiato la 15esima vittoria di tappa in tre anni di Grande Boucle.

5. La crisi di Lance Armstrong sul Col de la Ramaz
Maglia bucata e numero stracciato: giornataccia per Amstrong sulle Alpi © Bettiniphoto
Non era mai successo, dal '99 all'11 luglio 2010: 11'45" in cima a Morzine/Avoriaz tra il vincitore di tappa - Andy Schleck - e Re Lance, in difficoltà già dai primi metri del Col de la Ramaz, penultima salita di giornata. Un calvario lungo 38 km, affrontati in ogni caso con dignità e con compagni di squadra come Brajkovic e Horner accanto. Il tentativo di fuga verso Pau e la vittoria nella classifica a squadre del suo Team RadioShack gli regalano l'ultimo podio parigino nel suo ultimo (anche se con Armstrong non si può mai sapere) Tour de France. Bye bye.

6. Evans e l'abbraccio a Santambrogio a Saint-Jean-de-Maurienne
L'abbraccio di Evans a Santambrogio: seguiranno lacrimoni © Bettiniphoto
Non è passato che un giorno dalla resa di Lance Armstrong che sul Col de la Madeleine spetta a Cadel Evans dire addio ai sogni di classifica. Mancano 9 km al Gpm, 41 km all'arrivo di Saint-Jean-de-Maurienne e Cadel Evans non resiste: due giorni prima è caduto ad inizio tappa e si è rotto il gomito. Ha fatto delle lastre durante il giorno di riposo, ma nessuno dei compagni di squadra conosce l'esito di quelle radiografie. Team manager, direttori sportivi e capitano decidono di tentare il bluff, che non riesce. Santambrogio scorta Evans fino al traguardo ed il campione del mondo australiano gli "regala" le sue lacrime.

7. Contador-Vinokourov: guerra e pace tra Mende e Revel
Contador (con JRO) supera Vinokourov sulla Côte de la Croix-Neuve © Bettiniphoto L'abbraccio tra Contador e Vinokourov dopo la vittoria del kazako a Revel © Bettiniphoto
Non era decisamente piaciuto, ad Alexandre Vinokourov, l'epilogo della tappa di Mende: non tanto per la vittoria di JRO, ma per il comportamento di Alberto Contador, il quale - costretto a scegliere tra guadagnare 10 secondi ad Andy Schleck ed evitare di riprendere il kazako sulla Côte de la Croix-Neuve - scelse l'egoismo e la soluzione personale, regalando la tappa al connazionale del Team Katusha e relegando se stesso e Vinokourov in seconda e terza posizione. Il giorno successivo, verso Revel, quella che in casa Astana poteva diventare una situazione imbarazzante viene spazzata via dalla grande azione di Vino al termine della Côte de Saint-Ferréol: lanciatosi all'inseguimento di Ballan, arriva al traguardo tutto solo per la gioia sua, di Contador, di Martinelli e di tutto il Kazakistan.

8. Ax-3 Domaines e Tourmalet: marcamento a uomo Schleck-Contador
Contador e Schleck ad Ax-3 Domaines © Bettiniphoto Schleck e Contador sul Tourmalet © Bettiniphoto
Gliene abbiamo dette di tutti i colori, a questi due: uno pensa che un Tour che finisce con 39 secondi di differenza tra il primo e il secondo sia stato un Tour emozionante, pregno di colpi di scena, in bilico fino all'ultimo: non tutte queste affermazioni possono dirsi completamente vere. Ax-3 Domaines e Tourmalet, vissuti in maniera speculare da Contador e Schleck, sono state l'emblema di due salite praticamente umiliate ad una sorta di testa a testa con troppi tatticismi e poca voglia di primeggiare veramente. Dal surplace alla vittoria regalata (con tanto di pacca sulla spalla), non sono certo questi i Pirenei che ci aspettavamo e che il pubblico del Tour de France meritava.

9. Il salto di catena sul Port de Balès
Schleck guarda la catena, Vino lo marca, Contador lo punta © L'Equipe
Parlavamo di colpi di scena, ed un colpo di scena è stato. Anzi, IL colpo di scena. Port de Balès, Andy Schleck si è liberato della marcatura di Contador e sferra lo scatto sulla destra del gruppo. Uno scatto vero, eseguito dal fondo del plotone dei migliori, che fa guadagnare al lussemburghese subito una discreta fetta di metri, prima che la sagoma bionda del condor kazako Vinokourov gli piombi alla ruota. Gli altri non ci sono. Non c'è Contador. Tempo zero e Schleck rallenta, guarda in terra, la ruota posteriore gli salta e la catena gli scende. Tempo zero e Vinokourov si volta. Tempo zero e Contador piomba sui due, scarta Schleck sulla sinistra e se ne va con Menchov e Samuel Sánchez, mentre Andy rimane fermo a centro strada ad aspettare un aiuto che arriverà da se stesso (seppur dopo molto). Schleck si lancia alla caccia di Contador, ha 31" di vantaggio sul madrileno che all'arrivo ne guadagna 39 e si porta a +8 sul giovane collega. Andy è incazzatissimo, Contador si scuserà, poi faranno la pace.

10. Andy mette paura a Contador nei primi 20 km della crono di Pauillac
Andy Schleck a cronometro © Bettiniphoto Alberto Contador a cronometro © Bettiniphoto
Il Tour che non ti aspetti lo vivi sabato pomeriggio. Non che 8 secondi potessero essere un bottino sufficiente per stare tranquillo, ma Contador l'anno scorso ha battuto Cancellara nella cronometro di fine Tour e non potrà certamente essere Andy Schleck ad impensierirlo. No. Però. Succede che Contador non è quello del 2009, e ce ne eravamo accorti, e che Schleck è un po' migliorato da quello di un anno fa. Al primo intertempo - km 18.2 dei 52 totali - il lussemburghese è avanti di 6" rispetto allo spagnolo. Ergo, Contador ha solo 2" da amministrare su Schleck. Chissà che parole saranno uscite dalle parole di Martinelli e Riis in ammiraglia Astana e Saxo Bank. Quel che è certo è che la speranza dura poco altro tempo. Contador si ricompone ed inizia a macinare, Schleck s'affatica e perde terreno. Il vento laterale non aiuta, il Tour è di Alberto Contador.

La Redazione

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