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L'intervista: Mammini: «Europeo e poi Mondiale» - Il Tricolore crono Under 23 mira alto | Cicloweb

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L'intervista: Mammini: «Europeo e poi Mondiale» - Il Tricolore crono Under 23 mira alto

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Mammini alla partenza della crono di Treviso © BolganRaramente le vittorie arrivano per caso, specie nelle cronometro. Matteo Mammini, neocampione italiano Under 23 a cronometro, lo sa bene e lo ha dimostrato nella crono tricolore di Treviso. Non una vittoria a sorpresa la sua bensì la conferma di un vero talento nelle prove contro il tempo, merce rara nel panorama ciclistico italiano. Matteo questa crono l'aveva infatti messa nel mirino già da tempo e adesso con la stessa meticolosità si avvicina ai prossimi importanti appuntamenti che bussano alla porta.

Ciao Matteo, ti aspettavi di conquistare la maglia di campione italiano?
«Sì, ma senza presunzione. Ci tenevo molto e mi ero preparato per vincere, infatti è dall'inizio della stagione che faccio allenamenti specifici in vista della Settimana Tricolore, che è stato sin dall'inizio uno dei miei obiettivi principali».

Il feeling con la cronometro ce l'hai sempre avuto?
«È da Juniores che adoro questa specialità e proprio in quella categoria ho vinto la mia prima cronometro. Poi quest'anno ne avevo conquistata un'altra. Devo dire che è una specialità che mi entusiasma molto».

Come ti sei avvicinato alla prova di Treviso?
«Oltre agli allenamenti specifici ho fatto altre gare, ma sempre in funzione della crono tricolore. Anche al Nettarine e al Giro Bio ho corso con la testa rivolta alla cronometro e alla fine è stata una preparazione ottimale, anche perché penso di non essere ancora al 100% ed è meglio così, visto che tra non molto c'è l'Europeo».

Punti solo alla crono o anche a un posto per la corsa in linea?
«Non nego che mi piacerebbe correre anche la prova in linea, visto che ho dimostrato per tutto l'anno, e anche col 10° posto al Valli Aretine, di andare forte. In effetti non sono solo uno specialista delle crono col fisico possente da cronoman. Prediligo infatti percorsi vallonati nei quali non c'è da spingere solo il rapportone».

Quest'anno hai cambiato maglia. Ti trovi bene alla Mastromarco?
«Molto bene. È una vera e propria grande famiglia dove ti senti seguito e amato da tutti. Dai tecnici ai tifosi. Io avevo voglia di cambiare. Alla Hopplà mi trovavo bene, anche se c'era stata qualche piccola discussione, però ero un po' deluso: non mi ero espresso al massimo e avevo colto troppi piazzamenti. Avevo molte offerte, ma alla fine ho scelto Mastromarco perché mi piace l'ambiente. Ma non è l'unico il pregio di questa squadra, visto che ha sfornato molti ottimi professionisti e ciò vuol dire che è tenuta molto in considerazione dalle formazioni professionistiche».

A proposito hai già contatti con qualche squadra?
«No, niente di concreto. Qualche mezzo contatto a livello verbale c'è stato, ma al momento nulla di serio anche perché penso solo a migliorarmi e a guadagnarmi così qualche chiamata più seria».

Tra l'altro un piccolo assaggio con i pro' ce l'hai avuto alla Vuelta al Táchira.
«Una piccola corsa, ma dal livello elevato. In salita i sudamericani volavano, per molti di loro era la corsa dell'anno ed è stata un'esperienza utilissima fatta grazie alla Mastromarco».

Alla fine il cambio di maglia ti ha dato ragione. Quest'anno già 3 vittorie.
«Infatti. Oltre alle due crono ho vinto anche una corsa in linea. Era dal primo anno da Under 23 che non mi succedeva. Da Juniores per fortuna vincevo di più».

Guardiamo avanti, oltre all'Europeo c'è il Mondiale.
«Intanto mi preparo per l'Europeo correndo con la nazionale e facendo anche allenamenti sulla bici da crono. Poi stacco per un po' prima di preparare il finale di stagione dove, se arriveranno i risultati, arriverà anche una convocazione per l'Australia».

Hai iniziato presto a correre in bici?
«Per fortuna no, solo da Esordiente, e dico per fortuna perché penso che quella è l'età giusta».

Quali sono i campioni che ammiri maggiormente?
«In primis Basso. Sono cresciuto ammirando le sue imprese al Tour quando doveva vedersela con un gigante come Armstrong. Poi anche Cipollini, visto che è di Lucca come me. Con lui ho anche la fortuna di allenarmi spesso e ho imparato molto da lui visto che è prodigo di consigli».

E cosa mi dici di un campione della crono come Cancellara? Hai qualche dubbio sulla regolarità delle sue bici?
«Mai avuti, perché lui è un campione e non ha bisogno di questi trucchi per vincere. Va forte su qualsiasi percorso e non aveva bisogno di una bici truccata per vincere una corsa, la Roubaix, già vinta. Semmai si potevano avere dubbi se a vincere fosse stato un corridore poco vincente».

Nelle crono è molto importante la posizione, è un aspetto che curi molto?
«Tantissimo, a me piace la meccanica, saper sistemare la bici. Proprio da Cipollini ho imparato a portarmi sempre dietro le chiavi per poter sistemare la sella o altre misure durante l'allenamento in base alle mie sensazioni».

In mezzo a tutto questo essere pignoli e concentrati, hai qualche distrazione?
«Nessun hobby, dedico il mio tempo libero alla mia ragazza, con la quale convivo. Già posso stare poco tempo con lei, quindi quel poco di tempo libero che ho lo passiamo insieme in giro o al mare».

Marco Fiorilla

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