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Giro Donne 2010: Olds Evans e poi sipario - Bronzini terza. Giro a Mara Abbott

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Olds Evans tra Wild e Bronzini sul podio di Monza © CJ FarquharsonL'arrivo di Monza chiude il Giro Donne dominato sulle grandi montagne da Mara Abbott e con un tornante secco ai 350 metri dal traguardo si offre a coloro che corrono di più in pista.

Pare dunque quasi un fatto naturale che tra le prime dieci la metà siano pistard. Dopo la vittoria a Livigno ed il trionfo di ieri sullo Stelvio è ancora la Nazionale Usa a portare a casa una tappa, l'ultima, la passerella dedicata alle velociste. La ruota più veloce è quella di Shelley Olds Evans, specialista della pista che agli scorsi Mondiali di Copenhagen cadde durante la prova dello Scratch, coinvolgendo anche la nostra Giorgia Bronzini. L'atleta della Gauss oggi si piazza in terza posizione, dopo aver tentato la fuga nelle prime battute.
Non un buon segno per chi, come lei avrebbe dovuto disputare la volata, come è poi accaduto, e vincerla. Quest'ultimo passaggio è stato saltato, sarà per il prossimo traguardo.

Prima della partenza c'è la commovente telefonata di Marina Romoli, che in viva voce saluta le ragazze: «Per voi oggi il Giro è finito, ma io sono all'inizio di un lungo percorso. Vi ho seguite sempre e vi ringrazio di tutto il sostegno che mi avete offerto». Lacrime qua e là nel gruppo, poi la gara prende il via dall'autodromo di Monza, sotto un sole che fa quasi evaporare l'asfalto.
Tre giri del circuito motoristico, uno sprint intermedio vinto dalla campionessa italiana Monia Baccaille, che si lascia alle spalle una Marianne Vos a caccia di punti per consolidare la sua maglia ciclamino. Uscite dal circuito, le atlete attraversano la Brianza in un percorso facile facile. Ci voleva proprio, dopo una tre giorni sempre con strade all'insù. Scatti e controscatti ben controllati dal gruppo della maglia rosa. Se ne va la Bronzini, come già detto, con Alona Andruk ed altre tre ragazze, tutte subito riprese.

Al chilometro 53, Evelyn Stevens non resiste alla tentazione e prova la fuga. L'azione riesce e la statunitense transita al rifornimento con 20" sul gruppo tirato dal Team Valdarno. Una volta recuperata fuoriescono altre atlete, tra cui Foresi, Carretta, Stevens e Cantele. Il vantaggio massimo raggiunto è di pochi secondi e così si arriva sul rettilineo antistante la Villa Reale di Monza con il gruppo compatto e gli USA in pole position a tirare.

Il tecnico Usa, Manel Lacambra, fotografa il finale di gara: «Avevamo studiato tutto stamattina per poter vincere anche questa tappa. Abbiamo fatto sì che si arrivasse in volata. Sul rettilineo finale ho detto a Teresa Cliff-Ryan di avvantaggiarsi, così le squadre che puntavano alla vittoria sarebbero state costrette ad inseguire. Si è fatta carico di ciò la Gauss di Giorgia Bronzini e la Cervélo, che aveva Kirsten Wild e cercava la prima vittoria di tappa in questo Giro. Siamo stati più bravi ed abbiamo portato Shelley Olds Evans in una buona posizione per la volata, lei poi ha fatto il resto».
Il podio odierno, con le vincitrici Evans e Abbott, è il sintomo di un movimento a stelle e strisce che cresce sempre più. Mentre negli anni scorsi si vedevano in gara singole individualità di spicco, come Neben e Armstrong, ora si registra una crescita costante sia per quanto riguarda la qualità che la quantità. La vittoria odierna di Shelley Olds Evans e quelle delle tre tappe precedenti (due per Abbott, prima anche nella generale, ed una per Stevens), il record su pista nell'inseguimento a squadre ed in quello individuale sono segnali troppo forti per essere ignorati.

Oltre Oceano si vuole crescere, ci sono le risorse a disposizione ed un progetto per migliorare nella maniera giusta. I frutti hanno iniziato a maturare ed il raccolto promette di essere ottimo.

Francesco Sulas

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