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Tour de France 2010: Un cadeau pour Sylvain - A Chavanel la tappa delle côte

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L'esultanza di Chavanel a Spa - Foto Daylife.com © ReutersÈ un peccato, perché la bella vittoria di Sylvain Chavanel sarà offuscata dalle tante polemiche che - a mezzo stampa, comunicati, interviste, eccetera - nasceranno da questa seconda tappa del Tour de France 2010, quella che ricalcava le côte della Liegi-Bastogne-Liegi, con la Stockeu e la Rosiere negli ultimi 40 chilometri.

Ed è proprio la discesa susseguente alla côte de Stockeu ha scatenato il putiferio che scatenerà le polemiche ed ha scatenato la protesta. Il primo a cadere, dalla fuga, il bresciano Gavazzi; qualche istante dopo, in circostanze non troppo chiare, il capitombolo generale del gruppo della maglia gialla, che fin lì viaggiava a circa un minuto dal quel che era rimasto della fuga di giornata, promossa al km 8 dallo stesso Chavanel e che ha visto protagonisti Roelandts, Matthew Lloyd, Burghardt, Pineau, Turgot e Taaramäe, oltre al già citato Gavazzi.

Nei chilometri precedenti non era successo granché, a parte una foratura di Van den Broeck (ai meno 75 km) e una caduta ai meno 56 che ha coinvolto Spilak, Barry, Elmiger, Dean, Lang, ancora Van den Broeck e - il più sfortunato - Delage, ritiratosi di lì a breve. Sulla côte d'Aissomont si staccavano intanto Turgot e Lloyd - intento a raccimolare punti per la maglia a pois dopo aver vinto la maglia di miglior scalatore all'ultimo Giro d'Italia - e il gruppo si apprestava a riportarsi, di lì a breve, sui vari fuggitivi sparsi tra salite e discese.
Ed invece quella scivolata di Gavazzi è stata solo la punta di un iceberg; nel gruppo maglia gialla sono caduti praticamente tutti, a parte una ventina di corridori: da Terpstra a Dean, da Vande Velde a Le Mével, da Kreuziger a Fränk Schleck, fino ad arrivare a Petacchi ed Andy Schleck, e chissà quanti ne tralasciamo.

Si creava un parallelo quasi paradossale: davanti, Chavanel che prima attacca in solitaria e poi viene ripreso da Roelandts; dietro, Cancellara, Hushovd e Gutiérrez Palacios che si guardano e si domandano che fare. Aspettare, ok, ma chi? E per quanto tempo? Ci si mette un po' a capire e a far la conta di presenti ed assenti: davanti c'è Menchov, c'è Evans, c'è LL Sánchez, oltre all'attuale maglia gialla che però da una parte deve vedere Chavanel allontanarsi - da davanti - e dall'altra deve capire come sta Andy Schleck (che si toccava spalla, gomito e polso sinistri in maniera preoccupante, a caldo) e quanto tempo di ritardo ha, nonostante Voigt e il fratellone Fränk siano lì a fargli da angeli custodi.

A poco meno di 20 km dall'arrivo Chavanel stacca di nuovo e definitivamente Roelandts, mentre Armstrong e Wiggins mettono i loro gregari alla frusta per recuperare i 70 secondi che li separano dal gruppetto buono; Basso e Contador, lì con loro, ringraziano sentitamente. Andy e Fränk sono più dietro, anche se i 50" di distacco accusati ai meno 16.5 km da Spa, quando Armstrong & co. si riportano su Cancellara, fanno molto meno male di quanto ci si potesse immaginare. Il loro inseguimento, complice il fair play (?) dei compagni-avversari, si completa un paio di chilometri dopo, quando Chavanel è già lontano 2'47" da tutti. Anzi, da tutti tranne Monfort, che nel frattempo si è lanciato all'inseguimento del francese e viaggia con circa 30" di vantaggio sul gruppo.

Il finale è un no-contest sul quale capiremo di più in serata, dopo le dichiarazioni dei diretti protagonisti. A Spa, in Belgio, festeggia comunque la Quick Step, squadra belga, che porta due francesi in cima a due classifiche: Pineau vestirà domani la maglia a pois, Chavanel la maglia gialla con 2'57" su Cancellara, che nel finale - nonostante i modi da sceriffo, che han portato alla neutralizzazione dei punti per la maglia verde dalla seconda alla ventesima posizione dell'ordine d'arrivo - vede sfuggirsi il non sveglissimo francese Bouet per il secondo posto, con conseguente bestemmione (come da labiale) da spedire ai vari blob di tutto il mondo.
Tra i maggiormente attardati, segnaliamo Cunego a 8'51", Hincapie, Vande Velde e Cavendish a 9'59", Petacchi e Malori a 13'37" e Farrar a 19'03". Domani, col pavé, sarà comunque tutto relativo.

Mario Casaldi

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