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Suisse 2010: Volata ristretta, spunta Haussler - Carrara e Marcato in luce per la Vacansoleil

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Heinrich HausslerVa al tedesco Heinrich Haussler - alla prima affermazione sulle strade del Tour de Suisse - la prima tappa in linea con arrivo a Sierre. Per il tedesco della Cervélo Test Team si tratta del primo successo stagionale; un 2010 in cui era atteso a confermare le strepitose prestazioni fatte registrare nella scorsa primavera (2° alla Sanremo e al Fiandre, tanto per citare due "corsette") e che era partito neanche troppo male con il 2° posto all'Omloop Het Nieuwsblad e che poi aveva inizato pericolosamente ad inciampare durante la Parigi-Nizza, non portata a termine per via del riacutizzarsi del dolore causato da una caduta alla Volta ao Algarve che gli ha causato la lesione del tendine del quadricipite e che praticamente gli ha fatto saltare tutta la stagione delle classiche.

È dunque a Sierre che Haussler ritrova il sorriso, battendo al termine di una volata corta e parecchio strana corridori non di primissimo piano come il basco Urtasun e il veneto Marcato, ma lasciando in quarta e quinta posizione velocisti del calibro di Freire e Ciolek. Molto, in effetti, è dipeso dal Gpm di Valençon posto a circa 10 km dall'arrivo: un colle di terza categoria che sembrava non dovesse far paura a nessuno e che invece ha fatto molte più vittime di quanto ce ne si potesse aspettare. Ad iniziare da Petacchi e, soprattutto, Mark Cavendish, che a poco meno di 50 km dall'arrivo - con la fuga di Van Leijen, Aitor Hernández, Russ, Frank e Brutt a 4'07" - aveva messo i propri uomini a dar manforte a quelli della maglia gialla Cancellara, oggi 12esimo all'arrivo e messo in apprensione solo da un allungo di Gilbert in discesa (che racconteremo a breve).

La pioggia (e la nebbia, pericolosa soprattutto durante la discesa dal Passo del Sempione, che il gruppo ha affrontato con intelligente cautela) non ha certo favorito l'inseguimento verso i cinque fuggitivi di giornata, che si sono sfaldati soltanto all'imbocco dell'ultima salita. Il primo a saltare è stato Van Leijen, ma non per assenza di gambe ma per un piano tattico ben congeniato (seppur non finalizzato) dalla Vacansoleil; poi è toccato ad Aitor Hernández alzare bandiera bianca sugli allunghi prima di Frank e poi (veemente) di Brutt. Nel frattempo, il vantaggio si era ridotto a 47", visti anche gli attacchi di Morabito (compagno di squadra del fuggitivo Frank; in casa BMC va riletta un po' la chiave tattica) prima e soprattutto di Carrara poi. Il bergamasco, recente vincitore del Giro del Lussemburgo, ha lanciato il compagno Brice Feillu e gli si è incollato alla ruota, uscendo a 15 km dal traguardo. Terminata nel giro di 1 km l'azione del francese, Carrara ha trovato per strada Van Leijen, che ha dato tutto quel che gli rimaneva per 500 metri e poi s'è sfilato. A quel punto Carrara, forse convinto di avere i tre battistrada più a portata di pedale, s'è un po' disunito; dall'ammiraglia lo avranno avvisato dell'allungo dei vari Gárate, Valls e Morabito e li ha attesi. Peccato però che il gruppo di Cancellara fosse pochi metri più dietro, e addio sogni di gloria.

Sogni di gloria che ha provato invece a raggiungere Gilbert, scatenato come un ossesso lungo la tecnica discesa del Valençon. Nello stesso punto in cui pochi secondi (non più di 60) Brutt aveva rischiato di spalmare il proprio muso sulla fiancata di una casa non troppo moderna (permettendo a Russ di recuperarlo), il vallone ha tentato un allungo che ha tirato il collo a mezzo gruppo, già visibilmente provato dalle pendenze (non troppo severe, in realtà, ma rese evidentemente dure anche dalle precedenti condizioni climatiche) della salita. Per arginare Gilbert si è mosso addirittura Cancellara, che non s'è fidato della strada all'ingiù e s'è portato in testa al gruppo a condurre le danze e a tenere sotto tiro il belga, che poi in realtà non ha neanche troppo insistito nella sua azione solitaria, da solo contro tre (davanti, nel frattempo ricompattatisi) e contro Voigt dietro, da lì a breve spalleggiato dalla Rabobank del folletto Freire.

Ai meno 4 km il russo Brutt ha tentato il tutto per tutto e s'è lanciato nell'azione disperata. È durato un paio di chilometri, non di più. Ci ha poi provato Lagutin ai 450 metri, ma il gruppo era troppo lanciato per permettere all'uzbeko di festeggiare la vittoria. L'azione di Lagutin ha avuto però l'enorme pregio di scombinare i piani di qualche velocista, se è vero che Freire e Ciolek, al momento dello "sparo", sono rimasti intruppati tra lo stesso uzbeko ed il basco Aramendia, che si era appena sacrificato per Urtasun e si apprestava a smettere di pedalare. Tant'è che ai 200 metri, di potenza, è uscito sulla parte opposta Marcato, con lo stesso Urtasun a ruota e Haussler poco più dietro. Il guizzo finale del tedesco della Cervélo è stato incontrollabile ed ha relegato il basco in seconda posizione e il veneto in terza. Da segnalare il piazzamento del giovanissimo piemontese Fabio Felline, giunto 7° dietro allo spagnolo Rojas.

In classifica generale vanno segnalati i ritardi di Kirchen, Sánchez Gil (a 1'55"), Iglinskiy, Rogers (a 3'09"), Sagan e Vande Velde (addirittura a 10'57"), che a questo punto dovranno faticare non poco per tentare di rientrare in classifica, a patto che le presenze dei vari Vorganov, Joaquím Rodríguez, Urán, Tony Martin, Kreuziger, Hesjedal e Zabriskie non lasci dormire sonni tranquilli ai rispettivi direttori sportivi.

Mario Casaldi

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