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Giro d'Italia 2010: Chi continuerà a danzare? - Prospettive per la classifica | Cicloweb

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Giro d'Italia 2010: Chi continuerà a danzare? - Prospettive per la classifica

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Il momento è giunto. La giornata odierna ha costituito il punto di partenza (o meglio ri-partenza) del Giro 2010 verso l'ultima settimana infarcita di difficoltà altimetriche da vertigine, a cui un plotone di atleti semistremati o spossati del tutto giunge dopo due settimane di battaglie di stress ai massimi livelli, tra maltempo imperversante e partenze pancia a terra quasi in stile Tour. Un Giro d'Italia segnato poi indelebilmente dagli enormi strascichi lasciati sulla strada verso L'Aquila dove, tra errori tattici clamorosi e punzecchiature reciproche, il canovaccio originale è risultato completamente stravolto. Occorre inventare, esporsi, rischiare, fare insomma tutto ciò che è nelle proprie facoltà e possibilità per ribaltare una situazione che poteva rischiare di essere seriamente compromessa. D'altro canto invece, i beneficiari dell'inaspettato bonus di minuti nella tappa più lunga di questa edizione si trovano a questo punto davanti al classico bivio, in cui la capacità di recupero e la gestione intelligente dei propri sforzi divengono fondamentali per aspirare concretamente ad un risultato prestigioso che può consistere semplicemente anche nel riuscire a concludere la corsa in top-ten.

Proprio da questi iniziamo a fare il punto della situazione. Al via da Ferrara la classifica vedeva la rivelazione australiana Richie Porte al comando con 1'42" sul più esperto Arroyo e la curiosità era tutta naturalmente nel poter constatare se il giovane tasmaniano sarebbe stato in grado di difendersi adeguatamente in una salita lunga ed impegnativa come il Monte Grappa. Il progetto può dirsi riuscito in parte, dal momento che quando il ritmo in gruppo si è notevolmente alzato, Porte ha preferito continuare del proprio passo per non rischiare un fuori giri clamoroso, rendendosi immediatamente conto che comunque la giornata sarebbe stata ben più complicata del previsto. Il sostegno di un compagno come Chris Sorensen è stato poi determinante per contenere il distacco, trovando poi collaborazione anche nei compagni d'avventura via via raccattati nella strada verso Asolo. Ciò non è stato sufficiente per mantenere le insegne del primato e a questo punto per Porte le speranze di buon risultato finale (eventualmente favorito anche dalla conclusione a cronometro in quel di Verona) risiedono tutte nella buona gestione in tappe spauracchio come quelle dello Zoncolan di domani, o in quelle dell'Aprica o del Tonale. La maglia è passata così sulle spalle di Arroyo, già rodato da precedenti top ten nella corsa rosa e da buone prestazioni offerte anche sulle squadre del Tour. Il Monte Grappa non ci ha fatto apparire troppo brillante neppure lui, in più ora la responsabilità della maglia rosa che potrebbe non limitarsi alla sola tappa di domani comporterà anche una gestione di energie mentali non indifferente, oltre che quelle fisiche. Sicuramente poi l'assenza di un preziosissimo scudiero quale sarebbe probabilmente stato Marzio Bruseghin ha il suo peso ma nel complesso Arroyo può contare sull'apporto di una buona squadra, con compagni esperti quali Zandio e Lastras, un Rigoberto Uran come ideale spalla nelle salite più insidiose ed un Kiriyenka che, lanciato in una fuga da lontano, può rappresentare un'ottima testa di ponte. Del resto proprio la Caisse d'Epargne, assieme alla Cervélo, era stata il team a fare la miglior impressione sulla strada verso L'Aquila. Una Cervélo che quest'oggi ha presentato una situazione enigmatica, allorquando il leader designato Sastre sembrava comportarsi da perfetto gregario nei confronti di Xavier Tondo, trovatosi in posizione migliore in classifica dopo gli sconquassi dei giorni scorsi, porgendogli dell'acqua nel momento del bisogno e cercando di aiutarlo nel momento di maggior crisi. Lo stesso Tondo però ha praticamente dato via libera a Sastre quando si è reso conto che il proprio ritmo era sul punto di danneggiare entrambi e in quel frangente la maggior esperienza di Sastre nel gestire determinate situazioni è sembrata venir fuori. La discesa però ha finito per scombinare nuovamente i piani, in quanto l'ex vincitore del Tour non è stato in grado di seguire Vinokourov ed ha preferito limitare al massimo i rischi, facendosi riprendere dal gruppo comprendente i vari Arroyo, Cunego e lo stesso Tondo. Ancora una volta stesso distacco sul traguardo ed una situazione di classifica che vede ora Tondo terzo a 2'12" e Sastre in sesta piazza a 5'27". Come comportarsi quindi? Sulla carta salite come Zoncolan (inserito in una tappa impegnativa già dai chilometri precedenti), Plan de Corones, Mortirolo o Gavia sono tutte dalla parte di Sastre piuttosto del buon Xavier che, dopo ottimi riscontri in brevi corse a tappe, si è trovato per la prima volta ora seriamente nella posizioni di chi può realmente giocare le sue chanche e se la tappa di oggi è stata indice di stanchezza e forze che vengono meno dopo le estenuanti giornate precedenti, il sacrificio a vantaggio di un Sastre, che qualche cartuccia da sparare in arrivi adatti a lui può averla ancora, sembra apparire inevitabile. Così pure la gestione ottimale da parte di chi ha comunque scelto di onorare al meglio il Giro prima di gettarsi nell'avventura del Tour sembra essere la miglior carta da giocare per Wiggins, che oggi stesso ha compreso come fosse inutile insistere in un tentativo in cui il guadagno era realmente minimo. I tapponi dei giorni successivi ci diranno se la top-ten finale è ancora possibile, in compenso la cronometro finale di Verona dovrebbe sorridere a lui più di ogni altro.

Venendo finalmente ai grossi calibri la giornata di oggi ha portato enormemente alla ribalta la Liquigas e questa volta i pollici del team sono tornati decisamente all'insù. La doppietta realizzata da Nibali e Basso è lo specchio della miglior tattica possibile da adottare, con il siciliano ad andar via in discesa ed il varesino tranquillo a non perdere le ruote di Scarponi ed Evans e cercare magari (come poi è avvenuto) di togliere secondi d'abbuono in uno sprint da fare più con le energie residue che con le reali doti velocistiche. Oltre alle due bocche da fuoco poi la risposta più convincente è venuta dalla squadra, con Agnoli tornato ottimamente alle sue mansioni di gregario e con uno Szmyd eccezionale come sempre, in grado di rappresentare un reale valore aggiunto nei confronti di chi sotto questo punto di vista (una a caso, la BMC di Evans) si è dimostrata estremamente carente. E poi c'è la carta Kiserlovski: il croato ha ceduto dopo pochi chilometri di ascesa ma non è finito alla deriva e mantiene la quarta piazza a 2'35" dalla vetta. Per lui molto più concreto l'obiettivo maglia bianca ma nella sua posizione può essere utilizzato ancora dalla squadra per far male e creare apprensione negli avversari con un tentativo da lontano. Male che andrà lo ritroveremo in veste di gregario per i due leader designati, due leader che hanno mostrato solo il primo passo da compiere per attaccare la vetta, distante ancora vari minuti ma che le prossime due giornate potranno avvicinare. Nibali è apparso pimpante anche in salita, in perfetta intesa con Basso, ed ulteriori confortanti prestazioni sullo Zoncolan e Plan de Corones potrebbero farne l'ago della bilancia di questo Giro, considerata l'elevato coefficiente di difficoltà di discese come quella del Gavia o del Mortirolo. D'altro canto Basso dovrà preoccuparsi unicamente di non perdere terreno da quei corridori in grado di far male con le loro accelerazioni come Evans o Scarponi, guardacaso gli unici a tenere il passo dei due Liquigas nella giornata odierna.

Il discorso squadra diviene fondamentale e se per Scarponi gli scudieri pronti a dar sostegno non mancano (i vari Ochoa, Serpa, Bertagnolli, Bertolini o lo stesso eccellente Bertogliati di questo Giro), per Evans il discorso è esattamente l'opposto. Le pecche della sua BMC sono venute a galla in maniera disarmante, costringendo l'iridato ad una situazione frustrante che si è fatta sentire sensibilmente anche dal punto di vista nervoso. La condizione finora ha assistito Cadel, apparso un pò in affanno solo in prossimità dello scollinamento sul Grappa, e le prossime due frazioni, in grado di esaltare il suo passato da biker, diventeranno fondamentali per le sue chanche di vittoria di Giro. La corsa all'avanguardia, la scelta dei momenti d'azione si riveleranno comunque determinanti in quanto il campione del mondo sarà costretto a sfangarla praticamente da solo. Come solo pare doversela cavare Vinokourov, appagato dai vari giorni in rosa e alla ricerca innanzitutto di un successo di tappa. Il kazako oggi si è lasciato sfilare, preoccupandosi di non andare fuori giri ma si è poi trovato praticamente a bagnomaria tra il gruppo inseguitore di Nibali e quello alle sue spalle, visto che la compagnia di Sastre, che poteva aver qualche beneficio in salita, è venuta praticamente a mancare in discesa, costringendo il kazako a proseguire da solo e senza l'aiuto di nessuno nel tratto conclusivo in pianura. Per Vinokourov poi incombe sempre l'incognita legata alla possibilità della giornata critica, che significherebbe l'addio ai sogni di successo finale. Già da domani sullo Zoncolan ne sapremo di più ma siamo certi che una zampata, sia pure solo per il successo parziale, Vino proverà a darla.

Restano poche altre considerazioni: la bella azione di Karpets di ieri, non assecondata immediatamente da una gestione ottimale della situazione del suo team, si è fatta sentire quest'oggi. Per il russo sarà fondamentale soprattutto il giorno di riposo in quanto una prova come la cronoscalata di Plan de Coronones potrebbe risultare decisiva per le sue ambizioni di top-ten. Una buona prestazione lì sarebbe il miglior viatico per lui verso gli ultimi e decisivi sforzi sulle montagne lombarde. Quanto a Damiano Cunego invece resta valido il discorso legato all'obiettivo primario del successo di tappa. Il terreno perso quest'oggi (pur giungendo comunque nello stesso gruppo di Sastre e Arroyo) aiuta in questa direzione. Per far ciò anche il lavoro di squadra necessiterà di una gestione accorta, onde evitare che il lavoro della Lampre possa risultare più funzionale ad altri che al suo stesso capitano, che in caso di mancato risultato andrebbe ad esporsi ad inevitabili critiche. La tanto sospirata terza settimana può comunque chiamare all'azione il veronese che, galvanizzato da una prestazione convincente in grado di riportarlo alla vittoria, potrebbe anche ottenere una buona posizione finale nella generale. 

Le ambizioni di classifica si sono invece definitivamente infrante quest'oggi per Stefano Garzelli, naufragato sulle pendenze del Grappa e giunto sul traguardo con quasi venti minuti di ritardo. Resosi conto di essere in giornata negativa, il varesino ha probabilmente optato per la più saggia scelta di giungere al traguardo in tutta tranquillità, incamerando un distacco tale da non costituire alcuna preoccupazione per gli altri big della generale. In questo modo, entrando nella fuga giusta, potrà provare concretamente a conquistare quel successo di tappa che gli manca da troppo tempo e che salverebbe un bilancio per l'Acqua&Sapone al momento tutt'altro che soddisfacente, anche per la perdita forzata di Francesco Masciarelli. Inoltre, scegliendo opportunamente la tappa in cui tentare la sorte, Garzelli potrebbe nuovamente fare incetta di punti sui vari GPM e tornare così concretamente in lotta per il successo finale nella classifica di miglior scalatore, già conquistata lo scorso anno.

Le grandi vette chiamano i protagonisti per scrivere la degna conclusione di un Giro finora entusiasmante. Il momento è giunto e non ci si può più nascondere.

Vivian Ghianni

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