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Tour de l'Aude 2010: Emma e Mara delle montagne - Pooley, mani sulla corsa

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Emma Pooley trionfa in maglia gialla a Roquefeuil - Foto Frantz DelagrangeSe il delitto perfetto è quello in cui l'omicida non lascia alcuna traccia di sé, oggi non se n'è consumato alcuno. Eppure Emma Pooley ha dato a molti, forse a tutti, la sensazione di aver ormai metaforicamente ucciso un Tour de l'Aude che, secondo la migliore tradizione, si è rivelato mai banale né scontato e sempre pronto a ribaltoni, tranne che per la prima piazza, in mani più che sicure fin dalla tappa di Osséja. La biondina britannica era in fuga e stava risalendo il colle più duro di giornata, il Col de Dent.
La maglia gialla che portava avrebbe dovuto conferirle tutta la tranquillità del caso, invece Emma ha iniziato a mulinare in modo più forte di tutte le altre quelle sue leve piuttosto corte che sanno sprigionare una forza inimmaginabile. Su queste rampe se n'è andata, lasciando le altre a bocca aperta. Solo Mara Abbott, una che di pendenze a doppia cifra se ne intende, ha provato con successo a rintuzzare l'attacco. La Pooley ha concluso vittoriosa sul traguardo di Roquefeuil, con la Abbott a 8" di distanza. Le altre sono arrivate dopo un paio di minuti abbondanti.

Si parte da Limoux con il bel sole che splende sul dipartimento dell'Aude e che invoglia subito l'aussie Emma Mackie ad attaccare. Il contachilometri ne segna una ventina percorsi, il caldo fa la sua parte e la corsa scoppia. Ripresa la Mackie dopo 4 km di assolo, inizia il Col du Portel e sui suoi tornanti se ne va un gruppetto, e che gruppetto! Al suo interno Mara Abbott, Evelyn Stevens, Emma Johansson, Trixi Worrack, mai veramente nel vivo dell'azione sin qui, e l'immancabile terzetto targato Cervélo. Le più forti del team guidato da Egon Van Kessel sono là davanti anche oggi; si tratta di Claudia Häusler, Sharon Laws e la maglia gialla Emma Pooley. Superato il colle, dove Pooley passa per prima in testa, rinforzando il primato riservato alla miglior scalatrice, si affronta un falsopiano insidioso. Davanti tirano un po' il fiato, dopo una salita percorsa a tutta, e così rientrano da dietro altre otto atlete.
Si svolta seguendo le indicazioni per il Col de Dent, la più impegnativa asperità della giornata. Pooley forse fraintende il toponimo, di sicuro vuole una vittoria che suggelli il primato in classifica. Insomma, sin dalle prime impennate la 27enne di Wandsworth che è cresciuta a Norwich ne butta giù un paio, di denti, e scatta. Le altre non la vedono più, se non alla premiazione. È perciò Mara Abbott che prende l'iniziativa e va a raggiungere la britannica. L'acciuffa dopo tre chilometri di durissima ascesa e si ricrea la situazione della tappa di Osséja. Le due più forti scalatrici al momento in circolazione sono in testa ed hanno tutta l'intenzione di arrivare al traguardo dove si giocheranno la tappa.Mara Abbott ed Emma Pooley sul Col de Dent - Foto Frantz Delagrange
Dietro non stanno più a guardare ora: Claudia Häusler ed Evelyn Stevens si avvantaggiano su una determinatissima Johansson, mentre più indietro ancora troviamo Laws e Worrack. Allo scollinamento sul Col du Dent, Pooley ed Abbott hanno 1' su Häusler e Stevens, 2'25" sull'ottima svedese della Red Sun, 3'08" su Worrack e Laws mentre a 3'30" passa Marianne Vosseguita dal gruppo principale. La discesa, strano ma vero, è tecnicissima e la Stevens incappa in un errore, cade, perde tempo prezioso e viene raggiunta da Laws e Worrack. Come in una staffetta con la giovanissima HTC - Columbia, Emma Johansson raggiunge in un batter d'occhio Claudia Häusler. Al traguardo saranno distanziate dal duo Pooley-Abbott di 2'18" e concluderanno rispettivamente terza e quarta. Nella testa della corsa le due meravigliose scalatrici non sembrano nemmeno faticare, si bevono il Col de Rives, di seconda categoria, come fosse un buon pastis, quindi piombano sul traguardo di Roquefeuil.
Emma Pooley, come un cavaliere della tavola rotonda, dopo il viaggio con Abbott si mette alla prova e scatta in faccia alla statunitense. Non vuole rischiare di perdere in volata, non vuole sprintare invano, buttando via un colpo di reni, così gioca d'anticipo. E la sua giocata è azzeccatissima, se è vero che la povera Mara, forse sfinita dopo una tappa come quella odierna - e con altre frazioni assai movimentate alle spalle - cede 8" alla padrona della corsa. Dietro a queste ragazze hors categorie Emma Johansson ha la meglio in volata sulla Häusler, campionessa uscente ormai in tutti i sensi. A 4'18" concludono Worrack, Laws e Stevens, mentre Marianne Vos, vincendo anche in questa frazione lo sprint di gruppo (giunto a 4'52"), mantiene un buon margine di punti di vantaggio sulla Pooley, che sta diventando sempre più cannibalesca, presente nei vertici di tutte le classifiche.
Da registrare un arcobaleno, quello sulla maglia di Tatiana Guderzo, che finalmente sorride. L'iridata oggi giunge con il primo gruppo, in 18esima posizione, miglior piazzamento di un'italiana in quest'edizione del Tour de l'Aude. La condizione sta evidentemente crescendo e la ruggine abbandonando i muscoli, pronti a scattare sulle strade rosa del Giro.
In classifica generale l'ordine d'arrivo odierno rispecchia quelli che sono il primo posto e la piazza d'onore, con Mara Abbott distanziata di 4'42". È una piacevole sorpresa il terzo posto, provvisorio sì, ma comunque ben saldo, di Emma Johansson, che accumula 5'40" dalla Pooley. Erano in molti a pensare che la svedese non avrebbe retto il passo delle migliori sulle salite. Non ha primeggiato, ma se è lì, a due tappe dalla conclusione, è perché ha avuto il merito di provarci quotidianamente, di crederci e di realizzare che adesso sì, è tutto vero. Confortante il suo vantaggio sulla quarta, Claudia Häusler, che se vorrà acciuffare il podio dovrà staccare la Johansson di 1'11".

DNella fuga del mattino ci sono tante maglie Cervélo - Foto Frantz Delagrangeomani la tappa è relativamente tranquilla. Si scenderà dai 936 metri s.l.m. di Aunat verso Limoux, superando il Col du Font de Razouls e l'agevole Côte de Villardebelle. Se la corsa vorrà essere resa dura basterà uno schiocco delle dita. Tuttavia, dopo le fatiche degli ultimi giorni e con l'ultima tappa praticamente tutta pianeggiante, è molto probabile che vada via una fuga. D'altronde, motivi di attaccare questa Pooley non ce ne sono poi molti da parte delle avversarie.
Emma è là davanti, ha gestito bene una corsa insidiosa e lo ha fatto curandola nei minimi dettagli, fino dal prologo, concluso al quarto posto a 7" dalla compagna di squadra Bruins, ma davanti a tutte le dirette avversarie. Sapeva bene, Emma, di queste strade tortuose, dei ventagli, delle discese insidiose che sarebbero state per lei indigeste e dell'assenza di un arrivo in salita. Sapeva tutto, era ben preparata, aveva studiato ogni giorno e pianificato tutto quello che ora le sta accadendo. La direste secchiona ma è semplicemente la prima della classe.

Francesco Sulas

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