Tour de l'Aude 2010: La fortuna aiuta gli audaci. O no? - Il commento di Edita
Dicono che la fortuna aiuta gli audaci. C'è chi sostiene che la fortuna aiuta le menti preparate. Il clamoroso successo di Katheryn Mattis potrebbe essere la conferma di queste due affermazioni. L'americana questa vittoria se l'è cercata con convinzione fin dai primi metri, sempre nel vivo, attiva, scintillante, reattiva e presente in ogni azione, ma alla fine non era lei che volava verso la gloria, visto che volere non sempre è potere.
Però... Si è messo di mezzo il destino, cattivello e ingiusto con le due giovani luogotenenti di Marianne Vos, deviate per errore sulla strada sbagliata, e tanto generoso con la prescelta ma staccata Mattis. Che ringraziando la fortuna per un regalo piombato dal cielo, tira dritto verso il gradino più alto. Non è giusto, ma raramente può capitare di sbagliare strada (per colpa di... ?) e accade in ogni categoria. Dai prof alle donne, dilettanti, juniores e allievi, ne abbiamo sentite di tutti i colori, comprese la maglia leader persa o atleti dispersi per strada, ripescati poi all'ora di cena. Il bello che dopo questi "incidenti di percorso", il colpevole non si trova mai. Secondo i giudici le responsabilità è dell'atleta obbligato a conoscere i percorsi. Le motostaffette si giustificano accusando gli organizzatori per i mancati cartelli, quest'ultimi dal canto loro giurano che la segnaletica stradale sia stata all'altezza e non vogliono sentir ragioni. Gli atleti? Cosa deve fare un povero atleta in fuga e a tutta? Uno che spinge fuori soglia, a testa bassa e a denti stretti... Fidarsi della staffetta, portarsi una cartina in tasca o mettere su un navigatore?
Chiusa la parentesi degli errori che se non dovessero più accadere saremmo tutti più contenti, resta il fatto che la nazionale americana c'è. E corre bene. E chi corre bene prima o poi viene premiato. A guidarla il solito vecchio lupo Manel Lacambra, ex direttore sportivo della Cervélo (nel 2009 è stato il team più vincente in assoluto). Da quest'anno ha aderito al progetto triennale proposto dalla federazione USA per formare, far crescere, insegnare il mestiere alle americane di talento in prospettiva olimpica di Londra. "La qualità c'è - disse all'inizio dell'anno - manca l'esperienza nelle corse del vecchio continente, il confronto con le più forti al mondo, devono imparare ad allenarsi e correre con la testa. C'è tanto da lavorare ma cominceremo a vincere presto". Detto fatto, il suo bottino attuale in questa corsa sono due successi di tappa e il secondo posto generale. E la corsa continua...