Tour de l'Aude 2010: Niente rivoluzioni, vince Mattis - Lunga fuga per la statunitense
Quando tutto sembra semplice e la strada dinanzi a te pare spianata, quando ogni pensiero è già rivolto al traguardo, al modo giusto per festeggiare la vittoria ed a chi dedicarla, bene, quando nella testa di due compagne di squadra si prefigurano scenari da arrivo in parata, di solito gli eventi possono svilupparsi in due modi. Nel primo caso, tutto ciò che è stato pensato e ripensato, inseguito da una stagione, talvolta da una vita, si realizza. Nel secondo caso suona la sveglia ed il sogno sfuma come l'odore delle ginestre ai lati della strada che poco prima potevi ben percepire. Tertium non datur? A volte c'è una terza opzione, la più terribile e crudele: quella dell'imprevisto, o della distrazione.
Siamo a fine tappa, per la precisione a 10 km dal traguardo, e tutto sembra già scritto. La quinta frazione del Tour de l'Aude sta scivolando via ed al comando troviamo due atlete dalla maglia turchese. La belga Liesbet De Vocht e l'olandese Annemiek Van Vleuten, entrambe della Nederland Bloeit. Sono già pronte ai festeggiamenti per la bella doppietta quando un banale errore di percorso scombussola i loro piani. Un minuto per rientrare nella sede di gara, ma ormai il danno è fatto e la vittoria gettata al vento del Vallespir, regalata a chi le segue e ancor ci crede.
La tappa di Amélie les Bains è bella e crudele, soprattutto il finale per le due atlete della Nederland Bloeit. Si parte subito con una salita, il Col de Corsavy, sulle cui rampe si avvantaggiano in cinque. Si tratta di Evelyn Stevens, della nuova maglia gialla Emma Pooley con la compagna Claudia Häusler e della coppia che porta la casacca della Nazionale USA, vale a dire Mara Abbott e Curi Mattis. Quest'ultima era stata la prima ad attaccare ieri, mentre le altre avevano dato vita per tutta la tappa a sfide bellissime. Niente di nuovo sotto il bel sole odierno.
D'altronde siamo nel Vallespir, territorio attraversato dal fiume Tech, rinomato per i suoi paesaggi, che alternano dolci colline a rilievi accidentati, e per le immense coltivazioni di ciliegie. Inevitabile quindi ripetersi, per le protagoniste della sortita di ieri, visto che una fuga tira l'altra. In testa l'andatura è sostenuta e a metà salita la Häusler si stacca dalle prime ed è raggiunta da Trixi Worrack. Le due tedesche scollinano a 1'17" dal gruppetto tirato da Emma Pooley, che rafforza il suo primato come miglior scalatrice. Poco prima della vetta era stata la Curi Mattis a tentare invano l'allungo sulle compagne di fuga. Nella discesa il gruppo, composto da una ventina di atlete, riprende le fuggitive eccellenti ed al primo passaggio dal traguardo di Amélie les Bains la solita Teutenberg tenta l'allungo, in accordo con Annemiek Van Vleuten. Sharon Laws e Katheryn Mattis cercano di inseguire insieme a Liesbet De Vocht, che agisce da stopper, avendo la compagna in testa alla corsa.
Ai piedi del Col Xatard, seconda asperità di giornata, le inseguitrici hanno raggiunto la coppia di testa, ma è proprio allora che la Campionessa tedesca Ina Teutenberg alza bandiera bianca. Sulle rampe del colle dal nome catalano (siamo ai piedi dei Pirenei ed a pochi passi dalla Spagna) Curi Mattis e Laws si avvantaggiano sulla coppia Nederland Bloeit, che transita al Gpm con 1'04" di ritardo. La discesa tecnica del Col Xatard è indigesta alla Laws, che perde terreno dalla Curi Mattis, è raggiunta dalle due inseguitrici e staccata anche da loro. Le curve insidiose favoriscono il rientro della seconda coppia, De Vocht-Van Vleuten, sulla statunitense. Ora, sarà per la stanchezza, sarà per il gioco di squadra che non la favorisce, Katheryn Curi Mattis viene messa in difficoltà e staccata dal duo Nederland Bloeis, mentre il gruppo principale si mantiene a più di 1' di distanza.
È in questo momento che la De Vocht e la Van Vleuten, reduce quest'ultima dai trionfi alla Gracia - Orlová, ottenuti in coppia con la capitana Vos, si lasciano cullare dal sogno, trasportare verso il traguardo ormai prossimo mentre immaginano, favoleggiano e pensano alla loro giornata di gloria. In questo momento il tertiur viene datur, le due compagne di team sbagliano strada e Curi Mattis le sopravanza, planando sul traguardo di Amélie les Bains in solitaria. Un minuto dopo giungono la De Vocht e la Van Vleuten ed inscenano un arrivo in parata, ignare del fatto di esser state sorpassate dalla 29enne statunitense. Il danno e la beffa. La Vos, nonostante il raffreddore che le causa problemi alle vie respiratorie, vince anche oggi la volata del gruppo maglia gialla, giunto a 1'23", rafforzando il primato nella classifica a punti che le fa vestire la maglia verde. Da domani sarà sua anche la rosa di miglior giovane, giacché stamane Chantal Blaak, che ne era proprietaria, ha abbandonato la corsa.
Emma Pooley dorme sonni tranquilli, mantiene ben salda sulle spalle la maglia gialla (ora la seconda è proprio Curi Mattis, a 2'49) e pensa a domani, una frazione di 100 km tondi tondi attorno a Castelnaudary. Due asperità nel finale, non ci dovrebbero essere troppi sconquassi, ma al Tour de l'Aude è buona norma usare sempre il condizionale.
Continua invece il calvario delle squadre italiane, troppo passive nelle fasi di gara, stato che fotografa l'apatia del nostro movimento. Formazioni dello stivale che non sono state mai protagoniste, nemmeno all'interno di una fuga a breve gittata o in lotta per un traguardo volante. Serve un po' di luce su questo azzurro molto pallido che vorrebbe uscire dai propri incubi, mentre là davanti due compagne di squadra maledicono i loro sogni e promettono di riprovarci, anche subito, anche domani. Il loro credito con la Fortuna è davvero troppo alto.
Il commento di Edita Pucinskaite