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Giro D'Italia 2010: Scalatori e Cacciatori, l'altra faccia del Giro

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La bellezza di corse come il Giro d'Italia non risiede soltanto nelle lotte per la conquista dell'ambita o maglia rosa oppure per il successo di tappa dopo aver sgomitato nella frenetica elettricità di uno sprint. La corsa vive anche sulla follia di chi cerca di arrivare al traguardo partendo fin dal primo chilometro, oppure s'impegna alla morte per fare sprint in vetta a salite più o meno blasonate. O chi magari sa di aver tutte le carte in regola per poter relegare alla piazza d'onore i propri compagni di fuga oppure regolare un plotone più o meno numeroso, orfano di uomini veloci respinti da pendenze troppo proibitive per loro. Insomma, per farla breve il Giro vive anche di scalatori e cacciatori di tappe, figure che appassionano, vivono magari anche la gloria di un solo giorno da leone ma in grado di far conservare il ricordo nel corso del tempo. Quando poi la figura viene a fondersi beh, possiamo dire che il divertimento è garantito.

Il divertimento appunto. Allora perchè non cominciare dicendo che un Josè Rujano in questo Giro ci mancherà? Era stato scelto come leader designato per la corsa rosa in inverno dalla ISD ed invece nulla, ci toccherà magari sentire gli echi delle sue imprese sulle strade sudamericane ed allora un pò di magone ci salirà. Perché la certezza che il venezuelano sarebbe finito sul podio, nei primi cinque o nei primi dieci non l'abbiamo; se avesse tenuto alla grande per poi saltar di netto neanche, ma quel che possiamo dire è che, se anche fosse rimasto fuori dai giochi di classifica, qualcosa si sarebbe pur inventato. Magari avrebbe lottato per la maglia verde conquistata nel 2005, suo anno di grazia oppure avrebbe portato a casa una tappa con una fuga pazza. Da questo punto di vista assenza pesante la sua, come quella della ISD che l'anno scorso non stava ferma un attimo (beccandosi anche più di un rimbrotto) e che avrebbe schierato al via anche Giovanni Visconti, uscito molto bene da una primavera che lo ha visto vincitore in Turchia. Potrememo parlare anche della Flaminia e di Riccò, difficilmente definibile come semplice uomo di classifica, della Carmiooro di Sella e di Ventoso o di un giovane rampante come Ratto, di un Nocentini che forse avrebbe rivolto nuovamente le sue attenzioni sul Tour de France ma che, senza l'incidente di cui è stato protagonista all'Insubria, un pensierino a schierarsi al via di questo Giro 2010 l'avrebbe fatto; dulcis in fundo di giovani come Sagan o Felline che in questo primo scorcio di stagione hanno calamitato la nostra attenzione facendoci anche divertire ma per i quali l'esordio in un grande giro è per il momento rimandato. Dopo una sommaria conta di assenti non resta che dedicarsi a chi c'è, pronto per recitare il ruolo da protagonista in tappe intermedie e non.

Quasi d'obbligo iniziare da Gianni Savio e la sua Androni Giocattoli che in virtù di uno spirito battagliero irrinunciabile si apprestano a fare fuoco e fiamme su quasi tutti i terreni. Avere in squadra un Jackson Rodríguez ed un José Serpa scopertosi vincente anche in Europa a prima vista appare già una bella garanzia di lotta sui Gpm o di chilometri spesi davanti alle telecamere, ma anche tra gli atleti di casa nostra le frecce da scoccare sono ben affilare. Perchè quando hai a disposizione un Leonardo Bertagnolli che la sua giornata di gloria prova a prendersela sempre ed un Alessandro Bertolini prossimo alla quarantina ma con la voglia di buttarsi a rotta di collo in discesa da ragazzino irriverente, obblighi chiunque a stare sul chi va là. Non possiamo poi neppure dimenticarci della capacità di Scarponi di fiutare il terreno giusto: lungi da noi l'augurare al marchigiano di uscire dai discorsi di buona classifica generale, ma se pensiamo all'edizione scorsa che gli portò in dote due successi ecco che nella nostra analisi un posticino lo trova anche lui.

Le ultime settimane ci hanno poi consegnato un Enrico Gasparotto tagliato perfettamente per il ruolo di guastatore in un certo tipo di tappe: lo splendido successo di Colmurano alla Tirreno-Adriatico ed il convincente podio colto all'Amstel Gold Race ce lo fanno attendere in frazioni che qualche insidia per gli uomini di classifica potrebbero presentarla (su tutte la tappa delle strade bianche con arrivo a Montalcino oppure l'arrivo sulla breve erta di L'Aquila), visto che un pò di spunto veloce l'avrà pur perso ma se il gruppo è ristretto sarà meglio tenerlo d'occhio. Lui come magari Murilo Fischer, presente in una Garmin che per le volate avrà un leader dichiarato in Tyler Farrar. Restando in casa Astana poi sappiamo bene il lavoro che può attendere un Paolo Tiralongo, che a meno di nuovo ordine appare l'ideale angelo custode per Vinokourov, ma che ha già dimostrato di cavarsela più che degnamente in salita e che quindi un pensierino a qualche azione da lontano, in grado di dargli preziosi punti in classifica Gpm, potrebbe farlo. Così come lo farà certamente Andriy Grivko, che di chilometri macinati in avanscoperta ha ormai fatto una certa abitudine.

Citiamo Gasparotto e quindi non possiamo fare a meno neppure di non spendere qualche riga su Filippo Pozzato e la sua voglia di far risplendere in giro per tre settimane il proprio tricolore. Sicuramente per il biondo di Sandrigo la corsa rosa rappresenta anche l'occasione per regolare i conti con la malasorte, che lo scorso anno lo rimandò a casa quasi senza acuti e che nelle classiche del Nord gli ha guastato non poco le feste. Aspettiamolo, così come la generosità di Mazzanti o la ormai cronica e splendida follia di Ignatiev che lo spinge ad andare più lontano possibile, alla ricerca di una perla in grado di ripagare il proprio talento. Follia unita a coraggio che anima spesso le splendide e temerarie cavalcate del bielorusso Vasil Kiryienka, che dalla sua espressione impassibile di guerriero che sa quel che vuole sembra lottare eternamente contro il destino, lanciandosi senza paura nell'avventura che in qualche caso può concludersi tra gli applausi (Monte Pora 2008 sta a dimostrarlo).

Ci si chiede sempre poi se vi saranno tracce di Francia lungo  queste tre settimane e nelle ultime stagioni qualche segnale positivo in questa direzione sta giungendo: aspettiamoci allora qualche fiammata da John Gadret, che nel 2006 ben più di una bella prestazione regalò quando la strada saliva all'insù; da David Moncoutiè, uno che dalla sua esperienza ormai ci mette un attimo a decidere se sia il caso di gettarsi in avanscoperta perchè quella magari può essere la giornata giusta oppure impegnarsi a fondo per la conquista dei Gpm, cosa che nelle ultime stagioni gli è riuscita benissimo alla Vuelta (e che gli ha portato anche successi di tappa, meglio di così...); o da Thomas Voeckler, capace di regalare uno scatto su un semplice cavalcavia perchè di chiudere una corsa in completo anonimato proprio non è capace. Alfieri loro di tre squadre (AG2R,  Cofidis e Bbox Bouygues)  in cui qualche altro temerario strada facendo si troverà certamente, appuntandosi magari i nomi di Duque o Trofimov. Se si volge invece lo sguardo alla Milram invece non si può che andare a colpo sicuro nel leggere i nomi di Linus Gerdemann, uno che se sta bene qualcosa prima o poi inventerà, oppure di Fabian Wegmann, una sorta di scheggia impazzita che è riuscito a portare a casa pure una maglia verde in carriera (nel 2004) e che se te lo ritrovi in un gruppetto ristretto rischia di farti preoccupare sul serio. Mettiamoci pure un Luke Roberts e un Paul Voss ed il gioco è fatto. 

Chi poi andrà certamente tenuto in considerazione sarà Michael Albasini, che in virtù dei suoi progressi in salita nelle ultime stagioni ha tutte le carte in regola per proporsi come mina vagante, così come un occhio andrà buttato su Peter Weening, cliente scomodo in un'azione da lontano ed in grado di dire la propria anche in una classifica come quella dei Gpm, dove comunque la Rabobank ha anche un Mauricio Ardila da giocarsi.

E via ad andare avanti, tra un Capecchi e un Nicki Sörensen, un Canuti ed un Bobridge, un Pineau ed un Bakelandts, un Pirazzi ed un Froome, un Santambrogio ed un Lastras. Di spazio se vogliamo ce ne sarebbe un pò per tutti, compresi Cunego e Garzelli che se in partenza ben si sposano con i discorsi che li vogliono nel novero dei favoriti, potranno sempre trovare soddisfazione nei successi parziali. Del resto il veronese ce ne ha data prova eloquente nell'ultima Vuelta; il varesino invece, che pure è voglioso di rompere il lungo digiuno con la vittoria di tappa al Giro, ha dimostrato di tenere in particolare considerazione anche la classifica di miglior scalatore. E se di scalatori si parla non possiamo non rivolgere un ultimo pensiero per Gilberto Simoni, atteso all'ultima recita rosa. Vivrà alla giornata, con la voglia di rifar magari suo per l'ennesima volta lo Zoncolan o di domare la tappa del Mortirolo per regalarsi la miglior conclusione possibile in una storia fatta di un feeling speciale.

Poche ore ancora ad attendere, poi lo spettacolo potrà avere inizio. 

Vivian Ghianni

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