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Luci su Sky, diamond team

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Quando nel febbraio 2009 Sky Broadcasting annunciò la nascita del team Sky Pro Cycling ed iniziò a reclutare i corridori della nuova squadra, le condizioni necessarie e sufficienti per far parte del roster erano poche: essere giovani, promettenti e conoscere la lingua inglese. Chiunque avesse avuto a disposizione una copetura finanziaria come quella del colosso mediatico di Rupert Murdoch avrebbe puntato subito in alto, creando un roster di grandissimi campioni, in grado di centrare il bersaglio al primo colpo. Non Sky. Questioni di cultura sportiva, ci spiega davanti ad un buon Nero d'Avola il General Manager gallese, Dave Brailsford, che proviene dall'esperienza di British Cycling.
«Siamo partiti da niente con l'obiettivo di scegliere gli elementi giusti, gli atleti giusti al momento giusto, per creare una grande squadra. Il Team Sky dovrà far venire voglia a tutti di uscire di casa ed andare in bicicletta. Abbiamo un lotto di atleti molto giovani e promettenti che saranno seguiti, consigliati ed aiutati dai più esperti. Quest'anno puntiamo ad arrivare al podio al Tour de France con Bradley Wiggins, mentre nelle Classiche abbiamo uomini come Flecha, Gerrans e Boasson Hagen in grado di colpire. Entro quattro anni vogliamo vincere il Tour de France».
La calma è la virtù dei forti, non si chiede tutto e subito all'interno del Team Sky, non si vogliono vittorie mirabolanti. Si punta a far crescere giovani che un giorno potranno diventare campioni, con molta calma, senza mettere pressione. E se già alla prima gara la squadra centra una doppietta - al Cancer Council Helpline di Adelaide Greg Henderson si piazzò davanti al compagno Chris Sutton - non si può che apprezzare questa ottima partenza.
«Qui tutti sono indispensabili - afferma Bradley Wiggins - dai meccanici al corridore di punta, tutti sono coinvolti nel progetto al 100%. Ci sono atleti che durante la stagione potranno fare da chioccia ai più giovani e meno esperti e ci sono ragazzini già in grado di sfondare». C'è da credere al plurimedagliato della pista britannico, che è diventato un'icona del ciclismo d'oltremanica, specialmente dopo il sorprendente quarto posto all'ultimo Tour de France. «Il mio obiettivo è andare forte al Tour - ci spiega lo svedese Thomas Lövkvist, da poco 26enne. Sarò in appoggio a Bradley Wiggins, ma cercherò di fare anche la mia corsa e di ottenere il miglior risultato possibile, mentre non sarò presente al Giro d'Italia». Già, il Giro, dove il capitano sarà Dario David Cioni, residente a Montelupo Fiorentino ma nato in Inghilterra, per la precisione a Reading. È uno dei tre italiani del team (gli altri due sono Viganò e Possoni) ed è il simbolo di una squadra che all'interno della sua anima anglosassone ha un po' di Italia. Biciclette Pinarello ipertecnologiche che verranno fornite per almeno tre anni e sede operativa a Quarrata, nel pistoiese, sotto il coordinamento di Max Sciandri, ne sono la prova.
La comunicazione, poi, è un'ulteriore punto forte del Team Sky. Il 4 gennaio la squadra è stata presentata in pompa magna, nella City londinese, con una cerimonia preceduta da una pedalata, la Sky ride in London. Il Capo Ufficio Stampa, Brian Nygaard, danese che lavorava con Riis alla Csc e che con il discusso team manager condivide i tratti somatici (li chiamavano i gemelli), ci fa salire sullo spaziale pullman del team e ci spiega la loro filosofia, in un perfetto italiano. «Qui da noi potrete trovare i migliori professionisti per quanto riguarda le due ruote. La comunicazione e la motivazione sono fondamentali all'interno di un team come la Sky». A chi gli fa notare quanto esageratamente lussuosi siano gli interni dei mezzi risponde che «bisogna ricordarsi un fatto. I ciclisti trascorrono 6 o anche più ore in sella. Arrivare al pullman, trovare una doccia ed un divano confortevole è già un vantaggio per loro rispetto agli altri atleti. Per questo abbiamo preferito spendere un po' di più in questi piccoli gioielli, con lo scopo di portare un vantaggio ai nostri atleti». Non tutti sono ancora in forma però, Christopher Froome ce ne dà conferma.
«Sono pian piano in crescita - afferma il britannico nato in Kenya - anche se al momento non riesco a pedalare come vorrei. Prenderò parte al Giro d'Italia, in queste due settimane correrò e mi allenerò in modo da arrivare al prologo di Amsterdam al top. Sarà il primo Grande Giro per la squadra, dovremo farci trovare tutti assolutamente preparati». A cena Brailsford ci rivela i nomi dei suoi nove ragazzi che correranno il Giro d'Italia, confida che il sudafricano Augustyn non prenderà il via da Amsterdam «perché ha dei problemi al ginocchio ed i tempi di recupero si stanno rivelando più lunghi del previsto. Ora è in Sudafrica, si allena come può, contiamo di riaverlo con noi per il Tour de France, utile alla causa di Bradley. John-Lee è un giovane molto interessante e sono sicuro che avrà un futuro molto promettente. È una nostra grande scommessa».
Vincere il Tour de France in 4 anni, avvicinare il popolo inglese al ciclismo e far crescere un vivaio che in futuro possa regalare grandi soddisfazioni. Il Team Sky ha investito completamente sul futuro, pensa in grande per il domani, facendo maturare senza pressioni i propri talenti. Quando il Team Sky nacque ed iniziò a reclutare giovani le condizioni necessarie e sufficienti per entrare a far parte del roster erano queste: essere giovani, promettenti e conoscere bene la lingua inglese. La selezione sarà dura, ma alcuni dei giovani talenti di oggi diverranno i campioni di domani. Senza fretta, senza pressioni. C'è tutto il tempo per diventare grandi.

Francesco Sulas

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