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Contador in ricognizione sul pavé in vista del Tour | Cicloweb

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Contador in ricognizione sul pavé in vista del Tour

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Contador ha voluto toccare con mano il pavé

Niente può essere lasciato al caso all'attacco del terzo Tour de France. Specialmente quando gli organizzatori decidono di vivacizzare la prima settimana di gara - normalmente poco più che soporifera - con qualche passaggio sul pavé. È soprattutto la terza frazione a spaventare gli uomini di classifica e gli scalatori, non certo abituati ad aver a che fare con i ciottoli, in tempi in cui i corridori davvero completi si contano sulle dita di una mano.

E così nella giornata di ieri Alberto Contador, vincitore della Grande Boucle nel 2007 e 2009, ha rotto gli indugi e ha approfittato del soggiorno in Belgio per Freccia e Liegi per una ricognizione dei settori in pavé della terza tappa del Tour 2010. Per l'occasione, l'asturiano è stato accompagnato dai connazionali Pereiro e Noval, ma soprattutto da una guida d'eccezione come Peter Van Petegem, ex corridore belga in grado di cogliere - proprio come Cancellara quest'anno e Boonen nel 2005 - l'accoppiata Fiandre-Roubaix nello stesso anno, il 2003.

«Una giornata importante soprattutto per testare i materiali, conoscere un po' meglio il pavé e acquisire una maggiore sicurezza»  così ha esordito Contador  nella conferenza stampa, tenutasi poco lontano Arenberg, al termine della ricognizione. «Nonostante sia logicamente stanco dopo la Liegi, me ne vado con ottime sensazioni sul comportamento della bici».

Ti ha spaventato questa terza tappa? Temi di perdere terreno sul pavé?
«Spaventato no, chiaramente sarà una frazione complicata e con molta tensione, per la necessità di correre davanti. In fin dei conti comunque credo che non si apriranno grandi differenze o addirittura non ci saranno distacchi».

Pensi che sia il caso di inserire una tappa con settori in pavé nel Tour de France?
«Ognuno ha un po' una sua idea sull'argomento... Non c'è dubbio che sarà un motivo di spettacolo, ma c'è anche il rischio che uno dei favoriti per la generale cada e sia costretto a lasciare la corsa. Personalmente preferivo che il pavé restasse fuori dal percorso, perché può mischiare un po' le carte nella classifica, ma questo alla fine è il percorso e sapremo adattarci».

Hai avuto anche una consulenza eccellente come quella di Van Petegem...
«La presenza e i consigli di un grande campione come Peter sono stati importantissimi. Mi ha spiegato molte cose sul modo di correre, sui materiali e altro, tanto che in un giorno ho imparato più cose sul pavé che in tutto il resto della mia carriera».

Non è che ora t'è venuta voglia di partecipare a una Parigi-Roubaix?
«Certo, assolutamente sì. la foresta di Arenberg è perfetta per me e sicuramente l'anno prossimo sarò al via (ride). Scherzi a parte, al momento credo che mi limiterò a vedere la corsa francese in tv da casa...».

Tra i vari settori, quale ti è sembrato più difficile?
«Gli ultimi quattro settori sono tutti piuttosto simili, qualcuno ha una curva in più che può essere infida se c'è maltempo, ma niente di particolare».

In generale questa ricognizione a cosa ti è servita di più?
«Soprattutto a testare e capire i materiali, il tipo di ruote, la pressione per gli pneumatici, ma anche come affrontare le parti in pavé, da che parte entrare, la posizione delle mani etc.».

E riguardo alla gestione della corsa?
«Parlando con Van Petegem ho capito che probabilmente la cosa più sensata da fare è cercare di proseguire con una pedalata naturale e normale, magari nel mio caso abbassando un poco la frequenza, visto che la mia è normalmente molto elevata».

Prevedi che ci siano tattiche di squadra per questa tappa? Pensi che proveranno ad attaccarti?
«Beh, certamente le squadre si organizzeranno per gestire la posizione dei loro uomini di punta. Se sarà una tappa con vento - come credo - penso che soprattutto tutti cercheranno di stare davanti e non rischiare di perdere terreno».

Avere Vinokourov al tuo fianco sarà importante? Quale sarà il ruolo del kazako al Tour?
«Si tratta di un grandissimo corridore, con esperienza e tenacia. Sarà al Tour per aiutarmi, è sempre stato chiaro tra noi e questo mi dà grande tranquillità».

In definitiva, quale risultato ti lascerebbe soddisfatto al termine di questa terza tappa?
«Non mi piace esprimermi su queste cose, diciamo che l'obiettivo è terminare con il gruppo di testa e, soprattutto, non incappare in alcuna caduta».

(fonte: Jacinto Vidarte - Prensa Contador)

Stefano Rizzato

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