Il Portale del Ciclismo professionistico

.

Lo chiamavano El Niño

Versione stampabile

Ci fosse un Osvaldo Soriano del ciclismo, possiamo star tranquilli che la storia di Oscar Sevilla diventerebbe un racconto simile a quelli di quei cowboy in disarmo che, respinti in patria, vanno a cercar fortuna nel subcontinente latinoamericano, adeguandosi a fare quello che capita (rapinare banche o arbitrare con la pistola sgarrupate partite di calcio). Perché la storia di colui che chiamavano El Niño ha molto di letterario. Tra l'essere il più promettente ciclista della sua generazione, in Spagna, e il raccogliere quel che si può tra Messico e Colombia, ci passa di mezzo un mucchio di roba. Intanto un decennio intero, 2001-2010. Ci passa il mare, nel senso dell'oceano Atlantico che separa l'Europa dall'America. E ci passano tante vicissitudini personali, prima fra tutte quell'oscuro oggetto del desiderio di repressione chiamato OP. Operación Puerto.

L'inchiesta che ha devastato il ciclismo della seconda metà di quest'ultimo decennio, lasciando intoccate altre discipline coinvolte nell'affaire, ha spazzato via anche la carriera di Sevilla. All'epoca (siamo nel 2006), Oscar correva nella T-Mobile, per sua sfortuna: in Germania infatti ci fu più inflessibilità che altrove, e lo spagnolo si trovò in mezzo tra le indagini e il suo capitano Ullrich: disse «se beccano me, devono prendere pure Jan, anche lui è sporco». Era una confidenza in gruppo, al Delfinato, si tramutò in un'inchiesta che uccise - sportivamente - lo stesso Ullrich. Che poi tre anni dopo il tedesco sia stato scagionato dai tribunali di Germania, è un particolare ormai secondario, in questa storia.

Secondario perché nel frattempo la vicenda di Oscar aveva preso un'altra direzione. L'uomo, anzi, il bimbo (El Niño) che aveva perso una Vuelta (2001) all'ultima tappa, perdendo da Casero nella crono finale, e un podio in un'altra ultima cronotappa (2002, da Beloki), e che per un triennio si era proposto come il nome nuovo del ciclismo dei GT, già all'epoca della T-Mobile aveva perso molto del suo smalto: una stagione da dimenticare in Phonak (2004), l'approdo al team tedesco nel 2005 con un settimo posto alla Vuelta, poi il fatale 2006. Non venne squalificato per OP, Oscar ("Sevillano" nel codebook di Fuentes), ma di fatto smise del tutto di essere un corridore ad alto livello: laddove prima almeno partecipava a corse nelle quali otteneva risultati calanti, dopo OP El Niño venne ostracizzato dal ciclismo che conta. Approdò alla Relax nel 2007, per correre praticamente solo in Spagna.

«Se qui non sono ben accetto, è meglio cambiare del tutto aria»: questo avrà pensato il 31enne Oscar del 2007. E allora, perso per perso, tanto vale emigrare, ma emigrare veramente. Sorvolò quell'Atlantico citato su, e arrivò in California, alla Rock Racing, una squadra che ambiva a prendere negli States il posto della corazzata armstronghiana (Us Postal poi Discovery Channel), dismessa in quel periodo: oltre a Sevilla, la squadra americana ingaggiò un altro "ex dopato" come Tyler Hamilton, e fece ponti d'oro a Mario Cipollini per fargli fare un pezzo di stagione (in effetti Re Leone tornò dal ritiro, fece qualche garetta, poi riappese la bici al chiodo, e s'ingrugnò perché quelli non vollero portare avanti il discorso della fornitura di bici Cipollini).

Ma i risultati del progetto Rock Racing non furono all'altezza delle aspettative, e così anziché scalare le categorie del ciclismo per arrivare al Pro Tour, in un paio d'anni il RR ha fatto il percorso opposto: due stagioni da team continental, poi la "retrocessione" nella categoria élite. Poco male per il protagonista del nostro racconto, che nel frattempo una sua dimensione, in America (del Nord, ma soprattutto del Centro-Sud) l'ha trovata. Corre le corse continentali, Oscar, e gli capita di lasciare il segno. A volte viene prestato ad altre squadre della zona per fare una determinata gara, in pratica è un La.Ci.Pro., un Lavoratore Ciclista a Progetto.

L'ultima sua affermazione è di ieri: Sevilla ha portato a casa la Vuelta Mexico Telmex, ha avuto la meglio su vecchi veltri colombiani del calibro di Daniel Rincon, Gregorio Ladino e Victor Niño. Ottavo s'è piazzato Julio Alberto Pérez Cuapio, altra vecchia conoscenza delle nostre corse. E non ha vinto nemmeno una tappa, Oscar, ma è stato il più regolare e ha primeggiato in classifica con 13" su Rincon. Ma non è nemmeno questo il principale motivo di soddisfazione: «Sono stato accolto benissimo dai messicani, mi hanno incitato come non avrei mai sperato, e ciò mi ha dato tanta forza per portare a termine questa piccola impresa».

E sì, perché a 33 anni suonati, dopo essere stato un predestinato finito male, ci si può anche riscoprire lottatore in un altro mondo. Ognuno ha una sua dimensione, tutto sta a trovarla, prima o poi. El Niño non c'è più, questo lo sanno tutti. Al suo posto, un uomo che forse quella dimensione, lontana da stress, cattiverie, pressioni eccessive, l'ha davvero trovata.

Marco Grassi

RSS Facebook Twitter Youtube

30/Jul/2017 - 20:30
ESCLUSIVO: le immagini del folle che ha tagliato la strada al gruppo facendo cadere decine di corridori al Giro d'Italia

24/May/2016 - 21:06
All'An Post Rás giornata di gloria per James Gullen nella tappa "di montagna": Fankhauser diventa leader

24/May/2016 - 17:07
Giro, nel giorno della nuova delusione di Vincenzo Nibali vince Alejandro Valverde davanti a Kruijswijk e Zakarin

23/May/2016 - 22:12
An Post Rás, nella seconda tappa vince il padrone di casa Eoin Morton

23/May/2016 - 16:00
Giornata di rinnovi: André Greipel e Marcel Sieberg alla Lotto Soudal fino al 2018, Geraint Thomas prolunga con la Sky

23/May/2016 - 13:11
Benjamin Prades vince l'ultima tappa del Tour de Flores ma non basta, la generale va a Daniel Whitehouse

23/May/2016 - 12:39
Brutte notizie per il ciclismo elvetico: l'IAM Cycling comunica che cesserà l'attività a fine stagione

23/May/2016 - 11:22
Conclusi i Campionati Panamericani: l'ultimo oro è dell'ecuadoriano Jonathan Caicedo

22/May/2016 - 23:59
Il Tour of California si conclude con una imperiosa volata di Mark Cavendish. Classifica finale a Julian Alaphilippe

22/May/2016 - 23:39
Il Tour of Bihor si chiude nel segno dell'Androni Giocattoli-Sidermec: tappa a Marco Benfatto, generale a Egan Bernal

22/May/2016 - 23:20
Women's Tour of California: gioie finali per Kirsten Wild e Megan Guarnier. Le altre corse: ok Bertizzolo e Lepistö

22/May/2016 - 22:44
Velothon Wales, Thomas Stewart supera Rasmus Guldhammer e Ian Bibby

22/May/2016 - 22:24
Dilettanti, ulteriori vittorie per Nicola Bagioli e Riccardo Minali alla Due Giorni Marchigiana

22/May/2016 - 22:22
Scatta l'An Post Ras: la prima tappa va all'olandese Taco Van der Hoorn grazie ad un colpo di mano