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Campionati del Mondo su pista - UCI Track Cycling World Championship | Cicloweb

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Campionati del Mondo su pista - UCI Track Cycling World Championship

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Mondiali, maglie iridate, quanti sogni e quanti obiettivi per tifosi e corridori, per tecnici ed appassionati. Che la pista è un settore del ciclismo che in Italia tira poco lo sappiamo, ma i Mondiali sono Mondiali, sempre. Vi offriamo un report quotidiano su ciò che accadrà dal 24 al 28 marzo 2010 in quel di Copenaghen, Danimarca, sperando di festeggiare insieme qualche bel risultato azzurro. In ogni caso, applausi per tutti: vincitori e non.

Indice puntate:
28 marzo - 5a giornata: Whitten batte Giorgia
27 marzo - 4a giornata: Victoria ancora regina
26 marzo - 3a giornata: Aussie ok, Giorgia ko
25 marzo - 2a giornata: Phinney! Male l'Italia
24 marzo - 1a giornata: C.Meyer stratosferico


Mercoledì 24 marzo: C.Meyer stratosferico
Si sono aperti nel pomeriggio i Campionati del Mondo su Pista a Copenaghen e non si può dire che non abbia dato subito emozioni e sorprese. Emozioni positive per l'eccellente prestazione di Cameron Meyer (Australia) nella corsa a punti e sorprese negative come il terzetto britannico della velocità olimpica con Chris Hoy, Jason Kenny e Ross Edgar eliminati dalla finale per l'oro.
Ma partiamo dall'inizio.
Nel pomeriggio si sono svolte le qualificazioni per l'inseguimento individuale femminile e la potente atleta americana Sarah Hammer ha fatto segnare un tempo veramente importante 3:27'826", che ha relegato al secondo posto la detentrice della Coppa del Mondo Wendy Houvenaghel, ma soprattutto ha eliminato dalla finalissima la campionessa del mondo uscente, la neozelandese Alison Shanks che era data in grande forma. Ci sono state anche in questa prova sorprese negative in particolare da parte dell'australiana Sarah Kent chiamata a sostituire Josephine Tomic ora impegnata nell'omnium, e di Tara Whitten anche lei però dirottata sempre più sull'omnium. Per la finale dell'omnium ancora Vilija Sereikaite sempre presente nelle parti alte dell'inseguimento ma mai in grado di fare quel salto di qualità che le permetterebbe di vincere una medaglia di grande valore.
La sessione serale si è aperta con la finale dei 500m femminili che vedevano alla partenza anche l'italiana Elisa Frisoni nonostante non fosse al massimo della forma, lei ha chiuso infatti con l'ultimo tempo 36"225. Sorpresa della serata è stata certamente la medaglia di bronzo conquistata dalla bielorussa Olga Panarina che ha migliorato il proprio personale di 8 decimi e ha lasciato fuori dalla lotta per le medaglie campionesse come Willy Kanis, Jinjie Gong, Miram Welte e Kaarle McCulloch. Veramente serratissima invece la battaglia per la medaglia d'oro con l'australiana Anna Meares andata a vestire la maglia iridata per con 8 decimi sulla lituana Simona Krupeckaite campionessa del mondo uscente e primatista del mondo: veramente stupenda la gara della Meares sempre lucida e mai scomposta con le spalle come invece è stata Simona Krupeckaite in particolare nel secondo giro.
Sono cominciate poi le batterie per la velocità olimpica o a squadre e anche qui avevamo il team italiano alla partenza formato da Valerio Catellini, Luca Ceci e Francesco Ceci: purtroppo questo team è molto giovane e mancano ancora i meccanismi precisi che permettono di fare un bel tempo, anche loro, come Elisa Frisoni, hanno chiuso all'ultimo posto con il tempo di 46"436. Nessuno se lo sarebbe sicuramente aspettato, soprattutto il pubblico che appena ha visto la sagoma di Sir Chris Hoy è andato in fibrillazione, ma la Gran Bretagna non fa affatto una bella prova e fa segnare un tempo alto, 43"802, quasi un secondo più del loro record che li fa superare di poco la Cina (grande sorpresa della gara). L'ultima batteria poi vedeva affrontarsi due delle nazioni favorite per una medaglia ossia la Francia con Gregory Bauge, Kevin Sireau, e Michael D'Almeida e la Germania di Stefan Nimke, Maximilian Levy e Robert Forstermann: veramente spettacolare questa batteria, due squadre perfettamente allineate, con dei campioni di prim'ordine fanno segnare i due migliori tempi e eliminano direttamente la Gran Bretagna dalla possibilità di vestire l'iride. I meccanismi britannici che un mese fa si notavano non essere perfetti hanno mostrato tutti i loro difetti: c'è anche da dire che prima della partenza a Chris Hoy è capitato un problema al pedale, ma c'è da dubitare che a un atleta di esperienza come Hoy possa aver creato un danno di quel livello, è un problema di squadra.
Terminata questa qualificazioni iniziano tre finali consecutive la prima è la corsa a punti maschile, la regina delle prove endurance a cui partecipava anche l'italiano Angelo Ciccone che ha chiuso al 14esimo posto con 3 punti: la domanda principale era se Cameron Meyer, campione del mondo in carica, sarebbe stato in grado nonostante la giovane età di ripetere la grande prova di Pruszkow e riconquistare la medaglia d'oro. A questa risposta la risposta che bisogna dare è molto semplice: sì, è stato in grado. Ma non è tanto il fatto di aver rivinto il Mondiale, il fatto è come l'abbia vinto: a 95 giri dal termine si porta in caccia con altri 4 atleti, Peter Schep (Olanda), Milan Kadlec (Rep. Ceca) e Ingmar De Poortere (Belgio), quest'ultimo chiamato all'ultimo momento per sostituire Iljo Keisse vittima di una caduta che gli ha provocato la frattura delle clavicola. Terminata la conquista del giro controlla e domina la gara con un piglio da campione navigato, vince sprint, chiude su ogni attacco e, anzi, si prende addirittura il lusso di andare di nuovo in caccia da solo e guadagnare un altro giro: semplicemente stupendo. Sul podio con lui salgono i due compagni di caccia Schep e Kadlec quest'ultimo salvato anche da una gestione sbagliata dell'ultimo sprint da parte del britannico Chris Newton rimasto in testa per i due giri finali e quindi senza forze per disputare un vero sprint.
È stato quindi il momento della finale dell'inseguimento femminile che ha visto vincere proprio Sarah Hammer, che aveva fatto registrare il miglior tempo nelle qualificazioni pomeridiane, ancora con una prova eccellente facendo segnare 3'28"601: niente da fare per la britannica Wendy Houvenaghel che ha dovuto piegarsi alla superiorità statunitense e distanziata alla fine di quasi 4 secondi. La finale per il bronzo ha visto la definitiva debacle della campionessa del mondo (ora ex) Alison Shanks battuta anche dalla lituana Vilija Sereikaite con un tempo davvero alto soprattutto per una come lei: buono invece il tempo della Sereikaite più rapido di quello segnato dalla Houvenaghel che le è valso l'argento.
Ultima finale della serata la velocità a squadre: prima è toccato alla Gran Bretagna non perdere la faccia almeno portando a casa la medaglia di bronzo e così è stato, ma con un tempo sempre lontano dai risultati stupefacenti di un anno e mezzo fa, e poi è toccato a Francia e Germania giocarsi la medaglia d'oro. Scelte tecniche diverse hanno fatto mettere alla Germania un chilometrista come ultimo frazionista (Stefan Nimke), mentre la Francia ha optato per il primatista del mondo Kevin Sireau: non è bastata comunque la grandissima velocità del giovane francese per rimontare il distacco di 2 decimi accumulato dai primi due frazionisti e la Germania porta a casa il primo titolo mondiale di questa edizione e nella velocità potrebbe anche non essere l'ultimo.
È terminata così la prima serata di questi Campionati del Mondo con due medaglie d'oro per l'Australia, e una a testa per Germania e Stati Uniti: domani ci saranno 5 finali alcune attesissime come l'inseguimento individuale maschile con Taylor Phinney, Jack Bobridge, Jesse Sergent e anche l'italiano Marco Coledan, poi il Keirin (per l'Italia ci sarà Francesco Ceci), lo Scratch dove l'Italia punta forte sul veronese Elia Viviani già più volte campione europeo di questa specialità sia da juniores che da under23, l'inseguimento a squadre femminile con le italiane Monia Baccaille, Alessandra Borchi e Tatiana Guderzo e la velocità olimpica dove l'Italia non partecipa ma scenderà di nuovo in pista la neocampionessa del mondo Meares a difendere il titolo conquistato lo scorso anno in coppia con Kaarle McCulloch.

Risultati del 24 Marzo

500 m donne
1. Anna Meares (Aus) 33"381
2. Simona Krupeckaite (Ltu) 33"462
3. Olga Panarina (Blr) 33"779
[...]
21. Elisa Frisoni (Ita) 36"225
Corsa a punti uomini
1. Cameron Meyer (Aus) 70 p
2. Peter Schep (Ola) 33 p
3. Milan Kadlec (Cze) 27 p
[...]
14. Angelo Ciccone (Ita) 3 p
Inseguimento individuale donne
1. Sarah Hammer (Usa) 3'28"601
2. Wendy Houvenaghel (Gbr) 3'32"496
3. Vilija Sereikaite (Ltu) 3'32"085
Velocità a squadre uomini
1. Francia (Bauge, D'Almeida, Sireau) 43"433
2. Germania (Forstermann, Levy, Nimke) 43"453
3. Gran Bretagna (Edgar, Hoy, Kenny) 43"590
[...]
16. Italia (Catellini, Ceci F., Ceci L.) 46"436



Giovedì 26 marzo: Phinney! Male l'Italia
Che parole si possono usare per un atleta che conquista la decima medaglia d'oro mondiale? Per un campione come Chris Hoy tutte le parole si erano sprecate durante i Giochi Olimpici di Pechino e ora, a distanza di quasi due anni, sembra che i segni dell'età su di lui non facciano alcun effetto: la vittoria netta nel keirin ne è la prova lampante. È stata certamente una serata piena di belle emozioni come le conferme mondiali dell'Australia nella velocità a squadre (con due record del mondo nelle due prove) e di Taylor Phinney nell'inseguimento individuale. L'Australia festeggia ancora anche nell'inseguimento a squadre femminile, ma anche il paese ospitante ha di che gioire vista la spettacolare prova di Alex Rasmussen nello Scratch.
Partiamo dalle qualifiche pomeridiane che già avevano dato dei segnali molto interessanti.
Le prime qualifiche sono state quelle dell'inseguimento individuale maschile che vedeva al via anche l'italiano Marco Coledan, classe 1989 in forza al team Bottoli-Trevigiani, che ha fatto sì il 14esimo tempo ma con 4'26"267 ha abbassato di più di 1 secondo il suo personale. Per far capire di che livello sono state le qualifiche di oggi vi basta ricordare che con il tempo con cui Cornu era entrato nella finale per il bronzo lo scorso anno quest'anno si era già fuori dalla lotta per tutte le medaglie e si sarebbe piazzato al sesto posto. Due sono le notizie principali, la prima è il miglior tempo del neozelandese classe 1988 Jesse Sergent capace di far segnare un 4'15"988, ma la seconda è senza dubbio quella che più ha segnato la prova ossia l'eliminazione di Jack Bobridge autore di un 4'17"169 ben lontano da quel 4'14"4 fatto segnare nei campionati nazionali australiani e che gli erano valsa la seconda prestazione mondiale di tutti i tempi. Anche se lontano dai suoi migliori risultati si qualifica per la finale dell'oro anche Taylor Phinney; grande tempo invece del russo Alexander Serov che con 4'18"356 riesce a entrare nella finalina per il bronzo.
Sono iniziate poi le qualifiche per l'inseguimento a squadre femminile e anche l'Italia aveva il suo team formato da Monia Baccaille, Tatiana Guderzo e Marta Tagliaferro (chiamata a sostituire Alessandra Borchi): purtroppo per l'Italia non è andata bene e hanno fatto segnare 3'34"329 quattordicesimo e ultimo tempo. Anche queste qualifiche hanno lasciato parecchie sorprese come la squalifica della Lituania di Vilija Sereikaite e il gran tempo del terzetto americano guidato dalla neocampionessa del mondo Sarah Hammer che si qualifica per la finale del bronzo con il nuovo record nazionale. La grande prestazione dell'Australia porta il terzetto diritto nella finale per l'oro ad affrontare la Gran Bretagna un po' sottotono rispetto al tempo fatto segnare da loro in coppa del mondo a Manchester che gli era valso il record del mondo. Ad affrontare gli Stati Uniti nella finale per il terzo posto saranno le ragazze della Nuova Zelanda di Alison Shanks autrici di una non esaltate prova pomeridiana.
Le gare serali si sono aperte con le qualifiche della velocità a squadre femminile che vedeva tornare sull'anello Victoria Pendleton in coppia con Jessica Varnish, purtroppo però non sono andate oltre il quarto tempo e sono state costrette a disputare la finale per il bronzo. Grande prova invece della Cina che anche senza Shuang Guo riesce a piazzare il colpo che vale un posto nella finale per l'oro contro ancora una maestosa Australia stavolta nei panni di Anna Meares (già iridata ieri nei 500m) e Kaarle McCulloch. Contro la Gran Bretagna invece sarà la Lituania a cercare di salire sull'ultimo gradino del podio.
È quindi il momento delle finali, la prima è stata lo scratch dove l'Italia aveva la sua punta di diamante della nazionale maschile ossia Elia Viviani più volte campione europeo della specialità chiamato per la prima volta a disputare una finale mondiale proprio in questa prova che gli è la più congeniale. Elia inizia la sua prova con il piglio del vero leader, chiude sugli attacchi e ne promuove alcuni a sua volta, ma purtroppo lo fa troppo presto quando la gara è ancora nella fase embrionale e questo gli fa spendere troppe energie e proprio quando ricuce sull'ultimo allungo dietro di lui parte in attacco l'idolo di casa Alex Rasmussen al quale si accoda, con molta astuzia, il giapponese Kazuhiro Mori: sarà queso attacco a decidere la corsa. Con una facilità di pedalata impressionante Alex Rasmussen guadagna metri su metri e in poco tempo guadagna il giro portandosi poi in testa a controllare la corsa: è chiaro ormai che per la lotta alla medaglia d'oro non c'è più alcuna speranza, nonostante questo il colombiano Juan Esteban Arango a pochi giri dal termine riesce in quella fuga che per tanti altri era stata impossibile e guadagnando il giro si riporta in lotta per la medaglia.
Troppo veloce però, e troppo spinto dal pubblico Alex Rasmussen per farsi intimorire allo sprint e infatti vince con molta facilità proprio sul colombiano Arango e il giapponese Mori: Martin Blaha della Repubblica Ceca quarto all'arrivo ha esultato per la vittoria della volata del gruppo, ma non si era accorto che ben 3 atleti avevano guadagnato il giro. Elia Viviani chiude la sua prova 15esimo.
La finale per il bronzo della velocità a squadre è di nuovo da sottolineare, infatti la Gran Bretagna di Victoria Pendleton perde abbastanza nettamente dalla Lituania: niente di nuovo invece nella finale per l'oro dove l'Australia veste ancora l'iride come lo scorso anno facendo segnare il secondo record del mondo di giornata (il primo record era stato fatto nelle qualifiche). Nonostante il confronto impari è stata veramente splendida la prova della Cina che dimostra che il loro movimento non è nato solo per ben figurare ai Giochi Olimpici organizzati da loro due anni fa.
Certamente la finale più attesa era quella dell'inseguimento individuale, dopo i risultati del pomeriggio c'era curiosita di scoprire se Jesse Sergent era in grado di gestire una finale a così alto livello, lui che comunque aveva già vinto prove in coppa del mondo e campionati oceanici. Prima della finale per l'oro c'è stata quella per il bronzo che ha visto un Jack Brobridge molto concentrato per riscattare almeno un po' la delusione per l'esclusione da una finale che sulla carta lo vedeva anche il principale favorito: veramente buono il tempo conclusivo di 4'18"066.
Nella finale per l'oro va segnalato in particolare la spettacolare partenza di Taylor Phinney che in un giro aveva già distanziato l'avversario (ma compagno di squadra su strada) Jesse Sergent di 4 decimi: per Taylor è stata una cavalcata trionfale fino all'arrivo con in testa non solo la vittoria, ma il tentativo di avvicinarsi a quel record che sembra inavvicinabile i 4'11"114 di Chris Boardman. Il record non è arrivato, ma usando le parole dello stesso Taylor a fine gara “ho vinto l'oro, cosa posso volere di più?".
Ancora inseguimento ma stavolta a squadre femminile per il proseguio della serata e stavolta sì c'è da restare a bocca aperta perchè la Nuova Zelanda che era stata eliminata dalla finale per l'oro si rende autrice di una prestazione incredibile facendo segnare il nuovo record del mondo, un record che però sta stretto perchè se avessero controllato di meno nelle qualifiche ora vestirebbero la maglia iridata: probabilmente anche i loro allenatori avranno da fare un bell'esame di coscienza. Interessante anche la finale per la medaglia d'oro anche se l'Australia non ha lasciato molto spazio alla Gran Bretagna tenendole controllate a 6 decimi di distacco per quasi tutta la prova, si è trattato, comunque, anche per le australiane di un tempo eccezionale di poco sopra il record appena fatto segnare dalle neozelandesi.
Purtroppo la serata sta finendo e la Gran Bretagna non si è ancora sbloccata con le medaglie d'oro, ha però la certezza di aver messo Chris Hoy nella finale del Keirin.
Le qualifiche del Keirin sono cominciate ancora nel pomeriggio, partecipava anche l'italiano Francesco Ceci ma non è riuscito a passare al secondo turno, ma non hanno lasciato spazio a colpi di scena, infatti tutti i migliori sono passati alle fasi successive: solo la semifinale ha scremato un po' i contendenti per le medaglie soprattutto con l'eliminazione dei due australiani Perkins e Niblett e del britannico Matthew Crampton un vero specialista del Keirin.
C'è da segnalare però nella prima batteria del pomeriggio la caduta di Hoy provocata dal malese Ng e si è visto, per la prima volta, Chris Hoy molto arrabbiato, segno di una tensione palpabile dovuta anche alla delusione di ieri nella velocità olimpica: Chris Hoy è comunque ripartito e ha vinto la sua batteria.
La finale è piena di grandi nomi da Chris Hoy a Azizulhasni Awang, da Maximilian Levy a Teun Mulder, da Francois Pervis a Sam Webster (campione del mondo juniores della velocità): Maximilian Levy ha provato a prendere il derny davanti per non far sfruttare tutta la potenza di Hoy, che se parte davanti è impossibile da superare, ma questo non è bastato a due giri dalla fine Hoy è riuscito a riprendere la testa del gruppetto e ha vinto nettamente. Solamente il malese Awang ha tentato una rimonta con un potente colpo di reni e si è avvicinato a Hoy, ma Hoy in quel momento stava già esultando per la sua decima medaglia d'oro. Complimenti Chris, immortale!
Anche la giornata di domani è molto ricca con il km da fermo che vedrà impegnato ancora Francesco Ceci, l'inseguimento a squadre maschile con il nostro quartetto formato da Angelo Ciccone, Marco Coledan, Alessandro De Marchi ed Elia Viviani, la prima parte fino ai quarti di finale dello sprint femminile e lo scratch donne con concrete possibilità di medaglia grazie alla presenza di Giorgia Bronzini.

Risultati del 25 Marzo

Scratch uomini
1. Alex Rasmussen (Dan)
2. Juan Esteban Arango Carvajal (Col)
3. Kazuhiro Mori (Jpn)
[...]
15. Elia Viviani (Ita) -1
Inseguimento individuale uomini
1. Taylor Phinney (Usa) 4'16"600
2. Jesse Sergent (Nzl) 4'18"459
3. Jack Bobridge (Aus) 4'18"066
[...]
14. Marco Coledan (Ita) 4'26"267
Keirin uomini
1. Chris Hoy (Gbr)
2. Azizulhansi Awang (Mal)
3. Maximilian Levy (Ger)
[...]
17. Francesco Ceci (Ita)
Velocità a squadre donne
1. Australia (McCulloch-Meares) 32"923 WR
2. Cina (Gong-Lin) 33"192
3. Lituania (Gaivenyte-Krupeckaite) 33"109
Inseguimento a squadre donne
1. Australia (Ankundinoff-Kent-Tomic) 3'21"748
2. Gran Bretagna (Armitstead-Houvenaghel-Rowsell) 3'22"287
3. Nuova Zelanda (Buchanan, Ellis, Shanks) 3'21"552 WR
[...]
14. Italia (Baccaille, Guderzo, Tagliaferro) 3'34"329



Venerdì 27 marzo: Australia vola, Giorgia cade
È stata nuovamente una serata di grandi emozioni vissute sull'anello di Ballerup in Danimarca e, finalmente, di emozioni positive, almeno in parte, anche per i colori azzurri autori di una bella prova nel quartetto: emozioni positive solo in parte perchè Giorgia Bronzini in gara nello Scratch è stata fatta cadere da un'atleta danese proprio mentre stava gestendo una gara bellissima. Non c'è da temere, c'è ancora la corsa a punti per lei. Ma molto belle sono state tutte e tre le finali di oggi con i loro campioni mondiali: Teun Mulder autore di un tempo eccezionale nel km da fermo, il quartetto australiano che si è preso il lusso di battere la Gran Bretagna primatista del mondo e la francese Pascale Jeuland riuscita a gestire uno Scrach veramente movimentato.
Le gare si sono aperte il pomeriggio con le qualifiche dell'inseguimento a squadre e l'Italia si presentava con Angelo Ciccone, Marco Coledan, Alessandro De Marchi ed Elia Viviani: tutte le squadre hanno fatto dei tempi veramente bassi e tre nazionali sono scese sotto i 4 minuti netti (Gran Bretagna 3'56"869, Australia 3'58"185 e Nuova Zelanda 3'58"616). Il team danese campione del mondo in carica si presentava senza Alex Rasmussen e con 3 atleti completamente nuovi rispetto all'anno prima così il tempo è stato più alto del loro solito e sono riusciti ad entrare almeno nella finale per il bronzo con il quarto tempo. Va segnalata però la prova della nostra nazionale per la prima volta anni a scendere sotto i 4'10" fermando il cronometro a 4'08"512; questa la dichiarazione di Elia Viviani: ­«È una buona base di partenza, sapevamo di essere pronti, ma ci aspettavamo un 4 e 10: siamo andati più forte, meglio ancora. Abbiamo speso molto tempo per preparare questo quartetto e questa è anche la spiegazione della mia crisi di ieri nello Scratch: ho corso bene nella prima parte e poi sono andato in affanno, non sono abituato a fare tutto quello sforzo troppe volte. Ho trascurato molto tutto il resto e ho preparato soprattutto il quartetto: per esempio ieri Rasmussen ha vinto, ma oggi non è salito nel quartetto, ormai non si improvvisa più niente».
Il pomeriggio è proseguito con le qualifiche e i primi turni della velocità femminile e la prima notizia è stato il settimo tempo di Victoria Pendleton che si è dimostrata non molto in forma sebbene i primi 10 tempi siano tutti molto vicini: il tempo più basso è stato quello della cinese Shuang Guo 10"918. Al primo turno di eliminazione tutte le favorite passano il turno: Shuang Guo, Anna Meares, Olga Panarina, Simona Krupeckaite, Willy Kanis, Clara Sanchez, Victoria Pendleton, Kaarle McCulloch, Lyubov Shulika, Victoria Baranova, Virginie Cueff e Kristina Vogel (l'unica a battere un'altra possibile favorita Yvonne Hijgenaar). Anche il turno successivo non ha lasciato spazio a colpi di scena perchè Victoria Pendleton sebbene non in grande forma si difende con una classe incredibile ed è quasi impossibile batterla in una volata a dure, passano quindi ai quarti di finale Shuang Guo, Anna Meares, Victoria Baranova, Simona Krupeckaite, Kaarle McCulloch e Victoria Pendleton (Olga Panarina e Kristina Vogel passano con i ripescaggi). Ai quarti di finale Kaarle McCulloch ha un infortunio alla coscia sinistra ma prova lo stesso a salire in pista, ovviamente non riesce a vincere le sue volate anche perchè era contro Simona Krupeckaite una delle più forti velociste del mondo. Insieme a Simona Krupeckaite in semifinale ci saranno Shuang Guo, Victoria Pendleton e Anna Meares costretta da Kristina Vogel alle 3 volate.
La prima finale della serata è stata quella del km da fermo e l'Italia partecipava con Francesco Ceci, ma la sua prova non è stata molto buona ed è andato anche lontanto dal suo personale. Spettacolare è invece stata la gara di Teun Mulder, campione del mondo di questa specialità già nel 2008 a Manchester, che ha fermato il cronometro a 1'00"341, un tempo eccezionale! Era solo l'undicesimo atleta su 25 e quindi ha dovuto attendere un atleta dietro l'altro per vedere se riusciva a resistere all'assalto degli avversari: dev'essere stata un'attesa snervante, ma anche se gli atleti passavano il suo tempo restava là fermo. I due francesi sul podio con lui Michael D'Almeida (secondo) e Francois Pervis (terzo) hanno fatto anch'essi tempi molto bassi ma non sufficienti per battere l'olandese veramente in grande spolvero: Stefan Nimke campione del mondo di Pruszkow si è ben difeso ma è arrivato solamente al quarto posto.
La seconda finale è stata l'inseguimento a squadre maschile, la prima finale per la medaglia di bronzo vedeva di fronte la Nuova Zelanda di Jesse Sergent e la Danimarca padrona di casa e campionessa in carica di Jens Erik Madsen: nella prima parte di gara le due squadre erano piuttosto appaiate, poi con l'avanzare dei giri i Kiwi aumentano il loro vantaggio fino a portarsi ad un vantaggio di sicurezza di circa 2 secondi. Quando la Nuova Zelanda viaggia tranquilla verso il bronzo uno degli atleti fora e fa “aprire" tutta la squadra: la grande tecnica di un quartetto perfetto, il tempo di mezzo giro i tre corridori rimasti erano già perfettamente in linea e hanno perso pochissimi decimi.
È poi il momento della finale per la medaglia d'oro che vede di fronte il giovanissimo team australiano contro il più esperto team britannico rinnovato per alcuni elementi, ma senza Geraint Thomas: l'Australia parte subito molto forte e mantiene un ritmo veramente alto, perfezione nei cambi (come per la prova femminile) e la Gran Bretagna cerca di restare composta per tentare un recupero negli ultimi km. Pare anche riuscirci quando al terzo km uno dei componenti del quartetto australiano perde le ruote dei compagni e lascia gli altri in 3 a finire una prova veramente tirata.
Riescono a tenere a distanza la Gran Bretagna di un solo decimo e possono festeggiare un oro veramente sudato, ma pieno di grandi soddisfazioni, ecco i nomi del quartetto: Jack Bobridge, Rohan Dennis, Michael Hepburn e Cameron Meyer. Bravissimi ragazzi.
Finale della serata molto amaro per l'Italia durante la finale dello Scratch a causa della caduta di Giorgia Bronzini che era data veramente in forma e fino a 16 giri dalla fine aveva fatto una condotta di gara perfetta, molto attenta e sempre in testa per chiudere i vari tentativi di caccia in particolare portati dall'olandese Vera Koedooder. Sfortunatamente una disattenzione della giovane atleta danese Julie Leth l'ha fatta scivolare sul parquet della pista e nella caduta ha coinvolto Giorgia Bronzini, Evgeniya Romanyuta e Shelley Evans: la Bronzini e la Leth sono riuscite a ripartire mentre le altre due ragazze non hanno potuto terminare la loro prova (purtroppo anche la gara di Giorgia Bronzini è stata definitivamente compromessa). Nel caos provocato dalla caduta il gruppo si è sfilacciato e ha faticato a ritrovare una linea precisa, troppo pochi i giri rimasti per tentare gli attacchi si è preparato alla volata con l'esperta cubana Yumari Gonzales sempre coperta e pronta a limare ogni ruota buona: è però la francese Pascale Jeuland a prendere la testa a un giro dalla fine e con una potenza impressionante è resistita al ritorno proprio della cubana e di Belinda Goss.
Domani inizieranno le qualifiche i primi turni dello sprint maschile con l'italiano Luca Ceci e si concluderà invece lo sprint femminile, sarà poi l'atteso turno della prova Madison con Angelo Ciccone ed Elia Viviani (forfait di Alex Buttazzoni che non si sentiva brillante), 200 giri di pista con tutte le migliori coppie in gara a partire dai campioni del mondo in carica Rasmussen-Morkov che stavolta corrono sulla loro pista che li ha visti trionfare due volte anche nella 6giorni; sarà quindi la volta della prova omnium ancora con le 5 prove (e non a 6 come sarà il nuovo omnium olimpico) con l'italiana Barbara Guarischi e un campo partenti davvero molto alto a causa della nuova collocazione olimpica della specialità.

Risultati del 26 Marzo

1000m uomini
1. Teun Mulder (Ola) 1'00"341
2. Michael D'Almeida (Fra) 1'00"884
3. Francois Pervis (Fra) 1'01"024
[...]
23. Francesco Ceci (Ita) 1'04"101
Inseguimento a squadre uomini
1. Australia (Bobridge, Dennis, Hepburn, Meyer C.) 3'55"654
2. Gran Bretagna (Burke, Clancy, Swift, Tennant) 3'55"806
3. Nuova Zelanda (Bewley, Gough, Latham, Sergent) 3'59"475
[...]
11. Italia (Ciccone, Coledan, De Marchi, Viviani) 4'08"512
Scratch donne
1. Pascale Jeuland (Fra)
2. Yumari Gonzales Valdivieso (Cub)
3. Belinda Goss (Aus)
[...]
22. Giorgia Bronzini (Ita)



Sabato 27 marzo: Victoria ancora regina
Uno, due, tre! Tre gare, tre ori per il fenomeno australiano della Garmin Transition Cameron Meyer, oggi in coppia con il neoprofessionista della Columbia Leigh Howard, nella prova Madison. È stato anche il giorno del quinto titolo mondiale nella velocità per Queen Victoria Pendleton che, partita male nelle qualifiche di ieri col 7° tempo, si è ampiamente riscattata con la sua grande classe nella gestione delle volate (e anche dagli errori delle avversarie). Anche il Canada può gioire dopo le delusioni di Zachary Bell grazie a Tara Whitten vincitrice della prova omnium, la nuova specialità olimpica che premia gli atleti polivalenti.
Il mattino si è aperto, però, con le qualifiche e i primi turni della velocità maschile, con tutti i più grandi interpreti mondiali della velocità: il campione del mondo uscente Gregory Bauge, il primatista del mondo Kevin Sireau, il campione olimpico Chris Hoy e poi Shane Perkins, Jason Kenny, Maximilian Levy, Robert Forstermann e Azizulhasni Awang. Anche l'Italia si è presentata con il suo velocista Luca Ceci che ha girato sui suoi tempi, ma troppo alti per poter essere competitivo. I tempi di qualifica sono stati veramente eccezionali, non c'è mai stato un Campionato del Mondo o in una prova di Coppa del Mondo che ben 4 atleti (Bauge, Hoy, Perkins, Sireau) scendessero sotto il limite dei 10 secondi, e persino con un tempo discreto come un 10"350 eri fuori dai 24 qualificati per i 16esimi di finale: va detto certamente che la pista di Copenaghen è molto veloce, la più veloce dopo Mosca, ma si tratta comunque di qualifiche di livello altissimo.
I 16esimi di finale mostrano subito una notizia non indifferente ossia l'eliminazione di Maximilian Levy per non aver tenuto la sua linea nello sprint e l'eliminazione di Michael D'Almeida (argento nel Km) da parte di Awang autore di una volata eccezionale, tutti gli altri favoriti invece passano il turno: ma il problema è che i tempi così bassi fatti segnare da tanti creano degli incroci importanti negli ottavi di finale che a molti costeranno cari come a Chris Hoy, che viene mandato ai ripescaggi da Robert Forstermann, ad Azizulhasni Awang e a Matthew Crampton. I due britannici riescono a rientrare ai quarti di finale vincendo le loro batterie dei ripescaggi ma una volata è sempre una volata e sono sforzi che rimangono nelle gambe, anche di un velocista esperto con Hoy che comunque non è parso assolutamente in grande forma.
I quarti di finale mostrano così questo tabellone Sireau vs Kenny, Perkins vs Pervis, Forstermann vs Kenny e Bauge vs Hoy che sarebbe più una sfida mondiale che un'eliminazione da quarto di finale: Kevin Sireau e Shane Perkins passano direttamente alle semifinali vincendo entrambe le loro volate (dai quarti di finale in poi le volate da vincere sono due), mentre Robert Forstermann e Gregory Bauge portano i rispettivi avversari britannici alla terza volata e li eliminano entrambi. È certamente una sorpresa non da poco l'eliminazione di Chris Hoy dal torneo di velocità così presto, ma si era visto ancora il primo giorno nella velocità olimpica che il britannico non era al massimo delle sue possibilità. Domani saranno grandi finali con Forstermann contro Perkins e nuovamente Sireau contro Bauge e vedremo se ci sarà l'attesa rivincita.
Continuiamo a parlare di velocità, ma stavolta donne, con le semifinali che vedevano affrontarsi Shuang Guo contro Simona Krupeckaite e Anna Meares e Victoria Pendleton. Anna Meares nonostante la grande forma si è dovuta piegare alla grande classe di Victoria Pendleton e perde due volate a zero; sono invece tre le volate che portano Shuang Guo a disputare la finale per l'oro perchè nella prima prova è stata vittima di una brutta caduta: nessuna conseguenza fisica per lei che è riuscita a imporsi nelle due volate successive. Anna Meares rimane forse un po' demoralizzata (oppure appagata dei due ori già conquistati) e non si impegna molto nella finale del bronzo che va facilmente a Simona Krupeckaite. Molto bella invece è stata la finale per l'oro anche se non è mai sembrato che Shuang Guo potesse veramente impensierire Victoria Pendleton troppo esperta in pista: c'è da dire anche che nella seconda volata la Guo ha fatto un errore terribile che le è costato la possibilità di portare la Pendleton alla terza volata. Victoria invece vince facile (molto più facilmente dello scorso anno contro Willy Kanis) il suo 5° titolo mondiale, 4° consecutivo.
Oggi è stato il giorno dell'omnium femminile, da novembre nuova specialità olimpica, ancora sulle 5 prove (200m, scratch, inseguimento, corsa a punti, 500m), specialità che premia la polivalenza delle atlete: poche le favorite per una prova così particolare l'Italia ha portato Barbara Guarischi che si è molto ben comportata nella corsa a punti arrivando quarta. Questa è la regola dell'omnium, il piazzamento che ottieni sono i punti che prendi in classifica generale quindi migliori sono i tuoi piazzamenti più bassi saranno i punti che ottieni: vince chi finisce con meno punti. È stata Tara Whitten l'atleta più completa in grando di ben piazzarsi in ogni prova e arrivare a vincere con ben 9 punti in meno della seconda classificata Elizabeth Armistead.
Sfortunata in questa prova l'australiana Josephine Tomic che scivola in curva alla partenza dello Scratch e cade fratturandosi lo zigomo.
Ma oggi è stato anche il pomeriggio del Madison, la disciplina regina delle 6giorni e anche la prova più lunga di tutti i Campionati con i suoi 200 giri di pista: la prova a coppie è nata 110 anni fa a New York al Madison Square Garden (da qui il nome della prova). Favoriti della gara i padroni di casa nonché campioni uscenti Alex Rasmussen e Michael Morkov, ma da controllare soprattutto gli australiani arrivati a Ballerup in una forma eccezionale; l'Italia era presente con la coppia Elia Viviani – Angelo Ciccone secondi nella prova di Pechino della Coppa del Mondo. La gara parte subito ad alto ritmo quando dopo solo 10 giri partono la coppia francese e belga in caccia: il gruppo lascia spazio e nell'arco di poche tornate le due coppie guadagnano il giro. Purtroppo né la Francia né il Belgio sono in grado di gestire la corsa e il gruppo continua a spezzarsi senza trovare un ordine preciso e nemmeno una precisa condotta di gara: allora a 70 giri circa dal termine è l'Australia di Cameron Meyer e Leigh Howard a prendere in mano la situazione e, da soli, vanno alla caccia del giro riuscendoci in poche tornate e lasciando la Danimarca e la Germania in ritardo di un giro. È quindi l'Italia a provarci quando mancano una 40ina di giri dalla fine, ma a Elia Viviani si accodano proprio i danesi e i tedeschi questo fa muovere l'Australia perchè la Danimarca si trova davanti a loro per quantità di punti (nel Madison prima contano i giri e poi i punti quando si è a parità di giri): gli attacchi dell'Italia si susseguono, ma le azioni di Danimarca, Germania e poi anche Russia frena il tentativo degli azzurri che dopo il penultimo sprint a 9 giri dalla fine si arrendono alla forza australiana: alla fine della gara saranno settimi. È così il terzo oro in tre prove disputate per Cameron Meyer e pensare che un campione di questo livello non potrà difendere due dei suoi titoli ai Giochi Olimpici è una cosa che fa male a tutto il nostro sport.
Domani si concluderanno i Campionati del Mondo con le ultime 4 prove rimaste, il Keirin donne con la nostra Elisa Frisoni, l'omnium uomini con Elia Viviani, la corsa a punti donne con Giorgia Bronzini in attesa riscatto dopo la sfortuna dello Scratch e le attese finali della velocità.

Risultati del 27 Marzo

Madison uomini
1. Australia (Howard, Meyer C.) 16 p
2. Francia (Kneisky, Riblon) 6 p
3. Belgio (De Poortere, Schets) 5 p
[...]
7. Italia (Ciccone, Viviani) 9 p -1 giro
Velocità donne
1. Victoria Pendleton (Gbr)
2. Shuang Guo (Cin)
3. Simona Krupeckaite (Ltu)
Omnium donne
1. Tara Whitten (Can) 23 p.
2. Elizabeth Armistead (Gbr) 29 p.
3. Leire Olaberria (Spa) 30 p.
[...]
13. Barbara Guarischi (Ita) 56 p.



Domenica 28 marzo: Whitten batte Giorgia
Si sono conclusi i Campionati del Mondo di Copenaghen con un finale veramente amaro per i colori azzurri per il sesto posto di Giorgia Bronzini nella Corsa a punti dove partiva da favorita e con la maglia della vincitrice della Coppa del Mondo, ma anche per l'eliminazione di Elisa Frisoni nel Keirin (dove l'anno scorso fece quarta) e per il 12esimo posto di Elia Viviani nell'Omnium (dopo le prime due prova ci aveva fatto accarezzare l'emozione di una medaglia perchè si era ritrovato in cima alla classifica generale). Però ci sono dei paesi che festeggiano come il Canada di Tara Whitten che si aggiudica il secondo oro nella Corsa a punti dopo quello di ieri nell'Omnium, la Lituania con Simona Krupeckaite nel Keirin, la Gran Bretagna con Edward Clancy nell'Omnium e la Francia con Gregory Bauge nella velocità.
Il mattino si apre con i primi turni del Keirin che non lasciano spazio a colpi di scena, perchè tutte le favorite passano al secondo turno, forse l'unica un po' delusa è la britannica Jessica Varnish, ma è molto giovane e deve imparare a gestire bene le volate a 6 del Keirin; l'Italia era presente con Elisa Frisoni ma non ha concluso la prima volata ed è stata eliminata nei ripescaggi. È il secondo turno invece a lasciare indietro molte delle grandi favorite come Shuang Guo, Willy Kanis e Anna Meares che però è parsa un po' in calando dopo la finale della velocità di ieri: le finaliste sono quindi Victoria Pendleton, Kaarle McCulloch, Miriam Welte, Clara Sánchez, Simona Krupeckaite e Olga Panarina.
Molto spettacolari sono state invece le semifinali dello sprint che vedevano scontrarsi i due francesi Gregory Bauge contro Kevin Sireau e Robert Forstermann contro Shane Perkins: sono state davvero tese ed entrambe le semifinali sono dovute andare alle 3 volate. Forstermann era nettamente battuto da Perkins e in una volata è riuscito ad anticiparlo così tanto che l'australiano non è più riuscito a recuperare il distacco: nella volata successiva Perkins non si è più lasciato sorprendere, ha preso la volata in testa e ha mantenuto la sua linea, impossibile per il tedesco raggiungere il velocissimo australiano. Simile la situazione per i due francesi con Kevin Sireau capace di tenere delle velocità elevatissime, ma a differenza dell'australiano non è molto bravo a gestire le volate e viene spesso battuto anche da velocisti molto più lenti di lui: quando il velocista poi è veloce come lui per Sireau le cose si complicano ancora di più. Dopo la prima volata persa non è stato difficilissimo per Bauge arrivare in finale.
È stata la giornata dell'omnium uomini, che vedeva alla partenza Elia Viviani campione nazionale in carica, in una prova che serviva da test per capire se c'erano delle possibilità di lavoro per Londra 2012: Elia si è ritrovato dopo due prove in vetta alla classifica e per un attimo ci ha fatto assaporare il sapore di una medaglia, purtroppo l'inseguimento e soprattutto il km da fermo sono delle specialità da preparare a fondo, soprattutto quando in gara ci sono atleti come Taylor Phinney (che ha dichiarato di non amare affatto questa specialità, ma di doverla fare per necessità) ed Edward Clancy. La prova dell'Omnium premia la regolarità degli atleti, ma può capitare che un corridore come il belga Tim Mertens, vincitore di due prove come lo scratch e la corsa a punti, arrivare addirittura settimo, mentre Leigh Howard dell'Australia è arrivato secondo senza vincere nessuna gara. Il vincitore della gara è stato Edward Clancy forte inseguitore britannico del quartetto che si è dimostrato anche un grandissimo sprinter facendo segnare un tempo di 10"4 sui 200m lanciati e di 1'02"200 sul km da fermo dopo un'intera giornata di gara.
La corsa a punti è stata invece una gara molto particolare, dopo pochi giri l'atleta dell'Azerbaijan Elena Tchalykh va in caccia del giro, nessuna atleta la segue, forse anche per disinteresse non venendo considerata pericolosa per le atleti principali, ma subito dopo di lei sono altre 4 atlete ad andare in caccia e stavolta ci sono tre delle possibili favorite Tara Whitten, Lauren Ellis e Tatsiana Sharakova (a loro si era aggiunta anche l'atleta cilena Paola Munoz). Ancora il gruppo stenta a muoversi, in particolare Giorgia Bronzini che si trova sempre intorno alla decima posizione e non sembra molto brillante anche nelle volate. Verso metà della gara Giorgia Bronzini tenta un attacco insieme alla tedesca Madeleine Sandig, ma appena Megan Dunn (Australia) si accorge di questo tentativo scatta e riporta sotto tutto il gruppo: da quel momento in poi è una serie continua di attacchi, in particolare in prossimità degli sprint e questo impedisce alla Bronzini di gestire la corsa come vorrebbe (a fine corsa dichiarerà che durante l'anno non gli era mai capitato di dover gestire una corsa senza una tattica precisa e con continui attacchi). Però anche a Giorgia bisogna fare un'osservazione, cioè non si può correre sempre alla ruota di Megan Dunn e di Elizabeth Armistead, perchè a volte la corsa va diversamente e bisogna adattarsi alle situazioni: anzi ad un certo punto della gara la Armistead era partita in caccia, la Bronzini si era accodata ma quando la britannica ha chiesto il cambio Giorgia si è spostata e il gruppo è rientrato, ma quella poteva essere l'azione giusta per rientrare in corsa. Si è dovuta così accontentare di un sesto posto.
La penultima finale di questi campionati è stato il keirin donne, nel sorteggio a Victoria Pendleton era capitato l'ultimo posto mentre a Simona Krupeckaite proprio il primo posto dietro il derny: pronti, via e Victoria va a prendere il posto della Krupeckaite che viene relegata al terzo posto dietro Olga Panarina, questo da sì la possibilità alla Pendleton di impostare la sua volata, ma anche alla Krupeckaite di avere il punto d'appoggio. A due giri e mezzo dal termine, quando il derny se ne va, è l'australiana McCulloch (ripresa dopo la contrattura capitatale nei quarti della velocità) ad aprire le danze, attacca subito e passa esterna, alla sua ruota si accoda Simona Krupeckaite e Victoria Pendleton rimane un po' chiusa: la lituana ha una potenza straordinaria, passa la McCulloch e si mette davanti, la Pendleton si libera e dall'esterno cerca di recuperare sulla Krupeckaite e non ci riesce veramente per pochissimi centimetri (Krupeckaite ha aspettato a esultare finchè non è apparso il suo nome sul tabellone). Al terzo posto Olga Panarina austrice di una volata eccezionale, mentre la McCulloch, la prima ad attaccare, si è ritrovata al quarto posto.
Ultima finale è stata la velocità uomini, la disciplina regina della pista e della velocità nella finale per il bronzo è stata vita facile per Kevin Sireau contro Robert Forstermann veloce nelle partenze da fermo, ma in accelerazione Sireau gli è nettamente superiore: nonostante questo Sireau è capace quasi di perdere le volate per errori elementari, uno con la sua potenza deve mettersi davanti e fare la sua volata che sono davvero pochi quelli che lo possono superare, ma lui si diverte a giocare con gli avversari che poi, spessono, lo battono anche. Il suo allenatore deve lavorare molto per dare un po' di tattica a questo talento francese.
La finale per l'oro vedeva di fronte due grandi scuole, quella francese e quella australiana, un corridore molto sanguigno come Gregory Bauge e uno di ghiaccio come Shane Perkins. Perkins ha usato la pista come voleva, ma Gregory Bauge gli era superiore, nell'ultima volata parte lunghissimo, Bauge lo segue a qualche metro e poi parte la sua accelerazione, in curva l'ha già raggiunto e poi in rettilineo lo passa. Grande volata e grande vittoria.
Si conclude così questo Campionato del Mondo con una nazione dominatrice, l'Australia vincitrice di 10 medaglie di cui 6 d'oro, e con un uomo simbolo Cameron Meyer con le sue 3 maglie iridate: il prossimo anno il Campionato del Mondo sarà a Melbourne e vedremo se saranno in grado di fare altri progressi.
Per l'Italia solo delusioni e stavolta senza più la scusa di non avere un velodromo: la velocità è inesistente, le prove endurance fanno affidamento solo su Viviani. Unica nota positiva il quartetto, ma c'è ancora tantissimo lavoro perchè possa essere competitivo per un'Olimpiade.

Risultati del 28 Marzo

Omnium uomini
1. Edward Clancy (Gbr) 24 p.
2. Leigh Howard (Aus) 32 p.
3. Taylor Phinney (Usa) 33 p.
[...]
12. Elia Viviani (Ita) 49 p.
Velocità uomini
1. Gregory Bauge (Fra)
2. Shane Perkins (Aus)
3. Kevin Sireau (Fra)
Keirin donne
1. Simona Krupeckaite
2. Victoria Pendleton
3. Olga Panarina
Corsa a punti donne
1. Tara Whitten (Can) 36 p.
2. Lauren Ellis (Nzl) 33 p.
3. Tatsiana Sharakova (Bls) 33 p.
[...]
6. Giorgia Bronzini (Ita) 14 p.


 

Laura Grazioli

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