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La Saga(n) abbia inizio - Ad Aurillac lo slovacco (con)vince

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Non fosse per questo sbarbatello slovacco che poco meno di due mesi fa ha compiuto vent'anni, oggi staremmo magnificando l'azione di Alberto Contador sulla Côte de la Martinie: niente che non sia nelle corde del campione iberico, per carità, ma comunque la testimonianza di quanto il capitano dell'Astana tenga a riscattare la sconfitta di un anno fa patita dall'amico-nemico Luís León Sánchez su queste stesse strade della Parigi-Nizza. Può dunque una côte di seconda categoria accendere le speranze di un corridore in grado di vincere due Tour, un Giro e una Vuelta? La risposta è sì.
Ma, come detto, questa che poteva essere la giornata dell'ennesima celebrazione del corridore madrileno, diventa per forza di cosa il battesimo ufficiale di Peter Sagan, ex biker (campione del mondo tra gli Juniores proprio con le ruote grasse) che la Liquigas ha scovato in un piccolo team continental slovacco, la Dukla Trencin, che da oggi potrà vantarsi di aver "allevato" questo ragazzo.
Un ragazzo che in quattro giorni di gara alla Parigi-Nizza, che per storia, tradizione ed anche campo di partenti è ben altra cosa rispetto al Tour Down Under (nella quale Sagan si era messo comunque in mostra), ha colto un 5°, un 2° e un 1° posto, alternando la dimostrazione di qualità a cronometro (nel prologo), allo sprint (ieri) e in salita - seppur breve - quest'oggi.
La tappa è iniziata sotto il segno della neve, che ha consigliato all'ASO di togliere i primi due Gpm di giornata, accorciando la tappa di 53 km. Dopo le prime schermaglie e il primo Gpm conquistato da Mangel (che ha rafforzato il primato della maglia a pois), i fuggitivi di oggi han formato un gruppetto non male, visti i nomi: Roelandts e Maes sono infatti due corridori veloci (e l'atleta Omega Pharma era anche vicino in classifica, a 49") ed il francese Huguet un discreto passista.
Il gruppo, tirato dalla Caisse d'Epargne di LLS e Valverde (e non dalla Rabobank del capoclassifica Boom) ha lasciato spazio e minuti ai tre, ben sapendo che le côtes finali avrebbero rallentato la ricorsa dei battistrada verso l'arrivo di Aurillac. Sulla salita di Sexcles si è consumato il classico canovaccio, col distacco che in 9 km è sceso dai 4'40" ai 2'33". Ma Roelandts e Huguet non si sono risparmiati fino a 5500 metri dall'arrivo (mentre Maes s'era arreso ai meno 15 km), quando il gruppo - nel quale Saur, Cofidis e Team HTC avevano dato manforte alla Caisse da qualche km - ha ricompattato la situazione in corsa, mischiando così le carte ai piedi dell'ultima - attesa, a questo punto - côte di giornata.
Tony Martin ha attaccato la salita in testa, ma troppo timidamente, con Ivanov alle spalle. La stoccata decisiva è arrivata dal campione irlandese Roche (ai 3.5 km), che ha avuto anche il merito di scatenare la reazione di Sagan, che nel giro di un centinaio di metri sì riportato sull'uomo AG2R (col tedesco Martin attaccato alla ruota), mentre dal gruppo uno scatto di Joaquím Rodríguez scatenava la fantasia di Alberto Contador, che in tre pedalate si riportava alla ruota dell'ex compagno di squadra, formando (con Voigt, che si è aggiunto nel falsopiano subito dopo il Gpm) un sestetto che non ha lasciato scampo al gruppo, nel quale LLS in prima persona si è adoperato per ridurre il gap dalla testa della corsa insieme alla Lampre di Lorenzetto.
Nel finale Contador, indiavolato, ha provato ad agire sulla voglia di Voigt di sfilare la maglia a Boom, chiedendo al tedescone della Saxo Bank di collaborare. Ma Voigt, che non è un pivello né uno sprovveduto, ha più volte scrollato la testa facendo capire al madrileno di non poter certo aiutarlo a distanziare maggiormente un certo Frank Schleck. Che poi Voigt la maglia di leader se l'è presa lo stesso, all'arrivo, visto che Boom ha patito il ritmo nel finale ed è arrivato al traguardo con 27" di distacco.
Il palcoscenico dell'arrivo però spetta ancora allo slovacco Sagan, capace di dominare lo sprint lanciato da JRO, battendo nettamente lo spagnolo della Katusha e Roche, con gli altri quattro fuggitivi che si son fermati a 2" dal podio (complice anche un contatto sfortunato tra Contador e Tony Martin a 100 metri dal traguardo), col gruppo - regolato proprio da Lorenzetto (con Marcato 10°) - a 6". Gruppo che però, oltre al già menzionato Boom, non comprendeva Cunego, Gilbert (a 47"), Greipel (a 1'49"), Vande Velde ed Haussler (a 2'26"), tra gli altri.
Domani l'arrivo sulla Croix Neuve a Mende, con i suoi 3 km al 10.1% di pendenza media, darà sicuramente altri spunti di discussione a questa Parigi-Nizza: riuscirà Sagan (2° in classifica a 6" da Voigt, ma anche leader della classifica a punti e primo tra i giovani) a stupire ancora? Contador (a 20") cercherà altro vantaggio prima delle ultime due tappe? E la Caisse di LLS (a 9") e Valverde (a 30") come si comporterà? Il Team Saxo Bank si comporterà da squadra leader o lascerà la corsa in mano ad altri?
Tanti interrogativi che renderanno la tappa di domani molto interessante.

Mario Casaldi

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