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Wild e Häusler, Cervélo pigliatutto - Ultimo sprint a Kirsten, Claudia fa suo il Giro

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Dopo nove giornate di gara molto intense restava solo l'ultimo atto a Grumo Nevano per far calare definitivamente il sipario su un'edizione del Giro Donne che in questo 2009 si è rivelata senza dubbio avvincente. Inutile attendersi grossi stravolgimenti in una frazione dal chilometraggio di poco superiore ai 110 chilometri ma totalmente priva di difficoltà altimetriche, tanto che le uniche insidie potevano derivare nell'attraversamento, con curve e qualche restringimento, dei centri abitati dell'hinterland napoletano. Proprio da quest'ultimo fattore, se vogliamo, giunge in pratica la notizia del giorno: dopo aver preso visione del circuito, difatti, alcune atlete con in testa la campionessa tedesca Ina-Yoko Teutenberg che dopo il successo di Porto Sant'Elpidio vestiva nuovamente i panni della grande favorita per il successo di tappa, reputavano il tracciato eccessivamente pericoloso e non idoneo quindi per un arrivo a ranghi compatti. Naturalmente ciò ha provocato subito un immediato consulto soprattutto tra le atlete di maggior spicco, tra le quali Giorgia Bronzini, direttamente interessata dalla questione e la decisione che ne è scaturita è stata quella di voler disputare ugualmente la volata, scongiurando quindi una protesta per certi versi simile a quella andata in scena al Giro del Centenario tra gli uomini nella frazione di Milano. Decisione che ha ovviamente suscitato il malumore della Teutenberg, che si è così rifiutata di prendere parte allo sprint conclusivo per protesta.
L'ultima frazione comunque non si è rivelata nel complesso una tradizionale passerella, come molte volte era accaduto in passato, se è vero che un gruppetto ben assortito di diciannove atlete, tra le quali figuravano alcuni nomi di quelli importanti come Ziliute, Bubnenkova e D'Ettorre oltre ad altre ragazze dalle buone qualità come Carretta, Donadoni, la brasiliana Clemilda Fernandes, la brasiliana-statunitense Oliveira (l'atleta della Michela Fanini è stata protagonista tra l'altro di un buon finale di Giro, premiato dal 9° posto odierno e dal 14° nella generale finale), la statunitense Miller e il duo della Selle Italia Boyd e Presti, è riuscito ad evadere nel corso del secondo degli otto giri di circuito, con un vantaggio massimo di un minuto. Nonostante il divario non eccessivo, l'inseguimento del gruppo (in cui si sono viste in testa le maglie della Lotto-Belisol, formazione della maglia bianca Armitstead) si è concretizzato solamente nell'ultimo chilometro, quando comunque non tutte le fuggitive si davano ancora per vinte. È iniziata così la preparazione dello sprint, con la campionessa slovena Sigrid Corneo a dare belle trenate in testa al gruppo, Ziliute ancora nelle posizioni buone e pronta per favorire Bronzini, che nel frattempo era risalita dalle retrovie ma soprattutto è stato notevole il gran lavoro di Sarah Düster, decisa a mantenere un'altissima andatura per favorire nel migliore dei modi Kirsten Wild. Con la rinuncia di Teutenberg era proprio la possente olandese l'atleta di riferimento e nonostante il tentativo di recupero di Giorgia Bronzini, la conclusione per la Cervèlo è stata trionfale. Per la Wild quindi vittoria in chiusura di Giro dopo averlo aperto con la prima maglia rosa nel vittorioso prologo di Scarperia mentre per la Safi Pasta Zara-Titanedi l'ennesimo rammarico per i piazzamenti di Bronzini (già seconda a Cerro al Volturno) e di una Ziliute che, dopo la fuga, ha trovato ancora le forze per sprintare e giungere terza, così come D'Ettorre e Bubnenkova, giunte al 4° e 5° posto, seguite appena più indietro da Monia Baccaille.
A quel punto è giunto il tempo dei festeggiamenti per Claudia Häusler, che già dopo la frazione di ieri col ritiro di Judith Arndt poteva considerare di avere il Giro in pugno. Ciononostante a regalare qualche attimo di suspence è intervenuta anche la decisione degli organizzatori di penalizzare di venti secondi la giovane tedesca a causa di un rifornimento irregolare. Il divario con Mara Abbott si è così ridotto a 30 secondi ma è stato comunque sufficiente per consentire alla Häusler di compiere un prestigioso bis nelle corse a tappe, visto che nel maggio scorso era riuscita ad aggiudicarsi anche l'impegnativo Tour de l'Aude. Trionfo alla fine anche per Manel Lacambra, giunto alla corsa rosa con una vera e propria corazzata, che gli ha consentito di non restare con le pive nel sacco soprattutto in una tappa come quella di Sant'Elena Sannita, dove la maglia rosa Pooley si è trovata in una situazione davvero difficile e dove proprio Häusler, non brillantissima nelle prime frazioni, si è impossessata del simbolo del primato. La vittoria della quasi ventiquattrenne tedesca è anche indice della crescita di nuove generazioni, testimoniata anche dal buon secondo posto di Mara Abbott, miglior scalatrice in gara e brillante vincitrice sul Monte Serra, anche se tuttavia qualche colpo la vecchia guardia è riuscito comunque a batterlo, specie con il podio finale di Nicole Brändli, seppur favorito dalla defezione di Arndt. Non si può comunque non notare anche come nel processo di maturazione sia necessaria anche molta pazienza, se è vero che tra la Häusler vincitrice e la migliore delle giovani, ovvero la britannica Armitstead, intercorrono ben 27 minuti, divario che mai era così elevato nelle ultime stagioni.
Per i colori italiani sicuramente un Giro un po' al di sotto delle attese contro gli squadroni stranieri, con un solo successo di tappa ottenuto da Noemi Cantele ed i piazzamenti nelle dieci di Fabiana Luperini e Tatiana Guderzo (rispettivamente sesta e settima), giunte però all'appuntamento con una condizione non paragonabile a quella dello scorso anno. Nel complesso però la gara è stata avvincente ed anche la bellezza di alcuni dei luoghi toccati probabilmente susciterà alcune riflessioni negli organizzatori in vista delle edizioni future.


Vivian Ghianni

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