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Emakumeen: Arndt impone la sua legge - Alla tedesca 3 tappe e classifica, Cooke si prende il resto

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Quando ti rompi una clavicola con la stagione alle porte, poi aspetti due mesi per rientrare alle corse e alla prima gara cadi fratturandoti il polso, non dev'essere proprio il massimo della vita. Ma a Judith Arndt ciò non ha impedito, a distanza di 4 mesi dal primo infortunio e meno di 2 dal secondo, di dominare in lungo e in largo un'Emakumeen Bira con una starting list di tutto rispetto (mancavano Vos, Armstrong, Worrack).
Già dal primo giorno, chi si aspettava una Judith ancora convalescente ha dovuto scontrarsi con la dura realtà. Lungo i 75 km della Irrueta-Irrueta (che presentava due GPM di 3a categoria), sotto l'impulso del Team Columbia (Anderson e Abbott), è andato selezionandosi un gruppo di una ventina di unità. La più veloce è stata proprio lei, Judith Arndt che ha anticipato Nicole Cooke e una Emma Johansson che, su percorsi medi, si conferma molto competitiva.
La seconda tappa, più semplice dal punto di vista altimetrico, non vede importanti tentativi da lontano (ci provano solo Letizia Gil e Veronica Andreasson ma con un vantaggio massimo di 25") e la selezione è affidata all'Alto de Belandia, che screma il gruppo a una quarantina di chilometri dalla conclusione. Stavolta è l'iridata Cooke ad avere la meglio, regolando Diana Ziliute e Yulia Martissova in un gruppetto di oltre 50 atlete.
L'assenza di abbuoni fa sì che la cronoscalata prevista nella mattinata della terza giornata di corsa diventi decisiva ai fini della classifica generale. Fabiana Luperini prova a dare la zampata risolutiva ma deve arrendersi ancora a una staripante Anrdt che copre i 2.2 km della prova in 5'35", 7" meglio della pisana. Terza a 10" una pimpante Cantele, già vincitrice della Durango-Durango, prova in linea che tradizionalmente fa da antipasto alla corsa a tappe. Chi si rende protagonista di un risultato che si aspettavano davvero in pochi è Valentina Carretta che, con la maglia della selezione azzurra chiude 11esima, concedendosi il lusso di precedere gente come Cooke e Johansson.
Al pomeriggio nuova tappa impegnativa e ancora Cooke e Arndt a battagliare. Sul traguardo saranno prima e seconda, con Cantele, ancora terza, che si propone come la principale avversaria della tedesca del Team Columbia. La varesina è a soli 10" dalla leadership e il giorno successivo ci sarebbe molto terreno per un eventuale attacco.
Ma ad attaccare frontalmente Arndt ci pensa la recente vincitrice del Tour de l'Aude Claudia Häusler che forza il ritmo sul Puerto de Orduña e mette in difficoltà la capoclassifica. Con la bavarese della Cervélo rimane l'ottima Abbott e le due scollinano con una manciata di secondi su Arndt, quando di chilometri al traguardo ne mancano solamente una decina. Nella successiva discesa il tentativo viene rintuzzato e sarà ancora la leader della classifica a piazzare la botta vincente che completa il suo personale hat-trick. Häusler deve accontentarsi della seconda piazza (di tappa e della generale), mentre Cantele tira i remi in barca e alla fine deve pagare quasi 2' alle prime, scivolando al nono posto della generale.
Ma le note liete in casa Italia non mancano di certo. Fabiana Luperini, ottima protagonista fino all'ultima tappa, si porta a casa la maglia di miglior scalatrice che Elena Berlato ha provato a contenderle fino all'ultimo GPM. Valentina Carretta, già citata come ottima protagonista della cronoscalata, chiude 15esima e miglior giovane della corsa basca, davanti all'olandese Brand ed a un'Eleonora Patuzzo che ha finito in crescendo la corsa e, con Andruk e la stessa Berlato, cercherà di non far rimpiangere alla Safi la defezione di Anna Sanchis sulle strade del Giro d'Italia. Molto bene finché sono rimaste in corsa (ritirate nell'ultima frazione) le baby Callovi e Gobbo, alla loro prima esperienza tra le "grandi", sicuramente ottimo viatico in vista dei Campionati Europei di categoria che si svolgeranno tra una ventina di giorni in Belgio.

Vivian Ghianni

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