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«Vi racconto il mio sogno iridato» - A tu per tu con Giorgia Bronzini a due settimane dal Mondiale su pista | Cicloweb

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«Vi racconto il mio sogno iridato» - A tu per tu con Giorgia Bronzini a due settimane dal Mondiale su pista

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Siamo andati a Piacenza per incontrare Giorgia Bronzini, appena tornata dalla Colombia e subito in partenza per un ulteriore stage di preparazione in vista dei Mondiali su pista che si disputeranno in Polonia dal 25 al 29 marzo. Ci racconta di lei, mentre passeggiamo per la città affollatissima.
Giorgia, mancano due settimane al Campionato del Mondo...
«Due settimane che passerò in ritiro con la Nazionale femminile a Buttgen, in Germania, durante le quali affinerò la mia condizione fisica in vista delle gare. Prenderò parte sia alla prova dello scratch che alla corsa a punti. Come tutti sanno, sono diversi anni che non partecipo al Mondiale, e non posso negare un po' di tensione. Lo scratch, da programma, si correrà prima della corsa a punti: in questo modo potrò arrivare con una maggior consapevolezza del mio stato di preparazione fisica alla gara sulla quale conto di più e questo mi permetterà di affrontarla in maniera più tranquilla».
Non possiamo certo dimenticare che meno di un mese fa hai conquistato la Coppa del Mondo proprio in quella specialità. Come giocherà questo? A tuo sfavore?
«Direi di no. Da un lato essere un punto di riferimento per il resto delle atlete, mi carica: certo, ogni mia mossa verrà attentamente seguita e le aspettative saranno alte. In più correrò da sola, senza il supporto di Marta Tagliaferro, perchè ogni nazione potrà presentare al via un'atleta soltanto. Tuttavia, questa situazione non mi spaventa, e se le mie avversarie dovessero temermi e considerarmi a priori un gradino sopra, partirei con un bel vantaggio psicologico. Spero in una gara difficile, tatticamente impegnativa: a quel punto darei il meglio di me!»
Rimanendo sempre in tema Coppa del Mondo, era atteso un simile risultato?
«Assolutamente no! La preparazione invernale è stata tutta incentrata sull'appuntamento di fine marzo. Infatti nel periodo in cui ho disputato la prima prova a Calì, ero in piena fase di carico: gli allenamenti erano molto pesanti, e né io, né tanto meno Edoardo Salvoldi, ci aspettavamo un risultato del genere. Effettivamente ho corso bene, dimostrando un livello molto buono già allora. A Pechino poi, è arrivata la conferma. Nonostante la caduta in corsa, sono comunque riuscita ad arrivare sul terzo gradino del podio, diventando leader della classifica ad una sola prova dalla fine. In Danimarca ho quindi corso per la classifica finale, coronando un sogno che vidi sfumare (sempre in occasione dell'ultima prova in calendario) nel 2007: vincere la coppa assoluta di specialità. L'unico rammarico è stato il piazzamento di Marta Tagliaferro nell'ultima corsa: mi ha aiutato tanto, e ho fatto il possibile per permetterle di arrivare sul podio. Putroppo ha chiuso al quinto posto».
Oltre al Campionato del Mondo quali obiettivi ti poni per questa stagione?
«Finito il Mondiale su pista continuerò, senza concedermi pause, fino ad inizio maggio: un importante obiettivo personale è quello di arrivare sul podio del Giro delle Fiandre: sarebbe una grande grande grande soddisfazione! (ride). Dopo le classiche del Nord, mi concederò una settimana di riposo, per riprendere poi ad allenarmi a pieno regime in vista del Giro d'Italia. Altro importante obiettivo sarebbe la convocazione al Mondiale di Mendrisio: parlo solo di convocazione, perchè anche una Bronzini nella forma migliore, non potrebbe competere con un'indiavolata Cooke o una temibile Vos su un percorso del genere. Vero è che potrei essere di grande sostegno alla squadra per la gestione di corsa».
Diamo una rapida occhiata alla scorsa stagione...
«Tutta la stagione 2008 è ruotata, naturalmente, attorno all'Olimpiade di Pechino, e la mia preparazione ha tenuto conto soprattutto di questo. Penso di aver fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità per dimostrarmi all'altezza di una convocazione, che purtroppo è mancata. Ma la fatica ha premiato: da agosto a settembre ho vinto sei gare su strada, quasi tutte quelle a cui ho partecipato. Il Mondiale è stato un caso a parte: correre in casa, con alle spalle una prestazione come quella di Stoccarda nel 2007, non era cosa da poco. La tensione si è fatta sentire, e ha giocato parecchio».
Un consiglio per le atlete più giovani?
«Sicuramente di lavorare sodo, la preparazione è fondamentale. Ma è altrettanto fondamentale è l'umiltà: ad ogni obiettivo raggiunto non sedersi sugli allori ma porsene altri, magari più importanti ed impegnativi. L'unico modo per migliorare è non sentirsi mai atlete "arrivate": incontrerete sempre qualcuno che potrà insegnarvi di più! Ed infine, il rispetto per le altre atlete. Non importa quanto voi siate forti o meno, ogni avversaria è degna di rispetto e di attenzione, sia quelle più grandi, sia quelle più piccole!»

Marina Gandini

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