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In Qatar scintille Bronzini-Wild - Giorgia fa doppietta ma la generale è dell'olandese

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Due tappe su tre finite in volata e due vittorie di Giorgia Bronzini. E poco male se la classifica generale di questo Ladies Tour of Qatar sia finita a Kirsten Wild. La ragazzona olandese ha infatti raccolto due podi di tappa (un secondo e un terzo) e ha vinto tutti i sei traguardi volanti (con abbuoni) disponibili nelle tre tappe, accumulando un bel gruzzoletto di secondi che le ha permesso di portare a casa questa prima edizione della corsa araba.
Tanto sole e una buona dose di vento, come ampiamente prevedibile, hanno accompagnato le ragazze in questa tre giorni che, di fatto, in questa stagione, ha aperto il calendario femminile mondiale. Al via è presente un gruppo sportivo italiano, la Selle Italia-Ghezzi, e la selezione nazionale azzurra. L'altimetria della corsa parlava chiaro, solo tanta pianura, rettilinei interminabili e la selezione, presumibilmente, sarebbe stata affidata ai capricci del dio Eolo che, pare, da queste parti sia molto attivo.
E chi se non le olandesi poteva approfittare di queste condizioni, pane quotidiano per loro, cresciute dalla terra dei mulini a vento? Prima tappa, pronti via, si sgancia un gruppetto di otto con ben sei tulipane, mentre il resto del gruppo si spezza in vari tronconi, il primo dei quali, di 13 unità, con Bronzini e Cantele, riuscirà a rientrare sulle battistrada mentre il secondo, di una decina, veleggerà per tutta la tappa sul minuto di ritardo senza riuscire nel ricongiungimento. Il grosso - più di cinquanta, con "pesci grossi" come Gilmore e Schleicher - ben presto alzerà bandiera bianca giungendo all'arrivo con un quarto d'ora di ritardo.
La tappa è dunque un affare per ventuno: la prima che prova a scongiurare la volata è un'ottima Brändli, ma è presto rintuzzata. Poi è la volta della campionessa europea a crono, Ellen Van Dijk, al suo esordio in maglia Columbia (che sarà condito dalla classifica finale Under 25), e la sua azione sembra buona. La sua unica sfortuna è che gli si incollano a ruota le due avversarie che proprio non avrebbe voluto come compagne di viaggio: Wild e Bronzini. La volata, manco a dirlo, è un affare per loro due con l'italiana che capitalizza al meglio la situazione e piazza la zampata vincente. Ma non è finita qui...
La tappa numero due sembra scorrere più tranquilla e la situazione si vivacizza solo dopo i due traguardi volanti fagocitati dalla ragazzona della Cervélo. Ai meno dodici escono dal gruppo la svedese Andreasson, Bigla e la tedesca Lutz, Nürnberger. Si capisce subito che l'azione può essere decisiva perchè il gruppo ritarda a organizzare l'inseguimento e all'ultimo chilometro la coppia in testa può gestire ancora un margine superiore al mezzo minuto. Il solito giochino di sguardi e mezzi surplace nelle ultime centinaia di metri è rotto dall'accelerazione di Lutz ai 150 metri che non lascia scampo alla scandinava, costretta ad accontentarsi della piazza d'onore. Il gruppo è regolato da una ritrovata Gilmore che riscatta parzialmente la delusione del giorno prima. La maglia di leader, indossata il primo giorno da Bronzini, passa sulle spalle di Wild che ha guadagnato sei secondi d'abbuono lungo il percorso.
E siamo così alla resa dei conti finale. La terza tappa quindi vede la lotta serrata su due fronti: tappa e generale, e i due nomi che si ripetono sono sempre gli stessi: Wild-Bronzini, Bronzini-Wild. La corsa vive sulla falsariga del giorno precedente: una prima parte abbastanza tranquilla, con la Cervélo della leader a tenere il gruppo cucito per permetterle di fare incetta di traguardi volanti e poi bagarre fino all'arrivo. A metà gara il solito ventaccio fa sì che il gruppo si frazioni in due tronconi ma questa volta la presenza azzurra nella prima parte è molto più massiccia e segnaliamo con piacere una sortita di qualche chilometro in avanscoperta della giovanissima Marta Tagliaferro che viene ripresa quando di chilometri ne mancano 25. Tra le nostre ragazze anche Presti (buona ottava poi al traguardo), Borchi, Cantele, Soldo e, ovviamente, Bronzini sono nel gruppo buono che si avvia a giocarsi questa tappa.
Il copione a questo punto prevede un attacco negli ultimi chilometri e a farlo rispettare ci pensa l'americana Tamayo, già protagonista nel 2008 di qualche discreta apparizione in giro per l'Europa con la selezione nazionale. La ragazza ci prova con convinzione e arriva a gestire un margine di circa mezzo minuto ai meno cinque che si dimezza in vista del triangolino rosso. La sorte però è beffarda: il gruppo le ripiomba addosso proprio a pochi metri dall'arrivo e le protagoniste son sempre loro: prima Bronzini, seconda Gilmore, terza Wild. Subito dietro Martine Bras, neoacquisto Selle Italia, brillante in questa prima apparizione con la nuova maglia e una Regina Schleicher che ci aspettavamo sicuramente più pimpante.
Le valutazioni tecniche a questo punto della stagione possono risultare un po' avventate, tenuto conto che la prossima gara europea sarà tra un mese, in quel di Brissago. È superfluo dire di aver visto una Bronzini in grande spolvero, a cui la pista non può aver fatto che bene. Già con una buona gamba anche il duo Brändli-Cantele, sempre in prima linea quando si è trattato di seguire le passistone di turno che cercavano di portar via il ventaglio. Un nome poco conosciuto - almeno in Europa - è quello della velocista australiana Kirsty Broun, che ha chiuso terza nella generale, mentre segnaliamo con piacere l'ottima corsa della brava francese Marina Jaunatre, reduce da una stagione costellata da problemi fisici che sembra finalmente aver superato. Ancora non abbiamo citato l'altra italiana illustre presente in Qatar, Tatiana Guderzo, mai nel vivo della corsa. La vicentina, che in Medio Oriente è arrivata con una condizione evidentemente deficitaria, è più che giustificabile vista la lontananza temporale dei suoi obiettivi stagionali e non ci stupiremmo, tra un paio di mesi, di vederla lottare con le prime, in percorsi a lei congeniali.

 

 

Giuseppe Cristiano

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