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Massaccesi: «Edita m'insegnerà tanto» - La marchigiana del Team Cmax-Dilà si presenta | Cicloweb

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Massaccesi: «Edita m'insegnerà tanto» - La marchigiana del Team Cmax-Dilà si presenta

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Marchigiana di Potenza Picena, la diciannovenne Alessia Massaccesi ha concluso la sua prima stagione tra le Élite nelle file della Dilà Monticello. Protagonista nelle categorie giovanili, con la perla del titolo italiano in linea conquistato tra le Juniores nel 2006, è riuscita nella seconda parte di stagione a mettersi in mostra con buone prestazioni dopo l'iniziale ambientamento nella nuova categoria. Prestazioni che non sono sfuggite neppure al Ct della Nazionale Edoardo Salvoldi, che l'ha infatti scelta come riserva per i mondiali di Varese.
Alessia partiamo dalla fine: nel mese di settembre sei stata selezionata per far parte della nazionale azzurra ai mondiali di Varese, seppur nel ruolo di riserva. Te l'aspettavi?
«La convocazione è stata del tutto inaspettata: il modo migliore per concludere la mia prima stagione tra le Élite!».
Proprio in settembre, però, abbiamo annotato alcune tue buone prestazioni, a partire dal Tour de l'Ardèche. Segno che comunque la forma era buona...
«Sì, nel finale di stagione sono riuscita a trovare una buona condizione grazie al fatto che avevo superato l'esame di maturità: avere più tempo per gli allenamenti e maggiore tranquillità psicologica è stato fondamentale».
Come sono stati invece i mesi precedenti di questa tua prima annata tra le Élite?
«All'inizio di stagione non posso nascondere che la paura per il salto di categoria si è fatta sentire! Poi ho iniziato pian piano ad inserirmi sempre meglio in questa nuova realtà: le mie compagne di squadra hanno avuto un ruolo molto importante, soprattutto quelle con maggiore esperienza. Inoltre la squadra mi ha trasmesso molta tranquillità: non ho mai avuto la pressione di dover correre per far bene, per dimostrare qualcosa o per compiacere qualcuno».
Abbiamo esordito con la tua convocazione in azzurro. In realtà non è stata la prima volta, dato che già da Juniores eri stata selezionata per indossare la maglia azzurra, giusto?
«Giusto! La prima volta che ho avuto l'onore di gareggiare per la nazionale è stata nel 2006 in occasione del Campionato Europeo; nel 2007, invece, oltre a prendere parte all'Europeo di Sofia (strada e cronometro), sono stata selezionata anche per il Mondiale (crono) ad Aguascalientes, in Messico».
Categoria Juniores e Alessia Massaccesi: se uniamo le due cose inevitabilmente il pensiero va alla tua splendida stoccata che nel 2006 ti ha permesso di conquistare il titolo italiano in linea. Cosa ricordi di quel giorno? La conquista di un titolo così prestigioso ti ha caricato ulteriormente di responsabilità?
«Ricordo tutto, ogni singolo momento! A partire dai giorni precedenti quel fantastico appuntamento ai festeggiamenti che sono seguiti. È stata una soddisfazione enorme, un sogno diventato realtà. Indossare la maglia tricolore non rappresenta un traguardo ma un inizio verso mete sempre più prestigiose. Nelle gare che ho affrontato dopo la conquista del titolo italiano sentivo maggiori responsabilità: per me era fantastico poter vestire "la maglia" e volevo ottenere sempre il massimo per poterla onorare».
Ricordiamo anche la tua squadra di allora, il GS Potentia. Oltre a te anche altre ragazze come la Romoli, la Eusebi o la Muccioli sono riuscite a giungere nella massima categoria, segno che comunque eravate un bel gruppo affiatato...
«Gli anni al Potentia sono indimenticabili: è stato possibile raggiungere determinati obiettivi proprio grazie a quell'affiatamento e a quella complicità che teneva unito il nostro gruppo. Il passaggio nella massima categoria ci ha portato a fare scelte: ci siamo ritrovate avversarie! Ma questo solo sulla strada! O forse neanche lì (ride)!».
Nelle categorie giovanili ti abbiamo visto spesso vincere in volata su gruppi più o meno numerosi ma anche conquistare qualche vittoria e buoni piazzamenti in gare contro il tempo. Sono pertanto le volate e le cronometro che ti esaltano oppure c'è anche dell'altro
«Non mi definisco né una velocista né una donna da prove contro il tempo: nelle categorie giovanili è tutto diverso. Ora sarà la strada a mostrarmi dove potrò sfruttare al meglio le mie capacità, anche se non posso negare che la cronometro è una specialità che mi interessa molto».
Facciamo un bel passo indietro: com'è cominciato tutto?
«La passione per questo sport è nata pian piano. Non sono stata io la prima a salire in bici in casa: ha iniziato mio fratello, Gionata. Poi, a forza di vedere lui prepararsi per gare ed allenamenti, mi sono detta: "Perché non provare?". Così, tra una pedalata e l'altra, una semplice curiosità è diventata una vera e propria passione».
Cosa si prospetta per il tuo 2009, secondo anno nelle file della Dilà Monticello?
«Mi aspetto un anno più sereno in quanto non ho più impegni scolastici. Devo riconfermare quanto fatto lo scorso anno e dimostrare che posso fare qualcosa in più, per me e per le mie compagne. La squadra mi sta dando la possibilità di crescere nel miglior modo possibile e io voglio dimostrare di esserci!».
Oltre a qualche atleta giovane sappiamo che il team ha messo a segno un gran bel colpo ingaggiando Edita Pucinskaite, atleta che non ha certo bisogno di presentazioni e che, tra l'altro, ha anche un occhio di riguardo per le atlete più giovani. Niente male, no?
«Avere in squadra un'atleta come la Pucinskaite rappresenta una grande possibilità, soprattutto per noi più giovani. Già lo scorso anno la presenza di Vera Carrara e Marta Vilajosana, ad esempio, è stata fondamentale: avere consigli e stimoli da chi è lì, a faticare di fianco a te, è un ottimo metodo per crescere e capire certe scelte tattiche. Cercherò di seguire il più possibile Edita, sicura di poter imparare molto da una donna d'esperienza come lei».
In attesa di conoscere le altre nuove compagne, come ti sei trovata con le altre in questo primo anno?
«Questo primo anno è stato stupendo. Con le mie compagne c'è stato un buon rapporto ma la cosa più bella è stata avere la possibilità di conoscere ragazze provenienti da tutto il mondo: infatti la squadra era composta anche da danesi, svedesi, russe, spagnole, brasiliane e sudafricane, veramente una multinazionale del ciclismo!».
Oltre alla bici invece cosa c'è nella tua vita, tra tempo libero e altre attività?
«Il tempo libero lo passo con i miei amici. Nel periodo invernale, magari, qualche festa in più, qualche serata in discoteca... niente di particolare! Si cerca di staccare un attimo la spina, fare qualcosa di diverso (visto che nel periodo delle gare è richiesta una certa serietà!), per poi tornare in bici con più grinta che mai!».

Vivian Ghianni

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