Tre-utenberg: volate senza storia Sul podio Holler e Gilmore, domani si sale
Tre volate e tre schiaccianti vittorie, mettendo in riga le migliori sprinter del mondo (manca solo la camaleontica Vos): Ina Teutenberg sta monopolizzando questo avvio di Giro d'Italia, approfittando dei percorsi completamente privi di difficoltà altimetriche.
C'è comunque da dire che, a spezzare il copione monotono, oggi si è registrata la prima vera fuga dell'intera corsa, ad opera di Silvia Tirado Marquez. L'atleta della selezione nazionale spagnola ha avuto via libera dal gruppo per una trentina di chilometri fino ai meno dieci dall'arrivo, arrivando a toccare un vantaggio massimo di poco superiore al minuto. Senza successo invece i tentativi delle volenterose Edita Unguryte, Valentina Bastianelli e Clemilda Fernandes che, in diverse fasi della tappa (si andava Occhiobello ad Altedo), hanno provato vanamente ad evadere dalle grinfie delle velociste.
Volata ancora senza storia con la tedesca che era in testa già ai duecento metri senza che nessuna delle avversarie riuscisse ad uscire dalla sua ruota e ad impensierirla. Questa volta piazza d'onore per la svedese Monica Holler, terza la Gilmore. Ancora quarta Giorgia Bronzini, abbastanza imbronciata dopo l'arrivo, forse più per una sensazione di impotenza nei confronti dell'imbattibile Teutenberg che per i propri effettivi demeriti. Nota di merito per la giovanissima Alice Marmorini della Fenixs che, approfittando di una Baccaille imbottigliata nel finale, si è lanciata nel mucchio ottenendo un'onorevolissima sesta piazza, subito dietro a Kirsten Wild, pluripiazzata delle prime tappe.
«Le mie tre tappe le ho vinte, posso anche tornare a casa - scherza Ina dopo il traguardo - La squadra ha fatto un grosso lavoro per permettermi di disputare lo sprint nelle condizioni migliori e la mia ottima gamba ha fatto il resto permettendomi di vincere con una bici di vantaggio su tutte».
Da domani la musica cambia: quattro tappe (tre in linea ed una a crono), ognuna delle quali potrebbe potenzialmente rivoluzionare il verdetto della precedente, può bastare una mezza giornata storta.
Si comincia con la Calcinaia-Monte Serra, nell'entroterra pisano: due salite vere, rispettivamente di prima e seconda categoria (a proposito, curiosa la scelta degli organizzatori di classificare l'erta conclusiva meno difficile della precendente, quando è semplice verificare che sia il contrario, come chilometraggio e pendenza media) che esalteranno le scalatrici e ci daranno un primo, preciso quadro delle pretendenti alla maglia rosa finale.
