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A Norimberga Arndt non fa sconti - Judith anticipa le velociste e mette il sigillo sulla Coppa

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Giusto per mettere i puntini sulle i. Per scrivere degnamente la parola fine su una competizione in cui gli 80 punti e rotti sulla seconda classificata alla vigilia costituivano già un bel margine di sicurezza. Judith Arndt ha deciso di suggellare così la sua prima Coppa del Mondo andandosi a prendere da profeta in patria anche la Rund um die Nurnberger Altstadt, prova conclusiva dell'edizione 2008 della rassegna; volendo possiamo anche affermare che una conclusione più spettacolare di questa era francamente molto difficile attendersela, considerando che le poche asperità della gara di Norimberga potevano far sorridere di gusto le atlete più veloci. Eppure la Arndt ha voluto ribadire una volta di più che questa coppa l'ha ampiamente meritata sul campo, se è vero che il cammino verso il successo era iniziato con l'affermazione nel Giro delle Fiandre, era proseguito attraverso i podi della Freccia Vallone (3a) e a Berna (2a) ed era giunto ad una seria ipoteca con la vittoria di Montreal. Come se non bastasse ora è giunta la ciliegina sulla torta, il terzo successo parziale con uno scatto a 14 chilometri dal traguardo con cui ha deciso di salutare la compagnia. A conti fatti di motivi per rallegrarsi ce ne sarebbero: in primis perché un epilogo del genere è senza dubbio preferibile a quello dello scorso anno, quando l'obbrobrioso pastrocchio dei punteggi raddoppiati finì per incidere in maniera decisiva nell'assegnazione finale del trofeo, vinto poi dalla meritevolissima Vos; in secundis per il fatto che finalmente il Team Columbia, dopo un 2007 meno esaltante del previsto rispetto al reale potenziale della squadra (allora ancora chiamata T-Mobile), è riuscito a raccogliere più che concretamente quanto di buono è stato seminato.
Altro dettaglio da non trascurare: gli amanti delle statistiche ben ricorderanno che l'ultima edizione dei campionati del mondo disputatasi in Italia vide proprio il successo di Judith Arndt nel 2004 a Verona e questo, a due settimane dalla rassegna iridata di Varese, dovrebbe senza dubbio far tenere un occhio di riguardo verso l'atleta tedesca, considerando anche la poco appariscente prestazione di Pechino alle Olimpiadi.
Non occorre molto per raccontare quanto avvenuto nei 116 chilometri nella prova di Norimberga, se è vero che il momento chiave si verifica a metà gara, quando si sviluppa una fuga di diciannove atlete in cui le squadre principali appaiono ben rappresentate: possono contare tre elementi la formazione di casa dell'Equipe Nürnberger (con la Becker, la De Goede e la Kleinmann), la Bigla (con la Holler, la campionessa svizzera Hohl e Andrea Thürig, con le ultime due molto attive e prodighe nel tentare di portar via ulteriori tentativi) e il Team Columbia (con la Arndt, la Rhodes e la Keller ma non la Teutenberg, particolare che, come vedremo, non sarà da trascurare) mentre la DSB Bank (Vos e Liebig) e la nazionale olandese (Wild e Blaak) sono rappresentate da due atlete. Aggiungiamoci anche Susanne Ljungskog, uscita bene dal Tour de l'Ardèche, ed il gioco è fatto, con il divario che per il gruppo principale diviene presto incolmabile, tanto da superare gli otto minuti e mezzo sul traguardo.
Col passare dei giri il gruppo di testa si assottiglia e da diciannove restano in dieci davanti, con le Columbia che restano in due (la Keller, che non avverte buone sensazioni fisiche, difatti si ritira) e le atlete della Bigla ancora attive. In tale situazione l'avere una compagna di squadra in meno in grado di fornire un valido apporto e la presenza di diverse atlete veloci sembra creare qualche grattacapo di troppo alla Arndt, considerando che la carta Teutenberg è stata conservata per un eventuale arrivo a ranghi compatti che, a questo punto della gara, appare definitivamente scongiurato. Ecco che quindi la leader di Coppa decide di piazzare l'affondo poco prima del transito sul Burgberg, unica asperità di giornata, che prelude all'ultimo passaggio sulla linea del traguardo prima dell'epilogo. Dietro non si assiste alla necessaria reazione ed il vantaggio diviene chilometro dopo chilometro sempre più consistente, fino a diventare incolmabile. La Arndt giunge così a braccia alzate sul traguardo mentre le immediate inseguitrici si giocano la piazza d'onore dopo che sono trascorsi 1'02'': dopo un tentativo della Thürig, vanificato ad un centinaio di metri è la svedese Holler, compagna di squadra della svizzera, a regolare allo sprint Wild, Vos, Becker e De Goede, con la stessa Thürig, Rhodes, Ljungskog e Aune che completano le prime 10 posizioni. Gruppo principale che, come detto in precedenza, giunge al traguardo ben oltre gli otto minuti di ritardo ed in cui concludono anche le uniche due italiane al via, vale a dire Alice Marmorini e Samantha Galassi (entrambe della Fenixs), a cui va comunque il merito di aver portato a termine la gara.
Podio finale della Coppa del Mondo che vede quindi trionfare Judith Arndt con 365 punti, ben 133 lunghezze in più dell'olandese Suzanne De Goede, che chiude con 232. Terzo posto con 182 punti per la vincitrice uscente Marianne Vos, che si era imposta nella Freccia Vallone ma che in questa stagione ha sacrificato alcune prove in virtù di altri obiettivi, primo fra tutti le Olimpiadi. Appena giù dal podio invece la prima delle italiane, vale a dire Fabiana Luperini. Per lei, vincitrice a Plouay e seconda a Montréal, un quarto posto finale con 125 punti.

Vivian Ghianni

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