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Quando volava nella Roubaix - La carriera di un grande interprete del pavé | Cicloweb

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Quando volava nella Roubaix - La carriera di un grande interprete del pavé

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1986 - L'esordio nel professionismo
Una giovane generazione di corridosi col gravoso compito di raccogliere l'eredità dei Moser e dei Saronni si affaccia al professionismo a metà anni '80. Tra Bugno e Chiappucci (che passano nell'85) e Fondriest (pro' nell'87), una delle colonne di quella nouvelle vague viene da Pistoia, si chiama Franco Ballerini e approda al ciclismo che conta nel 1986 in maglia Magniflex. Nell'87 il primo squillo rilevante alla Tre Valli Varesine, nell'88 il passaggio in Del Tongo.

 

 

 

 


1991 - Un Giro d'Italia da protagonista
La sua unica vittoria di tappa al Giro d'Italia giunge nel 1991, una maxifuga coronata dal successo a Morbegno. Poi aiuterà il suo capitano Chioccioli a vincere la corsa rosa, con cui il feeling si interromperà presto a causa di un'allergia ai pollini che limita molto il Ballero in primavera. Non avrà comunque problemi a battere con tenacia e brillantezza strade lontane da quelle italiane.

 

 

 

 



1993 - La beffa più bruciante

Una sconfitta del genere è destinata a restare negli annali molto più che se fosse stata una vittoria. Alla Roubaix, Ballerini si porta a rimorchio fino al velodromo un Gilbert Duclos-Lassalle che si spaccia per quasi esanime. E che invece conserva le forze per sprintare e vincere per pochissimi centimetri su un avversario troppo generoso. Ma quel giorno nasce un nuovo Ballerini, e da quelle parti se ne accorgeranno tutti due anni dopo.




1995 - Finalmente Roubaix!
Dopo il secondo posto del '93 e il terzo del '94, finalmente il Ballero raggiunge il gradino più alto del podio nella corsa più amata. Per farlo deve interpretare una gara tutta all'attacco, sgretolando uno dopo l'altro tutti i rivali e volando letteralmente sui tratti più duri di pavé. Alla fine lascerà tutti a 2', prendendosi quello che avrebbe meritato già due anni prima e che tornerà a conquistare nel '98.

 






1998 - Quelle pietre iscritte nel suo dna
Tre anni dopo, Ballerini torna a scrivere una pagina memorabile sulle pietre del Nord. Non martoriato da cadute, infortuni e malasorte che ne avevano condizionato le ultime uscite alla Roubaix, il toscano è incontenibile, e negli ultimi 50 km di gara fa il vuoto su ogni settore di pavé, aumentando via via il margine sugli inseguitori fino ad assestare oltre 4' di vantaggio sul secondo, il suo compagno di squadra Tafi. In pratica, una consacrazione.

 

 

 

 


2001 - Il commovente addio proprio sul pavé
Già nell'Olimpo dei più grandi di sempre sul pavé, Ballerini chiude la sua carriera proprio nella corsa più amata, arrivando, 32esimo e completamente coperto di fango, a raccogliere il boato di un pubblico che l'ha adottato (con tanto di cittadinanza onoraria a Roubaix). Il suo ringraziamento lo scrive sul sottomaglia, che esibisce nel velodromo in cui ha vissuto i più significativi momenti della sua carriera da professionista.

 

 

 

 

 

 

 

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Marco Grassi
Sebastiano Cipriani

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