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Slipstream, flusso di idee - Una giornata con Vaughters & co.

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Il clima favorevole, una grande quantità di strutture ed una serie di percorsi assolutamente ideali per andare in bici: non deve stupire quindi se ogni anno molte tra le squadre più forti al mondo si ritrovino nella Comunitat Valenciana per un lungo stage di allenamento. La metà preferita dalle squadre è senza dubbio la cittadina di Calpe che ha ospitato Katusha, Quick Step, Astana e Garmin-Transitions nel giro di un mese e mezzo circa. L'ultima in ordine di tempo (ma ad inizio febbraio ci sarà anche la RadioShack) è proprio la Garmin-Transitions: lo squadrone americano diretto da Jonathan Vaughters rimarrà in Spagna fino al 31 gennaio ma tramite gli sponsor ha organizzato una giornata aperta ai media in cui giornalisti e fotografi hanno potuto seguire il team fin dall'allenamento del mattino.
La nostra giornata comincia verso le 9.15 quando ci ritroviamo tutti in una grande sala adibita a deposito biciclette: i meccanici sono già al lavoro per preparare i mezzi per l'allenamento del giorno e mentre pian piano cominciano a vedersi anche i primi corridori. Il primo volto noto, però, è quello di Andrea Peron: l'ex corridore varesino è una new entry nel team ed avrà un ruolo nel management della logistica e dell'organizzazione delle trasferte. È poi lo stesso Peron a spiegarci che il maltempo nei giorni precedenti (pioggia ed addirittura qualche fiocco di neve verso l'interno) ha costretto la squadra ad un piccolo cambio di programma e che l'allenamento sarà l'occasione per provare la cronometro a squadre in vista del Tour of Qatar e per testare nuovi materiali aerodinamici grazie anche alla presenza dei tecnici della Mavic. Prima della partenza, fissata per le 10, ci rimane giusto il tempo per due battute veloci con lo svedese Kessiakoff che, nonostante la provenienza, parla un italiano praticamente perfetto: insieme alle rappresentanti di Transitions Italia si parla un po' proprio delle nuove lenti date in dotazione ai corridori che a detta di Kessiakoff "sono una bomba!".


Alle 10 in punto partono i corridori mentre noi saliamo sul pullman della squadra per dirigerci poco lontano da Calpe dove i corridori troveranno strade per nulla trafficate ed in mezzo ai tanti aranceti della zona. I tecnici hanno preparato un breve circuito di circa cinque chilometri in cui i corridori, divisi in tre gruppi, simuleranno a più riprese delle brevi cronosquadre o metteranno a punto alcune soluzioni tecniche. I primi a partire sono Fischer, Van Der Velde, Cozza, Farrar, Tuft, Van Summeren, Maaskant e Carlsen: questo è il team che al termine del ritiro volerà in Qatar e stanno cercando i giusti automatismi visto che la prima tappa sarà proprio una cronosquadre. Tra un giro e l'altro i corridori hanno poco tempo per rifiatare, quanto basta però per fare due chiacchiere con un altro personaggio molto legato all'Italia, il brasiliano Murilo Fischer: «Qua sono l'ultimo arrivato e per questo mi fanno lavorare il doppio». Murilo viene poi subito richiamato dal ds Matthew White per la partenza di un altro giro e ci lascia con un simpatico "si stava meglio alla Naturino". Abbiamo anche la possibilità di seguire un giro dall'ammiraglia insieme a Jonathan Vaughters, il quale vuole vedere da vicino come si comportano i suoi ragazzi: la sua presenza, però, ci da modo di approfondire alcuni aspetti della squadra. Vaughters ci spiega che i ragazzi si stanno allenando con delle bici normali perché gli organizzatori del Tour of Qatar hanno vietato l'uso delle biciclette da cronometro per una questione di organizzazione dei trasferimenti. L'ex ciclista americano non ci sembra molto soddisfatto quando dopo appena una trenata Van Der Velde rimane già al vento: «È stato un po' male in questi giorni, speriamo che si riprenda presto».


Alla fine della simulazione vediamo che alcuni corridori si fermano a bordo strada dove ad attenderli ci sono due membri della squadra: «Sono dello staff sanitario - spiega Vaughters - e fanno dei piccoli prelievi di sangue per analizzare la reazione del fisico a degli sforzi intensi e ravvicinati». Nel frattempo ci sorpassa Vande Velde: la prima maglia rosa del Giro 2008 sta provando un nuovo telaio ma fatica a trovare la posizione ideale; Peter Stetina invece si sta allenando con una piccola telecamera sul manubrio per filmare da dentro i movimenti ed i cambi durante la crono. Dopo cinque simulazioni la parte specifica dell'allenamento è conclusa e possiamo fare rotta verso l'albergo. Sulla via del ritorno è ancora Vaughters a tenere la scena e svaria toccando gli argomenti più disparati: dal suo ex compagno di squadra Armstrong ("Lo vedo un gradino sotto a Contador e Schleck ma sarà un osso duro") al nostro Nibali ("È un corridore che mi piace molto ma ha un contratto e penso che Amadio mi avrebbe ucciso") passando per la struttura della squadra ("Per ogni ruolo abbiamo uno specialista tra i migliori al mondo e così abbiamo uno staff d'élite. Inoltre sono io stesso a seguire i corridori che mi interessano, guardo tutte le corse e scelgo i più interessanti") e gli eventuali progetti futuri ("Al momento abbiamo una squadra Pro Tour ed una Under 23, è già tanto. Ma se entrerà qualche sponsor nei prossimi anni potremmo anche cercare di mettere su una squadra femminile").
Il pomeriggio invece è dedicato alla stampa con corridori e personale a disposizione per le interviste grazie alla supervisione dell'instancabile addetta stampa Marya. I più richiesti sono ancora Vaughters e la rivelazione del 2009, Tyler Farrar; alcuni colleghi italiani parlano con l'italo-californiano ed ex wrestler Steven Cozza mentre alcuni ragazzi spagnoli parlano a lungo con il neo ds Bingen Fernández. Purtroppo il tempo passa in fretta e dobbiamo dare il saluto a clima decisamente gradevole di Calpe per far ritorno verso la fredda Milano: sono bastate poche ore per darci l'impressione che la Garmin-Transitions abbia veramente una marcia in più rispetto ad altre squadre che dovrebbero prendere come esempio questi americani innovatori.

Sebastiano Cipriani



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