Santa Ana, brilla Navas - Rujano deve guardarsi alle spalle
All'altezza di metà percorso, dopo una serie infinita di strappetti e più lunghe ed insidiose discese, la tappa di ieri della Vuelta al Táchira viveva ancora dell'ennesimo incredibile ribaltone in stile sudamericano.
Con un'imboscata magistrale, scaglionata in diversi tentativi fin dal km 0, i corridori di casa della Lotería del Táchira si sono infatti presto ritrovati, tra lo stupore generale, in avanscoperta in forze. Nel temerario plotoncino, oltre a quattro gregari indispensabili allo scopo, le presenze più allarmanti erano quelle di un paio di piazzati della classifica generale: l'ex leader José Alirio Contreras (6° a poco più di 3') ed il vincitore uscente, il "torito" Ronald González (9°). Un'azione, quindi, capace di intimidire il più saldo dei capoclassifica.
Fortuna dell'isolato Rujano che i due tronconi, in cui si separava idealmente la tappa, erano intervallati da un lungo fondovalle. Un frangente tanto favorevole agli inseguitori da invogliare peones di altre squadre, i Sumiglov di Alarcón in primis (in nome dei soliti interessi convergenti), ad accorrere in soccorso del leader.
Ripianati i due minuti e mezzo di distacco e scongiurato il pericolo, la gara ha preso quindi un'andamento assolutamente opposto, di cui hanno beneficiato comprimari e cacciatori di tappe. È il caso del vincitore Jhon Navas, che al termine di in una lunga cavalcata solitaria, regala il quarto successo parziale ai colori giallobianconeri del Gobierno de Carabobo.
Il primo dei favoriti all'arrivo di Santa Ana, posto al termine di una salitella di 3 km, è stato José Alarcón. Conquistando i secondi di abbuoni ancora a disposizione, il giovane merideño riduce ulteriormente il suo distacco dalla vetta della classifica (ora di 21") e giustifica ampiamente il lavoro precedentemente svolto dai compagni.
A meno di un drammatico epilogo per il secondo anno consecutivo nel circuito di San Cristóbal, sarà la tradizionale "parete" d'asfalto - e solitamente anche umana - che condurrà i corridori ai piedi del Cristo Rey di Capacho, a decretare questo sabato il vincitore della 45esima edizione della Vuelta al Táchira. L'omonimo Cerro sarà per l'occasione immediatamente preceduto da una selettiva ascesa di 12 chilometri, terreno che suggerirebbe l'attacco definitivo del leader Rujano con la duplice intenzione di evitare eccessivi patimenti sulle pendenze severe dell'erta conclusiva (come accadde un'anno fa) e di presentarsi di fronte all'afición della capitale tachirense con un margine di sicurezza a tutela di eventuali, probabili, imprevisti.
Non c'è il minimo dubbio, comunque, che i suoi avversari, guidati dai beniamini di casa Noel Vásquez e Jhonatan Camargo (entrambi ancora in corsa per il successo finale), vi si opporranno strenuamente e sospinti dal loro pubblico proveranno persino a ribaltare la situazione attuale. Potrebbe veramente essere una giornata destinata a rimanere a lungo nei ricordi della gente del posto.